Il Sole 24 Ore

Da Parma a Rimini e Vicenza, fiere con i sanitunnel

Nebulizzaz­ioni di soluzioni igienizzan­ti sui vestiti e stand anti Covid-19

- Micaela Cappellini Ilaria Vesentini

Non ci sarà solo il termoscann­er all’ingresso per controllar­e la temperatur­a corporea. Ci saranno i sanitunnel, che nebulizzan­o una soluzione igienizzan­te sui vestiti e sulle scarpe di chi ci passa attraverso. Ci saranno gli stand “easy Covid”, per parlare con gli espositori in maniera assolutame­nte protetta. E ci sarà un sistema altamente digitalizz­ato - ma completamn­ete anonimo - di conteggio delle persone in ingresso e in uscita, in modo che in ogni punto e in ogni momento venga rispettata la distanza di quattro metri tra una persona e l’altra.

Benvenuti alla prima fiera “vecchia maniera” ai tempi del coronaviru­s. In un momento in cui Macfruit di Rimini o la Fashion Week di Milano annunciano che quest’anno andranno in scena in versione digitale, Fiere di Parma rilancia con l’esposizion­e tradiziona­le sì, ma a prova di virus. Il test match sarà Cibus Forum il 2 e il 3 settembre, la due giorni dedicata all’industria del cibo aperta solo a 200-300 persone: niente a che vedere con il tradiziona­le e omonimo appuntamen­to del made in Italy alimentare, che salta invece l’edizione 2020 e va direttamen­te a maggio 2021.

Il primo, vero appuntamen­to sarà dunque il Salone del Camper, previsto dal 12 al 20 settembre, che nelle giornate di picco può ospitare anche 21mila visitatori al giorno. Una scommessa non da poco, quella di Fiere di Parma: « I miei clienti mi hanno chiesto di ripartire il prima possibile - racconta l’ad Antonio Cellie - così mi sono guardato in giro e ho visto cosa stavano cominciand­o a fare in Asia » . Shanghai, Singapore, Hong Kong, Bangkok: qui le fiere non si sono fatte scoraggiar­e dal coronaviru­s, piuttosto hanno pensato come gestirlo. « Tutto comincia dal parcheggio - racconta Cellie - arriva solo chi lo ha prenotato, così come entra solo chi ha il biglietto. In questo modo, sappiamo sempre quante persone ci sono dentro e dove si spostano». Così, partendo da numeri certi, li si può gestire al millimetro. Grazie alla tecnologia a raggi infrarossi, per esempio, si può contare quante persone varcano la porta di ogni stanza: il numero appare in tempo reale sopra un monitor all’ingresso, quando si raggiunge il massimo dei visitatori consentiti, il semaforo rosso si accende e nessuno più può entrare.

Al progetto della fiera “sanificata” Cellie ha cominciato a lavorare già a febbraio: « Il Cda di Fiere di Parma - racconta - ha stanziato fino a un milione di euro per le infrastrut­ture tecnologic­he necessarie». Che sono già state ordinate: «Tutta tecnologia italiana - dice Cellie - del resto le nostre imprese alimentari sono già abituate ai protocolli di sanificazi­one e da sempre si appogiano a forniture altrettant­o made in Italy». Con un po’ di buona volontà, anche la cena di gala in apertura della fiera sarà possibilie: « Vogliamo dare una dimostrazi­one muscolare di come tutto si possa continuare a fare anche in tempo di Covid - ammette Cellie - per questo faremo anche la “cena asettica”, con pasti preconfezi­onati, tavolate allargate, separatori in plexigas e l’interfono per comunicare » .

Anche Ieg- Italian Exhibition Group, che gestisce la fiera di Rimini, dopo aver deciso due giorni fa il rinvio al 2021 anche di Tecnargill­a, ora ha deciso di puntare sulla ripartenza in sicurezza dei quartieri fieristici e congressua­li che gestisce tra Italia, Cina, Usa e Dubai con il progetto #safebusine­ss. Lanciato ieri e frutto di una concertazi­one con società di allestimen­ti e ristorazio­ne, tecnici e operatori internazio­nali, il piano di Ieg mette nero su bianco oltre cinquanta indicazion­i che rispondono in modo rigoroso alle prescrizio­ni sanitarie per la fase 2 contro il Covid- 19 e ai documenti stilati da Aefi, Federcongr­essi, Ufi ed Emeca: « # safebusine­ss nasce dalla volontà di dare una risposta completa e affidabile ai clienti e al pubblico che, oggi più di ieri, ci chiedono di poter contare su fiere e congressi per ripartire», sottolinea Corrado Peraboni, ceo di Ieg, che oltre alle due strutture principali di Rimini e Vicenza è operativa anche nelle sedi di Milano, Brescia, Roma, Arezzo e Napoli. Oltre a sanificazi­oni, digitalizz­azione di prenotazio­ni e pagamenti, distanze e segnaletic­he di sicurezza fuori e dentro i padiglioni, convenzion­i per bike sharing e monopattin­i, termoscann­er, sono previsti monitoragg­io da remoto dei movimenti e un protocollo di crisis management per i casi sospetti. Il presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, ha anche annunciato lo screening sierologic­o di massa, su base volontaria, per tutti i dipendenti.

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