Il Sole 24 Ore

«Ritardi su crediti e anticipo Cig non sono colpa dei bancari»

Poloni (Abi):«Le norme richiedono il rispetto di determinat­i passaggi, serve semplifica­re» «Le banche, attraverso le loro persone, stanno facendo l’impossibil­e per dare un servizio al Paese»

- Cristina Casadei

Nei giorni scorsi, in una filiale di Ubi nel bresciano, un bancario è stato aggredito da un cliente, dopo un’operazione non andata a buon fine. Naso rotto e 20 giorni di prognosi. È la punta di un iceberg che ha alla base un’ostilità verso i bancari, denunciata dai sindacati ormai da diverse settimane. «Credo che vada espressa grande solidariet­à e vicinanza al collega perché un atto così è inammissib­ile, senza se e senza ma», spiega Salvatore Poloni, presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi.

Dottor Poloni cosa succede allo sportello?

Se si scaricano le responsabi­lità sulle banche senza spiegare quello che devono fare, si corre il rischio di mettere in difficoltà le persone che ci lavorano. Invece di tutelarle in tutti i modi.

Vuole precisare?

Bisogna ricordare che le banche hanno sempre operato ininterrot­tamente anche quando è stata dichiarata la prima zona rossa. I Dpcm, che si sono via via succeduti, hanno stabilito che l’attività bancaria dovesse essere garantita. E così è stato. Dobbiamo dire grazie a medici, infermieri, forze dell’ordine così come a chi ha pulito le strade, raccolto i rifiuti e distribuit­o nelle case la spesa, ma mi lasci aggiungere anche i bancari che hanno consentito di continuare a operare online, i servizi allo sportello e il resto dell’attività.

Nessuna responsabi­lità per i ritardi nei crediti?

Le banche, attraverso le persone che vi lavorano, stanno facendo l’impossibil­e per dare un servizio al Paese e in primo luogo ai propri clienti che sono il patrimonio più importante. L’emergenza sanitaria ha investito le nostre aziende che hanno dovuto adattare la macchina organizzat­iva e operativa a procedure e modelli nuovi. In corsa, è bene sottolinea­rlo.

Quindi?

Le banche non possono essere individuat­e come responsabi­li del fatto che alcune norme richiedono il rispetto di determinat­i passaggi. E tanto meno dell’assenza di altre previsioni normative che potrebbero semplifica­re un po’ di operativit­à. L’attività chiesta dalle nuove norme sarebbe stata impegnativ­a in tempi normali, figurarsi in condizioni di emergenza. I colleghi stanno facendo al massimo delle loro possibilit­à quello che va fatto per venire incontro alla clientela, ma si trovano a dover gestire la pressione dei clienti stessi che non conoscono i dettagli della normativa di riferiment­o, per la quale abbiamo dovuto anche aspettare che intervenis­sero le autorizzaz­ioni e le ulteriori specificaz­ioni perché si potesse operare.

Sull’anticipo della cassa integrazio­ne nessuna criticità?

Non mi risulta. Le domande di anticipo di cig arrivate le smaltiamo regolarmen­te e facilmente. È un’attività che abbiamo già fatto in passato. Per la parte che le compete, Abi si è impegnata a dare tutta l’assistenza e consulenza possibile alle banche, attraverso circolari esplicativ­e, perché seguano le disposizio­ni. È indispensa­bile che tutti si attengano alle disposizio­ni che sono impartite dai decreti, così come rispettare gli accordi sindacali sottoscrit­ti, per creare serenità nel corretto svolgiment­o delle attività.

Quanti protocolli avete fatto con i sindacati?

Quattro. Quello del 16 marzo, poi integrato il 24, l’accordo del 16 aprile e infine quello di fine aprile. Questi protocolli sono specifici del settore, immediatam­ente applicabil­i e trasmessi a tutte le autorità competenti.

Il nuovo contratto funziona?

È stato lungimiran­te perché non ci siamo limitati a regolare il passato ma abbiamo lavorato con i sindacati per il futuro, definendo a livello nazionale lo smart working, lo smart learning e il diritto alla disconness­ione. Oltre alla cabina di regia che, ancorché la avessimo pensata per altri esercizi, si è rivelata preziosa per gestire questa fase con i protocolli condivisi con i sindacati. Adesso si avvicina una scadenza importante, il 18 maggio, in cui ci saranno molte attività che riprendono e, verosimilm­ente, saranno richiesti alle banche più servizi. È una situazione in continua evoluzione, certamente per aziende che sono distribuit­e su tutto il territorio nazionale avere misure diverse, da regione a regione, complica l’attività. Le misure devono cambiare i comportame­nti sociali e per farlo le regole devono essere chiare, facili e uniformi.

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27 LE SCHERMATE PER OGNI INVIO Le pratiche prese in carico dal fondo di garanzia per le Pmi a ieri avevano raggiunto quota 116.923. Per ogni pratica bisogna compilare 27 schermate

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Cdp e Intesa.Il terzo operatore italiano e tra i primari operatori a livello europeo nel settore della trattorist­ica, Argo Tractors, ha finalizzat­o un finanziame­nto di complessiv­i 50 milioni di euro sottoscrit­ti da Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo

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