Pronto il respiratore del team Ferrari-IIT
Si chiama FI5. «F» come Ferrari, «I» come Istituto italiano di tecnologia e «5» come le settimane che sono passate dall’avvio del progetto all’accensione del primo prototipo. È un ventilatore polmonare che potrà essere utilizzato dagli ospedali di tutto il mondo per affrontare l’emergenza da COVID-19.
A realizzarlo è stato l’inedito team Ferrari-IIT, nato nel pieno dell’emergenza. Il risultato del lavoro congiunto tra la casa di Maranello e l’Istituto genovese è un caso perfettamente riuscito di trasferimento tecnologico della ricerca: FI5 è affidabile, versatile, facile da usare e da assemblare, in grado di ottimizzare il consumo di ossigeno e di essere prodotto in serie utilizzando materiali di facile reperibilità, così da avere un costo di gran lunga inferiore a quello dei ventilatori polmonari attualmente sul mercato.
Le specifiche del ventilatore, i disegni, il software e la lista dei componenti sono ora a disposizione come “open source project”: chiunque potrà produrlo. Sono già in corso contatti tra Ferrari, IIT e diverse aziende italiane e straniere (in particolare attive in Messico e Stati Uniti), per procedere alla certificazione e alla distribuzione. IIT, inoltre, sfrutterà la rete dei centri di ricerca europei per veicolare il progetto sul network DIH-HERO, dedicato alle tecnologie robotiche in sanità.
Il progetto ha visto lavorare fianco a fianco risorse umane di eccellenza. Gli uomini Ferrari - ingegneri e tecnici “presi in prestito” dai reparti Gestione Sportiva e GT - sono stati guidati da Simone Resta, head of chassis engineering, e da Corrado Onorato, F1 innovation manager. L’IIT ha messo in campo una squadra di ricercatori e ingegneri coordinati da Marco Maggiali, facility coordinator Icub tech, e Andrea Pagnin, research manager di IIT. Il team ha lavorato fin dall’inizio con varie strutture sanitarie come l’ospedale Niguarda di Milano e l’ospedale Policlinico San Martino di Genova. Decisivo è stato anche il coinvolgimento del Gruppo Camozzi, che ha avuto un ruolo chiave nella scelta di alcuni componenti fondamentali, effettuando anche esperimenti specifici su propri prodotti per poter fornire dati utili per i modelli di simulazione.
Il primo prototipo, assemblato presso la sede dell’IIT di Genova, ha superato tutti i test di funzionamento.