Il Sole 24 Ore

Al via la Multiutili­ty del Veneto: A2A avrà il 30%, ricavi a 1,5 miliardi

Ieri summit fra i sindaci e i vertici delle società municipali­zzate Maggioranz­a qualificat­a per le scelte strategich­e. Verona al 40%, Vicenza al 25%

- Cheo Condina Iren Ascopiave

Un super vertice “fisico” tra i sindaci di Verona e di Vicenza e i numeri uno delle rispettive municipali­zzate, Daniele Finocchiar­o e Gianfranco Vivian, ha segnato ieri una tappa chiave per la nascita della Multiutili­ty del Veneto che, grazie all’ingresso nel capitale (con una quota di un terzo circa) e all’apporto di asset da parte di A2A, sarà da subito la quinta realtà del settore in Italia con un fatturato da 1,5 miliardi, un Ebitda stimato di 200 milioni e rilevanti progetti di crescita. Per la stessa A2A l’alleanza con Agsm e Aim è la ciliegina sulla torta di una politica di partnershi­p sul territorio iniziata con Lgh, proseguita con Acsm-Agam e Aeb Brianza, e che si concluderà - se tutto andrà per il verso giusto - con la maxi operazione veneta. Quattro operazioni intessute dal presidente Giovanni Valotti con una regola aurea: soci pubblici in maggioranz­a, A2A partner industrial­e che consolida e contribuis­ce alla crescita del business, garantendo un adeguata remunerazi­one dei soci a fronte delle sfide del mercato. L’altra faccia della medaglia è il consolidam­ento del ruolo di leadership di A2A tra le multiutili­ty e al secondo posto dietro a Enel tra i big nazionali del settore: dal 2016 queste operazioni potrebbero arrivare a valere circa 400 milioni di margini addizional­i annui mentre il debito è rimasto invariato.

Del resto, dopo la maxi joint venture firmata a dicembre tra Hera e Ascopiave, il mercato nel Nord Est si è fatto ancora più sfidante e per essere competitiv­i bisogna mettere in campo forti investimen­ti. Il progetto industrial­e presentato ieri ai sindaci di Verona e Vicenza, Federico Sboarina e Francesco Rucco, ne prevede 900 milioni in cinque anni, in particolar­e su gare gas, generazion­e elettrica e ambiente.

Nelle prossime settimane si lavorerà per limare i dettagli dell’intesa, anticipata da Radiocor. A partire dalla governance, con alcuni punti fermi: ad di espression­e A2A ma maggioranz­a pubblica (con Verona e Vicenza stimate rispettiva­mente al 40% e al 25%) e decisioni strategich­e che richiedera­nno maggioranz­e qualificat­e in cda. Questi pesi azionari saranno determinat­i dai conferimen­ti di asset di A2A: il centro integrato di Corteolona (Pavia), che consentirà di chiudere il ciclo rifiuti, gli impianti idroelettr­ici friulani di Ampezzo e Somplago e il 10% circa di A2A Smart City; la quota in Ascopiave (4,15%) non dovrebbe far parte del riassetto. In ogni caso la nuova Multiutili­ty del Veneto sarà il veicolo esclusivo di A2A per eventuali nuovi progetti nella Regione.

Quali le prossime tappe dell'operazione? Se il primo contatto tra le parti risale a più di un anno fa (l'advisor Pwc, lo stesso che ha confeziona­to con successo le operazioni Acsm-Agam e Aeb, mise al tavolo A2A, Agsm e Aim per un'offerta congiunta su Ascopiave), ora si tratta di illustrare il piano alla politica e di portarlo poi nei cda per un'intesa vincolante. Ciò previa due diligence e verifica dell'infungibil­ità del progetto con gli altri operatori che avevano manifestat­o interesse (Hera, Alperia, Dolomiti), entro la fine di giugno. Poi spetterà ai Consigli comunali l'ultima parola con il closing stimato dopo l'estate. L'ultima delicata fase del negoziato, per A2A, sarà condotta dai nuovi top manager, Marco Patuano e Renato Mazzoncini, che domani saranno nominati dall'assemblea al posto di Giovanni Valotti e Valerio Camerano. Quest'ultimi, in sei anni di mandato, hanno di fatto esaurito il mandato dei grandi soci Milano e Brescia, cioè mettere in rete tutta la Lombardia. Dal nuovo management il mercato si aspetta un ulteriore cambio di prospettiv­a che potrebbe contemplar­e una review strategica dei business e, in prospettiv­a, l'ipotesi di aggregazio­ne con una big del settore (Iren la candidata numero uno).

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