«Ritardi su crediti e anticipo Cig non sono colpa dei bancari»
Poloni (Abi):«Le norme richiedono il rispetto di determinati passaggi, serve semplificare» «Le banche, attraverso le loro persone, stanno facendo l’impossibile per dare un servizio al Paese»
Nei giorni scorsi, in una filiale di Ubi nel bresciano, un bancario è stato aggredito da un cliente, dopo un’operazione non andata a buon fine. Naso rotto e 20 giorni di prognosi. È la punta di un iceberg che ha alla base un’ostilità verso i bancari, denunciata dai sindacati ormai da diverse settimane. «Credo che vada espressa grande solidarietà e vicinanza al collega perché un atto così è inammissibile, senza se e senza ma», spiega Salvatore Poloni, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi.
Dottor Poloni cosa succede allo sportello?
Se si scaricano le responsabilità sulle banche senza spiegare quello che devono fare, si corre il rischio di mettere in difficoltà le persone che ci lavorano. Invece di tutelarle in tutti i modi.
Vuole precisare?
Bisogna ricordare che le banche hanno sempre operato ininterrottamente anche quando è stata dichiarata la prima zona rossa. I Dpcm, che si sono via via succeduti, hanno stabilito che l’attività bancaria dovesse essere garantita. E così è stato. Dobbiamo dire grazie a medici, infermieri, forze dell’ordine così come a chi ha pulito le strade, raccolto i rifiuti e distribuito nelle case la spesa, ma mi lasci aggiungere anche i bancari che hanno consentito di continuare a operare online, i servizi allo sportello e il resto dell’attività.
Nessuna responsabilità per i ritardi nei crediti?
Le banche, attraverso le persone che vi lavorano, stanno facendo l’impossibile per dare un servizio al Paese e in primo luogo ai propri clienti che sono il patrimonio più importante. L’emergenza sanitaria ha investito le nostre aziende che hanno dovuto adattare la macchina organizzativa e operativa a procedure e modelli nuovi. In corsa, è bene sottolinearlo.
Quindi?
Le banche non possono essere individuate come responsabili del fatto che alcune norme richiedono il rispetto di determinati passaggi. E tanto meno dell’assenza di altre previsioni normative che potrebbero semplificare un po’ di operatività. L’attività chiesta dalle nuove norme sarebbe stata impegnativa in tempi normali, figurarsi in condizioni di emergenza. I colleghi stanno facendo al massimo delle loro possibilità quello che va fatto per venire incontro alla clientela, ma si trovano a dover gestire la pressione dei clienti stessi che non conoscono i dettagli della normativa di riferimento, per la quale abbiamo dovuto anche aspettare che intervenissero le autorizzazioni e le ulteriori specificazioni perché si potesse operare.
Sull’anticipo della cassa integrazione nessuna criticità?
Non mi risulta. Le domande di anticipo di cig arrivate le smaltiamo regolarmente e facilmente. È un’attività che abbiamo già fatto in passato. Per la parte che le compete, Abi si è impegnata a dare tutta l’assistenza e consulenza possibile alle banche, attraverso circolari esplicative, perché seguano le disposizioni. È indispensabile che tutti si attengano alle disposizioni che sono impartite dai decreti, così come rispettare gli accordi sindacali sottoscritti, per creare serenità nel corretto svolgimento delle attività.
Quanti protocolli avete fatto con i sindacati?
Quattro. Quello del 16 marzo, poi integrato il 24, l’accordo del 16 aprile e infine quello di fine aprile. Questi protocolli sono specifici del settore, immediatamente applicabili e trasmessi a tutte le autorità competenti.
Il nuovo contratto funziona?
È stato lungimirante perché non ci siamo limitati a regolare il passato ma abbiamo lavorato con i sindacati per il futuro, definendo a livello nazionale lo smart working, lo smart learning e il diritto alla disconnessione. Oltre alla cabina di regia che, ancorché la avessimo pensata per altri esercizi, si è rivelata preziosa per gestire questa fase con i protocolli condivisi con i sindacati. Adesso si avvicina una scadenza importante, il 18 maggio, in cui ci saranno molte attività che riprendono e, verosimilmente, saranno richiesti alle banche più servizi. È una situazione in continua evoluzione, certamente per aziende che sono distribuite su tutto il territorio nazionale avere misure diverse, da regione a regione, complica l’attività. Le misure devono cambiare i comportamenti sociali e per farlo le regole devono essere chiare, facili e uniformi.
‘‘ Il contratto dei bancari è stato lungimirante, definendo a livello nazionale smart working, smart learning e diritto alla disconnessione
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