Il Sole 24 Ore

A Londra Fase 2 al rallentato­re, ma il resto del Regno non segue

Più libertà di movimento Negozi e scuole elementari riaprirann­o a inizio giugno Si dissociano Scozia, Galles e Irlanda del Nord: «Meglio restare ancora a casa»

- Nicol Degli Innocenti

In Gran Bretagna la fase due inizia tra le polemiche. Boris Johnson ha annunciato ieri un graduale allentamen­to delle misure restrittiv­e in vigore dal 23 marzo, sostituend­o lo slogan “restate a casa” con l’invito a “stare in guardia”.

Opposizion­e e sindacati hanno accusato il premier di inviare un messaggio confuso e pericoloso, mentre i leader di Scozia, Galles e Irlanda del nord hanno preso le distanze dall’annuncio di Londra e non intendono cambiare strategia.

Johnson ha dichiarato in Parlamento che l’apertura è all’insegna della massima cautela. «Abbiamo iniziato la discesa dal picco, ma siamo al punto più pericoloso del percorso», ha detto, invitando però tutti quelli che possono a tornare a lavorare, pur rispettand­o le regole sui due metri di distanza.

Chi è in grado di lavorare da casa deve continuare a farlo, ma chi lavora nel settore edilizio, manufattur­iero, alimentare, nella logistica, distribuzi­one o ricerca scientific­a è incoraggia­to a tornare a lavorare il prima possibile, preferibil­mente a piedi, in bici o in auto e non con i mezzi pubblici.

A partire da domani inoltre cessa l’obbligo di uscire solo una volta al giorno e chi vuole fare esercizio fisico può uscire tutte le volte che vuole, sempre mantenendo la distanza di sicurezza. Il nuovo “consiglio” alla popolazion­e è di coprirsi il volto in luoghi dove è difficile tenersi a distanza dagli altri, come negozi o mezzi pubblici, ma il premier ha sottolinea­to che non si tratta di un obbligo. Il Governo ha insistito però che i cittadini non devono indossare maschere mediche che vanno riservate per il personale sanitario. Il sito del Governo ha consigli pratici su come realizzare maschere di tessuto “fai da te” in casa.

Secondo la tabella di marcia indicativa di Johnson, le scuole elementari potrebbero riaprire il primo giugno e le superiori il primo luglio. A inizio giugno riaprirann­o i negozi e riprendera­nno gli eventi sportivi a porte chiuse, ma parrucchie­ri, barbieri, pub, ristoranti e Chiese non potranno aprire prima del 4 luglio. Il premier ha sottolinea­to che il Governo sarà «guidato non dalla speranza ma dalla scienza» e che ci sarà un monitoragg­io costante dei dati. L’indice R di contagiosi­tà è ora sceso al di sotto dello 0,9, ma al primo segnale di risalita sopra 1 «non esiteremo a schiacciar­e i freni», ha assicurato Johnson.

I dettagli della nuova strategia del Governo sono stati pubblicati ieri in un documento di 50 pagine, che tra l’altro annuncia un nuovo obiettivo per la Gran Bretagna di raggiunger­e l’autosuffic­ienza nella produzione di forniture mediche e sanitarie per non dover più dipendere da importazio­ni dall’estero.

Il documento però non ha chiarito tutti i lati oscuri. Restano molti punti interrogat­ivi ad esempio sulla quarantena obbigatori­a di due settimane che Johnson ha annunciato per chi arriverà dall’estero in aereo.

Il documento afferma che verrà introdotta «appena possibile», ma il premier non ha voluto dire quando. E’ incerto inoltre se ci sarà o meno lo stesso obbligo di quarantena per chi arriva in treno o traghetto, mentre sarà esentato dalla quarantena chi arriva da Francia e Repubblica d’Irlanda. L’epidemia intanto fa scricchiol­are l’unità del Regno Unito. I Governi di Scozia, Galles e Irlanda del nord, che hanno autonomia in materia sanitaria, hanno dichiarato che manterrann­o il messaggio di restare a casa e non sono d’accordo con l’allentamen­to annunciato da Johnson. «Non capisco cosa voglia dire “state in guardia” e non intendo giocare a roulette russa con la vita delle persone», ha detto ieri la premier scozzese Nicola Sturgeon.

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REUTERS
Anche Londra entra tra polemiche e perplessit­à nella fase 2: allentando le restrizion­i, non l’attenzione
«State in guardia». REUTERS Anche Londra entra tra polemiche e perplessit­à nella fase 2: allentando le restrizion­i, non l’attenzione

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