Il Sole 24 Ore

I 600 euro estesi a stagionali, occasional­i e intermitte­nti

Un decreto interminis­teriale amplia la platea anche ai venditori a domicilio Per i profession­isti delle casse altri 80 milioni ma ne servono 3 in più

- Matteo Prioschi

Un decreto interminis­teriale amplia la platea anche ai venditori a domicilio. Per i profession­isti delle casse altri 80 milioni ma ne servono 3 in più.

Estesa a ulteriori categorie di lavoratori, pari a una platea stimata in 365mila persone, l’indennità di 600 euro relativa al mese di marzo, per effetto del decreto interminis­teriale Economia-Lavoro numero 10 del 4 maggio pubblicato ieri. L’intervento si colloca nell’ambito del Fondo per il reddito di ultima istanza, introdotto dal decreto legge 18/2020 e potenziato per l’occasione.

Il Fondo è stato creato con una dotazione di 300 milioni di euro, di cui 200 sono stati destinati all’indennità di 600 euro per gli iscritti alle Casse di previdenza privatizza­te e i rimanenti 100 milioni sono rimasti inutilizza­ti. Con il decreto 53073 del ministero dell’Economia datato 27 aprile, la dotazione del Fondo è stata portata a 500 milioni. Il decreto interminis­teriale 10 ha destinato 280 milioni agli iscritti alle Casse e i rimanenti 220 milioni per erogare l’indennità di 600 euro a quattro nuove categorie di lavoratori a fronte di cessazione, riduzione o sospension­e dell’attività. Si tratta di:

 stagionali dipendenti non impiegati nel settore turistico o termale (per questi comparti già opera l’articolo 27 del Dl 18/2020), che hanno cessato involontar­iamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che hanno lavorato per almeno 30 giorni in tale arco di tempo;

 intermitte­nti che hanno lavorato almeno 30 giorni tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 (poiché non viene precisato altro, sono compresi sia i contratti a tempo determinat­o che indetermin­ato, con o senza indennità di disponibil­ità);

 venditori a domicilio (articolo 19 del Dlgs 114/1998) con partita Iva, reddito 2019 derivante da questa attività superiore a 5mila euro e iscritti alla gestione separata Inps in via esclusiva al 23 febbraio 2020;

 autonomi senza partita Iva e iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps al 23 febbraio che, tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 abbiano avuto contratti di collaboraz­ione autonoma occasional­e (articolo 2222 del Codice civile) con accredito di almeno un contributo previdenzi­ale mensile, ma senza contratto al 23 febbraio scorso.

In tutti i casi, al momento della domanda del bonus il richiedent­e non deve essere pensionato e non deve avere un contratto subordinat­o a tempo indetermin­ato (eccetto quello per il lavoro intermitte­nte).

L’indennità verrà erogata a fronte di richiesta all’Inps. Il decreto non precisa tempi e modalità, che dovranno essere indicate dall’istituto di previdenza, ma è probabile che si utilizzerà la procedura online già usata per le altre indennità da 600 euro.

Peraltro il decreto legge rilancio prevede la correspons­ione del bonus a queste nuove quattro categorie di lavoratori anche per aprile e maggio, con risorse che però, in base alle bozze, non fanno più riferiment­o al Fondo per il reddito di ultima istanza, il quale a sua volta dovrebbe essere portato a 1,2 miliardi di euro.

Invece, per quanto riguarda i profession­isti iscritti alle Casse, gli 80 milioni aggiuntivi consentono di erogare l’indennità a 133mila richiedent­i finora esclusi (in linea con il monitoragg­io del 28 aprile delle domande arrivate agli Enti). Alla fine del mese scorso risultavan­o però ancora in lavorazion­e 8.130 domande, che oggi si sono trasformat­e in 5.266 richieste accettate pari a 3,1 milioni di euro per le quali non c’è copertura (e altre 1.000 sono ancora in lavorazion­e). Per questo motivo Alberto Oliveti, presidente Adepp, da una parte ha riconosciu­to ai ministri del Lavoro e dell’Economia di aver tenuto fede all’impegno di trovare le coperture necessarie, ma al contempo proprio ieri ha scritto loro chiedendo informazio­ni sul finanziame­nto delle ulteriori richieste e sollecitan­do il rimborso dei 200 (ora 280 milioni) che le Casse hanno anticipato agli iscritti per conto del Governo.

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