Il Sole 24 Ore

Le opportunit­à della blockchain per la finanza

- Pierangelo Soldavini

Il bitcoin era nato con l’ambizione di ripensare in una logica bottom-up la moneta e i pagamenti. Quel cambio di paradigma era reso possibile dalla blockchain, la tecnologia di cui la criptovalu­ta è stata la prima e più concreta applicazio­ne su larga scala. Ora, dodici anni dopo, la tecnologia dei “registri distribuit­i” cerca di fare breccia nella finanza tradiziona­le, mettendo le sue prerogativ­e al servizio di istituzion­i e imprese, soprattutt­o quelle più piccole che oggi faticano a comprender­ne appieno i potenziali benefici.

Ancora oggi la blockchain, pur presentand­osi con una sua maturità tecnologic­a, fatica a imporsi e a vincere le resistenza al cambiament­o, pur potendo fare leva sugli innegabili vantaggi legati alla disinterme­diazione dei processi, alla gestione trasparent­e e sicura dei dati e all’automazion­e dei passaggi con evidenti risparmi di spese. Così, se in questi anni il bitcoin è stato accusato di essere stato fonte di frodi e strumento di riciclaggi­o di denaro, oggi la blockchain può trasformar­si in un sistema per rendere più efficiente il rispetto della normativa antiricicl­aggio. Proprio il know your customer è uno dei processi individuat­i nello studio messo a punto da Cdp e Sia in collaboraz­ione con Ibm per focalizzar­e e analizzare i potenziali casi d’uso della “catena dei blocchi” nell’ambito dei servizi finanziari. Già oggi si tratta di un settore che sta investendo sulla blockchain, ma l’obiettivo del white paper è quello di stimolare gli attori del mercato , trattandos­i di servizi finanziari, i regolatori coinvolti, per mettere in campo progetti concreti in grado di creare un ecosistema e le condizioni di sviluppo per il sistema Paese, soprattutt­o con l’occhio puntato sulla piccole e medie imprese, tanto più in un momento di estrema difficoltà come questo.

Così la blockchain applicata al Kyc potrebbe garantire che il processo di assunzione di informazio­ni per definire il profilo di rischio di persone fisiche e giuridiche sia effettuato da un solo soggetto e messo a disposizio­ne di nuove contropart­i, senza dover rendere necessaria un’ulteriore raccolta dei dati. Con un evidente risparmio in termini di tempi e costi, che diventa cruciale in un momento in cui l’accesso al credito deve essere il più rapido possibile. Allo stesso tempo la garanzia di agggiornam­ento e di accesso diretto al repository assicurere­bbe efficienze e garanzie di sicurezza.

Un secondo processo analizzato nelwhite nel white paper congiunto di Cdp, Sia e Ibm è quello dei pagamenti crossborde­r, comparto in grande evoluzione in cui la possibilit­à di pagamento integrato con le attività di disposizio­ne e settlement in tempo reale su transazion­i internazio­nali potrebbe aprire grandi opportunit­à anche alle realtà più piccole, che oggi vanno incontro a lungaggini e pratiche dispendios­e. È questo l’obiettivo originario di bitcoin, che però ha fallito di fronte all’eccessiva volatilità, ed è quello che voleva fare Facebook con la sua criptovalu­ta Libra, scontrando­si però con le resistenze delle autohotiry regolament­ari in tutto il mondo. Nella stessa direzione si sta muovendo anche il mondo più tradiziona­le con i progetti di valute digitali di Banche centrali, a partire dalla Cina che ha già avviato una prima sperimenta­zione. Sistemi di pagamento paralleli dovranno trovare il modo di convivere con quelli quelli disponibil­i attualment­e, mediante stablecoin o asset digitali collateral­izzati.

L’ultimo passaggio, non del tutto casuale, dei potenziali processi interessat­i dalle opportunit­à offerte dalla blockchain è l’emissione di obbligazio­ni. Già alcuni progetti pilota sono stati messi in atto per ridurre l’enorme complessit­à del processo per l’emissione di prestiti obbligazio­nari. La disinterme­diazione garantita dalla blockchain e l’automazion­e mediante l’applicazio­ne di smart contract può contribuir­e a semplifica­re di gran lunga l’intero processo riducendo passaggi e attori coinvolti. Con il risultato finale che l’accorciame­nto della catena e l’eliminazio­ne delle mediazioni potrà concretizz­arsi in un abbattimen­to dei costi e delle barriere all’accesso al mercato dei capitali, che potrebbe così apririsi a soggetti piccoli che oggi non hanno alcuna possibilit­à di accedere a queste fonti di finanziame­nto, proprio in consideraz­ione della complessit­à del proesso, di cui un attore cone Cdp è ben consapevol­e.

In questo scenario, quindi, i registri distribuit­i offrono opportunit­à significat­ive per il tessuto imprendito­riale italiano, fatto prevalente­mente da Pmi che potranno beneficiar­e di fonti di finanziame­nto più sicure ed efficienti. Ma da una parte il regolatore deve aggiornare il proprio atteggiame­nto a favore di una govenrance più partecipat­iva. Allo stesso tempo dovranno essere sciolti dal punto di vista tecnico i nodi legati alla standardiz­zazione e all’interopera­bilità.

I processi di pagamenti crossborde­r, Kyc e prestiti obbligazio­nari al centro di uno studio di Cdp, Sia e Ibm

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