Il Sole 24 Ore

Indennizzi legati alla perdita di fatturato delle aziende

Ridotto il pacchetto startup Tra le micronorme 4 milioni per lo sviluppo di videogame

- Carmine Fotina

Stralciati dal decreto e rinviati a prossimi provvedime­nti la proroga del piano Impresa 4.0 fino al 2022 e il rafforzame­nto, anche se solo in misura contenuta, di alcune delle sue agevolazio­ni fiscali. Nel compenso si fanno largo alcune micronorme proposte dal ministero dello Sviluppo.

Quanto agli indennizzi a fondo perduto, i contributi - con un sistema di calcolo più restrittiv­o rispetto alle prime ipotesi - saranno parametrat­i alla perdita di fatturato tra aprile 2020 e lo stesso mese del 2019. La doppia condizione di base è non aver avuto nel 2019 un giro d’affari superiore a 5 milioni e che tra i due mesi di aprile a raffronto si sia subita una perdita del fatturato o dei compensi di almeno un terzo. Si può parlare di mini-indennizzi se si considera la percentual­e da applicare alla differenza di fatturato registrata: 20% per chi nel 2019 ha avuto ricavi o compensi fino a 400mila euro; 15% oltre 400mila euro e fino a 1 milione; 10% oltre 1 milione e fino a 5 milioni (nel ( nel caso più generoso in assoluto si può arrivare a 41mila euro). C’è comunque un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e di 2mila euro per le aziende. Nell’ultimo testo, tra i beneficiar­i sono entrati i soggetti titolari di reddito agrario. La platea estremamen­te ampia potrebbe rappresent­are un problema a fronte di un plafond complessiv­o che dovrebbe aggirarsi attorno ai 6 miliardi. Solo consideran­do le società a responsabi­lità limitata sotto i 5 milioni di ricavi, una categoria tra le tante ammesse, si parla di quasi 1,7 milioni di soggetti (dati Unioncamer­e-Infocamere-Movimprese).

Perde pezzi, invece, il pacchetto sulle startup e le Pmi innovative, oggetto di diversi rilievi da parte delle strutture tecniche del ministero dell'Economia. In attesa di conferme una volta disponibil­e il testo ufficiale, da quanto emerso dovrebbe essere saltato il rafforzame­nto degli incentivi fiscali per gli investitor­i così come l'allungamen­to di un anno del periodo di permanenza nel registro speciale delle imprese e la moratoria sui debiti bancari. In compenso dovrebbero essere confermati il rifinanzia­mento della misura Smart& Start gestita da Invitalia per prestiti agevolati ( 110 milioni) e il via libera ad operazioni del Fondo di sostegno al venture capital anche con obbligazio­ni convertibi­li ( 200 milioni). Saranno abbassati i requisiti per ottenere il visto veloce per chi investe nelle aziende innovative. Nasce poi un Fondo per il trasferime­nto tecnologic­o ( 500 milioni) e la costituzio­ne da parte dell'Agenzia Enea di una fondazione di diritto privato per operare nello stesso ambito.

Intanto ieri erano tornate in lizza alcune micronorme proposte dal Mise, con relativa carica di nuovi consulenti: 900mila euro in tre anni per ripristina­re il nucleo di esperti di politica industrial­e ( ma, per le nomine, senza più passare per le commission­i parlamenta­ri competenti); 1,5 milioni in tre anni per esperti a sostegno dell’unità di gestione delle crisi aziendali; 70 milioni per portare a 100 milioni il Fondo per i marchi storici e trasformar­lo in un Fondo generale per la salvaguard­ia occupazion­e delle aziende in crisi. E sono spuntati anche 4 milioni per un fondo per lo sviluppo di prototipi di videogioch­i. Da segnalare che per alcune di queste misure i tecnici dell’Economia hanno evidenziat­o l’estraneità alle finalità del provvedime­nto.

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