QUESTO È IL MOMENTO PER UNA SVOLTA
In questo difficile momento in cui le imprese del nostro Paese stanno cercando di riaprirei battenti è necessario un robusto incoraggiamento da parte dello Stato, un segnale che dimostriquanto si sono compresi i rischi che dovranno superare le aziende per sopravvivere. Come sarebbe un deciso intervento sull’Irap.Per questo l’atteso provvedimento sull’imposta sulle attività produttive non dovrebbe solo essereun semplice rinvio o uno sgravi odi carattere meramente straordinario o contingente, e dovrebbe, invece, costituire un correttivo strutturale, qualcosa su cui possa si contare con fiducia nell’ incerto futuro di chi deve cercare di ripartire. Il rischio della montagna e del topolino è reale, ma sarebbe una delusione molto difficile da digerire per il sistema produttivo.
Sono anni che viene criticata la propensione del nostro Fisco a tassare in misura elevata i fattori impegnati nella produzione e molto meno tutto il resto. Si avverte forte l’esigenza di spostare il più possibile il carico tributario dal capitale produttivo e dal lavoro, al patrimonio, ai redditi finanziari e, in parte, anche sui consumi. Una riforma di questo tipo dovrebbe incidere in profondità anche sull’Irap, l’accento in questi giorni è stato posto sulla necessità di alleviare significativamente la pressione sulle imprese che ne sopportano l’ onere con la conseguente riduzione dei costi e un forte stimolo alla competitività. La strada già percorsa sul costo del lavoro a tempo indeterminato, oggi non piùri compresso nella base imponibile dell’Irap, va portata a termine, eliminandola penalizzazione perle attività che sono costrette a utilizzarestagionali, quali le imprese turistiche, proprio fra i set toriche hanno subito e subiranno i maggiori danni dall’emergenza sanitaria. Un’ altra forte incongruenza riguarda il calcolo della base imponibile Irap, da sempre diverso da quello che si deve effettuare per l’Ires, con inutili aggravi anche di natura amministrativa soprattutto per le imprese di dimensioni minori. È necessario tornare a pensare di tassare una reale capacità contributiva che generi ricchezza, non una semplice aggregazione di fattori produttivi. Ad esempio, si è spesso ricordato giustamente che un soggetto in perdita, per quanto grandi siano le dimensioni della sua organizzazione, non dovrebbe avere l’idoneità soggettiva per pagare imposte. Le imprese più deboli, peraltro,sono quelle che si trovano maggiormente penalizzate perché non sono in grado di traslare l’imposta sul prezzo dei beni o dei servizi che producono, né ridurlo con idonee scelte organizzative o, come avvenuto nel passato per alcuni grandi aziende, con la delocalizzazione. L’ argomento più convincente per affrontare i numero sinodi legati all’Irap che da tempo soffocano le nostre imprese è: se non ora, quando? Siamo tutti consapevoli chela crisi economicache dovremo affrontare è molto più forte del previsto; la domanda di beni e servizi si è ridotta sia sul piano nazionale sia su quello internazionale e se non si interviene con urgenza, si rischia che se e quando ci sarà la ripresa, in Italia non troveremo più molte delle imprese più fragili, quelle che per anni hanno dato lavoro e speranza a tante famiglie, oggi già fortemente provate dall’emergenza sanitaria.