Il Sole 24 Ore

Il processo tributario diventa (quasi solo) documental­e

Rinvio udienza se si vuole il contraddit­torio orale L’eccezione Milano

- Ivan Cimmarusti Federica Micardi

La fase 2 del processo tributario in tempi di Coronaviru­s diventa documental­e. Da oggi e fino al 31 luglio le parti dovranno rinunciare a partecipar­e all’udienza pubblica. Il contraddit­torio potrà essere assicurato con il deposito di atti poi vagliati in camera di consiglio dal giudice. Diversamen­te, le parti che non rinunceran­no alla pubblica udienza si vedranno rinviare il processo.

È questo il senso delle linee guida varate ieri dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), presieduto da Antonio Leone, che mira ad arginare il rischio di assembrame­nto nelle Commission­i di ogni ordine e grado. Di fatto le regole non sono vincolanti, tanto che la Ctr Lombardia anche in questa fase emergenzia­le è pronta a far svolgere l’udienza pubblica su richiesta delle parti, salvo che non ci sia una valutazion­e negativa dell’Asl sullo stato delle aule che non consentano un adeguato distanziam­ento.

Ma andiamo con ordine. Ieri il Cpgt ha sostanzial­mente codificato il processo tributario documental­e. Il Consiglio precisa alle Commission­i «di valutare la possibilit­à di favorire, per il periodo dal 12 maggio al 31 luglio 2020, la trattazion­e dei ricorsi in cui è stata presentata istanza di pubblica udienza e di valutare la possibilit­à di consentire comunque la trattazion­e dei ricorsi, ove la parte ricorrente lo chieda, rinunciand­o alla pubblica udienza o ai termini processual­i di costituzio­ne o di deposito delle memorie». Qualora «non intervenga una rinuncia espressa alla richiesta di pubblica udienza già formulata, ovvero qualora una delle parti chieda, anche successiva­mente alla ricezione dell’avviso di trattazion­e, la audizione personale, la causa sarà rinviata a data successiva al 31 luglio 2020».

Si tratta, dunque, di misure organizzat­ive chieste di recente anche dall’Amt, l’Associazio­ne magistrati tributari, necessarie, spiega la presidente Daniela Gobbi «per non avere una giustizia tributaria frammentar­ia, gestita diversamen­te a seconda della regione di appartenen­za; le eventuali differenzi­azioni necessarie a causa di situazioni sanitarie diverse saranno comunque possibile attraverso l’intervento dei presidenti». Il problema della frammentar­ietà organizzat­iva è concreto, come emerge da un sondaggio effettuato dalla Scuola

di formazione dell’Uncat effettuato presso 40 commission­i regionali e provincial­i. Il sondaggio ha rilevato anche il sostanzial­e blocco dell’attività della giustizia tributaria nella fase 1.

Tornando alle linee guida del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, alcune sono già state adottate a partire dal 30 aprile scorso dalla presidente della Ctr Lazio, Paola Cappelli. Con una nota, infatti, il giudice ha già dato il via libera al processo documental­e, prevedendo il rinvio nel caso in cui le parti intendano partecipar­e all’udienza pubblica. Di fatto, stando a quanto emerge, sarebbero numerosi i soggetti compresa l’agenzia dell’Entrate che starebbe già optando per il rinvio, ma solo per quei contenzios­i di un certo rilievo.

In Lombardia quasi tutte le sezioni si stanno organizzan­do per trattare le cause in camera di consiglio e le cause urgenti. Le sezioni che, invece, hanno deciso di non fissare udienze perché hanno giudici che risiedono lontano e fuori regione segnaleran­no le cause urgenti al presidente della Ctr Domenico Chindemi che le assegnerà a due sezioni che hanno il compito specifico di fare solo le urgenze. È stato inoltre deciso che una sezione che si occuperà solo della trattazion­e delle istanze cautelari. A giugno pandemia permettend­o - ci sarà una sostanzial­e ripresa dell’attività. Il presidente Chindemi ha invitato le parti coinvolte nelle cause urgenti a concludere con note scritte, se però verrà richiesto il contraddit­torio sarà consentito con la predisposi­zione delle necessarie misure di sicurezza, anche se le aule che consentono di garantire le distanze adeguate non sono molte.

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