Ex Ilva, Arcelor ferma tutti i pagamenti degli affitti d’impianti
ArcelorMittal Italia ha sospeso il pagamento del canone di fitto degli impianti di Taranto a Ilva in amministrazione straordinaria che ne è la proprietaria. Da quanto apprende Il Sole 24 Ore, non è stato versato il canone relativo al trimestre maggio-giugno-luglio che la società avrebbe dovuto versare in anticipo ai primi di questo mese. In precedenza qualche rata era già stata corrisposta con ritardo dietro pressing della proprietà. ArcelorMittal ha motivato lo stop al fitto col fatto di avere la cassa a secco, stretta com’è tra produzione ai minimi termini, mancanza di nuovi ordini di lavoro, crisi del mercato dell’acciaio e caduta dell’economia per Coronavirus. Con l’accordo raggiunto il 4 marzo con i commissari Ilva, ArcelorMittal ha ottenuto un dimezzamento temporaneo del canone, sinora basato su versamenti trimestrali di 45 milioni di euro per un totale di 180 su base annua. Con la nuova intesa, è stato applicato un taglio del 50 per cento a ciascuna rata con l’impegno di ArcelorMittal a versare il non pagato insieme al prezzo finale di acquisto. Operazione, questa, anticipata al 2022. Ma due mesi dopo l’intesa - servita a scongiurare il prosieguo della causa al Tribunale di Milano dove ArcelorMittal aveva presentato un atto di citazione con recesso verso i commissari e questi ultimi un ricorso cautelare contro il gestore - la scaletta dei versamenti è saltata. È un ulteriore segno delle difficoltà che attraversa ArcelorMittal tanto a livello globale che nazionale. L’agenzia S&P Global ha infatti confermato il rating «BBB-» di ArcelorMittal assegnandogli un outlook negativo. Lo stop alla produzione negli Usa e in Europa ha provocato «una caduta senza precedenti della produzione in aprile» e «la domanda - si afferma - resta incerta per il resto dell’anno». Non va meglio in Italia, dove ArcelorMittal ha sì comunicato ai sindacati il rientro dalla cassa integrazione Covid di circa 630 unità dell’area a freddo di Taranto (la cassa, chiesta per 8.173 addetti, è in corso per più di 3.000) per un periodo che va da 3 a 7 settimane, ma si tratta di commesse già acquisite e sinora non effettuate per la stretta imposta dal Coronavirus. «Il futuro è nero, viviamo una situazione difficilissima» ha detto Loris Pascucci, direttore del siderurgico di Taranto, in una call conference con Confindustria Taranto convocata dal prefetto sul mancato pagamento delle imprese. A Taranto, con due soli altiforni in marcia ridotta, si producono appena 7.500 tonnellate di ghisa al giorno. Minimo storico. «Gli investimenti sono stati bloccati per non creare altri debiti, né possiamo definire un piano industriale chiaro perché ora non siamo in condizioni di farlo essendoci grandi incertezze» ha aggiunto Pascucci. E tra giovedì e venerdì dovrebbe riprendere il confronto tra ArcelorMittal, Ilva in AS e i rispettivi avvocati. Si tratta di dare “gambe” all’accordo di marzo, che prefigura un nuovo assetto di gruppo. Adesso però si annuncia un nuovo piano industriale di ArcelorMittal, visto che è saltato lo scenario in cui era collocato il precedente.
L’agenzia S&P conferma il rating di ArcelorMittal ma taglia l’outlook a «Negativo»