L’energia regge al virus Per Terna e Acea target 2020 confermati
Hera e Falck: conti in rialzo A2A: dai soci ok al tandem Patuano-Mazzoncini
I conti trimestrali del mondo dell’energia al test dell’impatto dell’emergenza coronavirus. Così ieri è scattato il turno per alcune società che operano nei business regolati (Terna, Acea ed Hera) e i cui risultati, tutti in crescita, non hanno evidentemente risentito dell’effetto pandemia al punto che Terna e Acea hanno altresì confermato la guidance 2020. E sempre ieri, poi, dall’assemblea di
A2A è arrivato il via libera per il nuovo board con Marco Patuano designato presidente e Renato Mazzoncini destinato al ruolo di ad.
Terna ha quindi mandato in archivio la trimestrale, sfruttando la spinta delle attività regolate, con ricavi a 567,5 milioni (+5,7%), ebitda a 434,2 milioni (+3,3%), ebit a 282 milioni (+0,8%) e un utile netto pari a 186,6 milioni, in rialzo dello 0,3 per cento. Come da direzione impressa dall’ad uscente Luigi Ferraris (che sarà sostituito dal ceo di Acea, Stefano Donnarumma), nel primo trimestre sono poi cresciuti gli investimenti che hanno fatto segnare un rialzo del 32,3%, a 217,5 milioni. Quanto al debito, l’asticella di fine marzo si è attestata a 8,4 miliardi (a fronte degli 8,2 miliardi registrati al 31 dicembre 2019). Numeri che non risentono dunque dell’effetto virus, come ha ribadito in conference call anche il cfo Agostino Scornajenchi: «Non ci aspettiamo un impatto sulla marginalità del 2020».
Nessun riverbero della pandemia nemmeno per i risultati trimestrali di
Acea che si sono chiusi con un ebitda di 276 milioni (+12%), un ebit di 137 milioni (+3%) e ricavi consolidati per 834 milioni (+1%), mentre l’utile netto, a 71 milioni, ha registato un decremento (-6,5% rispetto al dato 2019 che beneficiava però di partite straordinarie, al netto delle quali il risultato sarebbe in crescita del 2%). Salgono anche gli investimenti, a quota 190 milioni (+26%), mentre l’indebitamento raggiunge i 3,18 miliardi e si confronta con i 3 miliardi registrati a fine 2019. Davanti agli analisti, il cfo Giuseppe Gola, prossimo ad del gruppo, ha spiegato che «l’impatto sul trimestre del virus è trascurabile» e che il piano strategico, annunciato per il secondo trimestre, «sarà presentato immediatamente dopo l’estate».
Anche Hera e Falck Renewables hanno archiviato il trimestre con risultati in netto progresso. Per Hera, i ricavi hanno fatto segnare quota 2,06 miliardi (+5,9%), il margine operativo lordo è stato pari a 349,2 milioni (+5,6%), l’ebit si è attestato a 211,7 milioni (+3,3%), mentre l’utile netto ha toccato quota 130,3 milioni (+0,5%). Bene anche l’indebitamento, pari a 3,2 miliardi, in calo di 45 milioni rispetto a dicembre 2019. Sui conti in crescita della multiutility ha inciso il contributo della crescita organica e dell’M&A che hanno più che compensanto anche gli effetti del Covid-19. Quanto a Falck Renewables: ricavi a 121 milioni (+14,3%), un Ebitda di 72,5 milioni (+15%) e un risultato ante imposte di 39 milioni (+12,4%). L’indebitamento finanziario netto è migliorato a 649,6 milioni di euro rispetto a 720,8 milioni di euro al 31 dicembre 2019. Gli investimenti si sono attestati a 37,6 milioni (da 45 milioni). Per quanto riguarda la guidance 2020, è stata ristretta la forbice nell’intervallo 196-202 milioni per l’ebitda e 40-42 milioni per l’utile netto anche in considerazione dell’impatto Covid. «Il miglior trimestre della nostra storia», ha commentato l’ad Toni Volpe con l’agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore.