«Aiuti all’auto se il lavoro torna in Francia»
Il Governo francese studia le misure per sostenere i settori economici colpiti dalle conseguenze del lockdown. Ieri, il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha ribadito l’intenzione di vincolare gli aiuti all’industria dell’auto al loro impegno a riportare in Francia la produzione. Parigi vorrebbe anche spingere la transizione verso vetture elettriche. Un’ipotesi che si sta facendo strada anche a Berlino. In Francia, dove oltre 2 milioni di posti di lavoro dipendono dall’auto, le immatricolazioni sono crollate del’89% ad aprile (in linea con quanto sta accadendo in altri Paesi europei). Il Governo vuole però essere sicuro che gli eventuali sussidi erogati alle imprese del settore non finiscano in misura preponderante nella casse dei fornitori stranieri. «Le case automobilistiche devono dire quale tipo di veicolo o di produzione riporteremo in Francia ed è così che costruiremo un’industria automobilistica più forte», ha detto Le Maire. Renault ha ottenuto una garanzia statale su un prestito da 5 miliardi di euro, mentre Psa ha rifiutato questo tipo di aiuto pubblico. I manager dei due gruppi sono favorevoli a un piano per incentivare l’acquisto di auto elettriche: Renault sta spingendo la Zoe, completamente elettrica, Psa ha diversi modelli, tra cui la nuova Citroen Ami. Ieri, Louis Gallois, il presidente della casa che produce Peugeot, Citroen e Opel, ha proposto di portare il bonus per l’acquisto di auto elettriche a 6mila euro (mille euro per gli ibridi). Il gruppo ha affermato che un programma di rottamazione più generale, come quello offerto dai Governi dopo la crisi del 2008, potrebbe distorcere il mercato. La Francia, intanto, prova a ripartire. Da ieri, molte misure restrittive varate per bloccare la pandemia sono state revocate. Il ministro della Salute, Olivier Véran, ha però avvisato che la clausura sarà ripristinata, «se il virus dovesse continuare la sua corsa».