L’annuncio della Germania: stop alla chiusura il 15 giugno
Controlli più leggeri dal 16 maggio con Francia, Austria e Svizzera
Dal nostro corrispondente
Da lunedì il treno ad alta velocità Ice andata e ritorno Francoforte-Parigi ha ripreso a correre a 300 chilometri all’ora sulla sua tratta, una volta al giorno. Un simbolo della graduale riapertura della Germania dopo l’isolamento dal resto dell’Europa. E anche un atto di speranza nella ripresa di Deutsche Bahn, la compagnia ferroviaria tedesca, che sta viaggiando al 10% del suo business su scala nazionale e internazionale.
L’obiettivo di Berlino è ambizioso: « Riaprire completamente le frontiere entro il 15 giugno», ha detto ieri il ministro dell’Interno Horst Seehofer. Prima del big bang, è prevista una fase intermedia: dal 16 maggio al 15 giugno una parziale riapertura, con controlli più leggeri di quelli attuali, con Francia, Svizzera, Austria e via aereo con Italia e Spagna. Il confine Germania- Lussemburgo, che è già stato finora un’eccezione per il grande numero di pendolari, sarà totalmente aperto dal 16 maggio. E lo stesso potrebbe essere deciso per la Danimarca.
La totale riapertura delle frontiere della Germania dipenderà, seguendo un copione già collaudato per l’allentamento delle chiusure all’interno del Paese, dall’andamento dei contagi: dove verrà valicata la soglia dei 50 nuovi contagi ogni 100mila abitanti, i controlli e le chiusure potranno essere ripristinate.
La fase del disgelo dei controlli frontalieri, dal 16 maggio fino al 15 giugno, deve ancora essere messa a punto nei dettagli. Ieri sono state date alcune linee generali. I controlli che finora sono stati effettuati in maniera «sistematica» (tutti i viaggiatori, tutte le auto venivavo fermati in punti di snodo), diventeranno « più flessibili » , ovvero, fatti in maniera casuale. Finora la motivazione di un viaggio all’estero, per essere approvata, doveva rientrare in una casistica ristretta: trattamento medico, decesso di un familiare, ricongiungimento con il coniuge.
Dal 16 maggio fino al 15 giugno, nel caso di controllo sporadico, il viaggiatore deve dare prova di un motivo « valido, fondato » . Cosa questo possa significare, a ieri ancora non si sapeva. Un portavoce del ministero degli Interni ha spiegato che entro i prossimi giorni verranno date indicazioni più precise: precisando che sulla quarantena dipenderà la decisione del Paese visitato. Non è escluso che venga abolita per tutti gli spostamenti tra Paesi Schengen, se l’andamento della curva dei contagi lo consentirà.
In un’audizione al Parlamento, ieri la cancelliera Angela Merkel ha tracciato la rotta a livello europeo. « L’obiettivo - ha detto - se l’andamento delle infezioni lo permetterà, è che dal 15 di giugno i controlli di emergenza nell’area Schengen possano essere eliminati completamente » . Ma ha anche insistito nel voler trovare un giusto equilibrio tra la protezione della salute pubblica e la rimessa in moto l’economia. «Sarebbe deprimente se dovessimo tornare alle restrizioni che vogliamo lasciarci alle spalle - ha detto - per il solo fatto che vogliamo troppo e troppo in fretta. Per questo dobbiamo essere coraggiosi e attenti».
L’indice di contagio, che alla fine del lockdown era sceso in area 0,7 e nei primi giorni della riapertura era risalito lievemente sopra 1, il 12 maggio era pari a 0,94. L’istituto Robert Koch, che monitora l’andamento dell’epidemia in Germania, ha tuttavia spiegato che questo indice è soggetto a oscillazioni, collegato al modo in cui si raccolgono i dati ( lo scoppio di un focolaio può accentuarne le variazioni).
Angela Merkel continua a essere molto cauta: occorrono ancora due o tre settimane di rilevazioni sull’andamento dei contagi, prima di poter trarre le prime conclusioni.
Tra i settori più colpiti dell’economia, anche in Germania come nel resto del mondo, c’è quello del turismo. Proprio ieri il gruppo Tui, che ha sede ad Hannover, ha annunciato un piano di ristrutturazione con il taglio di 8mila posti di lavoro e la riduzione del 30% dei costi fissi, dopo aver richiesto e ottenuto 1,8 miliardi di aiuti a Berlino con un maxiprestito garantito dallo Stato.
«Lavoro sette ore la settimana», ha commentato ieri il dipendente di un’agenzia di viaggi a Francoforte, in Kurtzarbeit dopo lo scoppio della pandemia. Un altro simbolo della crisi che attraversa il settore.