Il Sole 24 Ore

QUESTO È IL MOMENTO PER UNA SVOLTA

- Di Angelo Cremonese

In questo difficile momento in cui le imprese del nostro Paese stanno cercando di riaprirei battenti è necessario un robusto incoraggia­mento da parte dello Stato, un segnale che dimostriqu­anto si sono compresi i rischi che dovranno superare le aziende per sopravvive­re. Come sarebbe un deciso intervento sull’Irap.Per questo l’atteso provvedime­nto sull’imposta sulle attività produttive non dovrebbe solo essereun semplice rinvio o uno sgravi odi carattere meramente straordina­rio o contingent­e, e dovrebbe, invece, costituire un correttivo struttural­e, qualcosa su cui possa si contare con fiducia nell’ incerto futuro di chi deve cercare di ripartire. Il rischio della montagna e del topolino è reale, ma sarebbe una delusione molto difficile da digerire per il sistema produttivo.

Sono anni che viene criticata la propension­e del nostro Fisco a tassare in misura elevata i fattori impegnati nella produzione e molto meno tutto il resto. Si avverte forte l’esigenza di spostare il più possibile il carico tributario dal capitale produttivo e dal lavoro, al patrimonio, ai redditi finanziari e, in parte, anche sui consumi. Una riforma di questo tipo dovrebbe incidere in profondità anche sull’Irap, l’accento in questi giorni è stato posto sulla necessità di alleviare significat­ivamente la pressione sulle imprese che ne sopportano l’ onere con la conseguent­e riduzione dei costi e un forte stimolo alla competitiv­ità. La strada già percorsa sul costo del lavoro a tempo indetermin­ato, oggi non piùri compresso nella base imponibile dell’Irap, va portata a termine, eliminando­la penalizzaz­ione perle attività che sono costrette a utilizzare­stagionali, quali le imprese turistiche, proprio fra i set toriche hanno subito e subiranno i maggiori danni dall’emergenza sanitaria. Un’ altra forte incongruen­za riguarda il calcolo della base imponibile Irap, da sempre diverso da quello che si deve effettuare per l’Ires, con inutili aggravi anche di natura amministra­tiva soprattutt­o per le imprese di dimensioni minori. È necessario tornare a pensare di tassare una reale capacità contributi­va che generi ricchezza, non una semplice aggregazio­ne di fattori produttivi. Ad esempio, si è spesso ricordato giustament­e che un soggetto in perdita, per quanto grandi siano le dimensioni della sua organizzaz­ione, non dovrebbe avere l’idoneità soggettiva per pagare imposte. Le imprese più deboli, peraltro,sono quelle che si trovano maggiormen­te penalizzat­e perché non sono in grado di traslare l’imposta sul prezzo dei beni o dei servizi che producono, né ridurlo con idonee scelte organizzat­ive o, come avvenuto nel passato per alcuni grandi aziende, con la delocalizz­azione. L’ argomento più convincent­e per affrontare i numero sinodi legati all’Irap che da tempo soffocano le nostre imprese è: se non ora, quando? Siamo tutti consapevol­i chela crisi economicac­he dovremo affrontare è molto più forte del previsto; la domanda di beni e servizi si è ridotta sia sul piano nazionale sia su quello internazio­nale e se non si interviene con urgenza, si rischia che se e quando ci sarà la ripresa, in Italia non troveremo più molte delle imprese più fragili, quelle che per anni hanno dato lavoro e speranza a tante famiglie, oggi già fortemente provate dall’emergenza sanitaria.

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