Sconto Irap con l’ombrello Ue, rata zero anche per il terzo settore
Il testo della norma non esclude espressamente che il versamento annullato ora sia ripescato con il saldo di giugno 2021. Serve un chiarimento nella versione finale prima della pubblicazione
Lo stop al versamento del saldo e del primo acconto Irap di giugno per imprese e professionisti con volume di ricavi fino a 250 milioni di euro si applica anche agli Enti non commerciali. Ma proprio il tetto dei 250 milioni e l’esplicita esclusione di banche, assicurazioni e Pa dal vantaggio fiscale ha obbligato il Governo a inserire in una delle ultime versioni della norma un esplicito riferimento al recente accordo comunitario sul Temporary framework. Il rischio di una possibile contestazione di selettività della misura e dunque di una sua incompatibilità con le regole Ue sugli aiuti di Stato è in questo modo scongiurata. Tra le altre precisazioni che arrivano dalla lettura della norma va segnalato anche l’obbligo del versamento per chi alla fine dello scorso anno non ha pagato la prima rata dell’acconto per l’anno d’imposta 2019.
Si tratta di un beneficio che riguarda 2 milioni di imprese e che, a conti fatti, rappresenta uno sconto di circa 4 miliardi di euro. Uno sconto su cui la maggioranza si è confrontata a lungo negli ultimi giorni, fino alle ore immediatamente precedenti al consiglio dei ministri. Ancora ieri pomeriggio Leu, con il sottosegretario all’Economia Cecilia Guerra, ha riconosciuto l’esigenza di aiutare le attività produttive colpite dall’emergenza e dal lockdown ma si è dichiarata contraria a un taglio generalizzato dell’Irap che finirebbe per «dare scarso sollievo alle imprese più piccole», già alleggerite nel carico fiscale dalle deduzioni. Considerazioni su cui il responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin si è detto «sconcertato» perché la crisi è generalizzata e tale deve essere anche l’aiuto. Segno ulteriore di una dialettica che nella maggioranza rimane parecchio vivace.
A dirimere la questione è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che raccogliendo la richiesta avanzata anche dal presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi ha scelto di abbonare il versamento del saldo e del primo acconto Irap di giugno per tutti.
Leggendo lo schema di norma entrata nella bozza di decreto portata al Consiglio dei ministri di ieri ci sarebbe però da chiarire cosa si intenda veramente per «non è altresì dovuto il versamento della prima rata dell’acconto» Irap. L’obiettivo è senz’altro quello di cancellare oltre al saldo 2019 anche l’acconto 2020, ma la sua traduzione letterale potrebbe lasciare intendere anche che al momento del saldo dovuto a giugno 2021 le imprese si dovrebbero trovare costrette a versare anche quanto «abbuonato» ora. Una precisazione per far intendere con più chiarezza che l’acconto di giugno 2020 scompare per sempre senza essere reimbarcato sul saldo del prossimo anno fugherebbe ogni possibile dubbio sugli adempimenti delle imprese. Perché nel fisco la lettera della norma è più importante degli obiettivi dichiarati. E il chiarimento potrebbe già essere inserito nella riscrittura della norma dopo il via ufficiale “salvo intese” del Consiglio dei ministri e prima della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, attesa entro il fine settimana.
Nella maggioranza Leu avrebbe voluto un taglio più selettivo, ma poi si è decisa una misura generalizzata