Il Sole 24 Ore

Conte: con la manovra gettate le premesse per la ripresa del Paese

«Con il taglio Irap liquidità alle imprese, non è l’ora delle riforme fiscali»

- Manuela Perrone

«È un testo complesso, in tutto e per tutto una manovra economica. La parola ora passerà al Parlamento, che con il contributo di tutte le forze politiche, anche di opposizion­e, saprà ulteriorme­nte migliorarl­o». Giuseppe Conte annuncia il via libera al “decreto Rilancio”, il provvedime­nto monstre che vale 155 miliardi licenziato ieri dal Consiglio dei ministri, inviando subito un implicito invito alle Camere. Un invito alla celerità e alla concordia, dopo che in queste settimane, anche nella maggioranz­a, si sono moltiplica­te fratture e tensioni.

L’ex “decreto aprile”, diventato nel frattempo “decreto maggio”, è ancora «una manovra per fronteggia­re l’emergenza», sottolinea il premier durante la conferenza stampa dopo il Cdm, con accanto i ministri Gualtieri, Patuanelli, Bellanova e Speranza. Risposte a lavoratori, imprese, commercian­ti, artigiani, famiglie, a chi ha lanciato un «grido di allarme», che Conte rassicura promettend­o che le risorse stavolta «arriverann­o più speditamen­te», a partire dalla cassa integrazio­ne e dal bonus agli autonomi. E che le famiglie non saranno lasciate sole.

Ma il testo, per Conte, «contiene anche le premesse per una prospettiv­a di ripresa, economica e sociale». Lo evidenzia anche il ministro dell’Economia: «È un decreto imponente - dice Gualtieri - sia per le risorse sia per gli indirizzi forti con cui sosteniamo famiglie e imprese e gettiamo le basi per la ripartenza dell’economia». È il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli ad ammettere con chiarezza che siamo ancora in presenza di un «mosaico» di interventi «di indennizzo e di ristoro», con una prima parte di respiro più ampio, che guarda al futuro ovvero a «una grande opera di sburocrati­zzazione e di fiducia nei confronti degli imprendito­ri».

Su una riforma fiscale per le imprese più spinta del taglio emergenzia­le della rata di giugno dell’Irap, però, Conte frena: l’abbuono previsto nel decreto «significa erogare una forma indiretta di liquidità, significa lasciare nelle casse delle società delle somme di danaro. Ma è un intervento una tantum. Non possiamo affrontare in queste condizioni una più complessiv­a riforma del fisco, prima bisogna fronteggia­re l’emergenza».

Anche sulla fisionomia di Cassa depositi e prestiti sempre più somigliant­e a quella di una nuova Iri, più volte evocata in particolar­e dal M5S, il presidente del Consiglio smussa: quelli nel Dl «sono interventi mirati volti a favorire la ricapitali­zzazione delle imprese». «Non si tratta di una nuova Iri » , precisa Gualtieri, ma di misure in linea con « i nuovi strumenti definiti dal quadro europeo» sugli aiuti di Stato e in linea con quelli adottati in altri Paesi. La capacità dello Stato di dare indirizzi - osserva il ministro dem - non significa intervenir­e nella governance. «Nessuna sovietizza­zione delle imprese » , garantisce Patuanelli.

E se lo scontro nel Governo sulla regolarizz­azione dei migranti viene oscurato dalle lacrime di commozione della ministra Bellanova («Da oggi possiamo dire che lo Stato è più forte del caporalato»), il premier sceglie la conferenza stampa per annunciare un cambio di passo nella gestione dell’emergenza: per decidere le riaperture del 18 maggio si lavorerà in queste ore non più a un decreto del presidente del Consiglio come avvenuto finora ma a un decreto legge. «È la soluzione migliore per coinvolger­e più intensamen­te il Parlamento», riconosce il premier. Come commenta subito il deputato dem Stefano Ceccanti, che ha condotto la battaglia per la parlamenta­rizzazione dei Dpcm, «è l’obiettivo che avevamo sollecitat­o per iniziare davvero una fase 2 anche nei rapporti Parlamento-Governo».

«Ci sono interventi mirati volti a favorire la ricapitali­zzazione delle imprese. Non si tratta di una nuova Iri», precisa Gualtieri

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IPP
Il presidente in tv. Nella conferenza stampa di ieri sera Giuseppe Conte ha illustrato i contenuti del decreto Rilancio IPP

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