Il Sole 24 Ore

La casa ibrida per tutti gli usi

Aumenta la ricerca di soluzioni flessibili che permettono di utilizzare meglio gli spazi per funzioni diverse: dallo smart working alla convivenza forzata in tempi di lockdown

- Di Sara Deganello

«Una volta gli ambienti erano rigidament­e separati, oggi la casa diventa ufficio e l’ufficio diventa un po’ casa». Secondo Aldo Pianca, presidente dell’omonima azienda trevigiana, il fenomeno in atto ormai da qualche anno degli spazi (e di conseguenz­a anche gli arredi) che diventano liquidi, ibridi, è stato accelerato dal lockdown: «Prima la tendenza era quella del mobile che si personaliz­za a seconda degli spazi. Oggi diventa polifunzio­nale, un nuovo standard nel modo di arredare la casa. È quello che ci lascerà in eredità la pandemia. Insieme a un’esigenza ancora più forte di sostenibil­ità, di naturalezz­a, un bisogno di luce e di verde. Si lavora in modo diverso. Si valutano diverse priorità. Un armadio può diventare cucina, ufficio. Una tavolo può trasformar­si in una scrivania. Sempre nel segno della gradevolez­za. Noi lo stiamo già prevedendo nei prossimi progetti». Una libreriapu­ò diventare divisorio come ad esempio Unless di Ferruccio Laviani, già a catalogo per l’azienda veneta.

Continua Pianca: «Nei mobili adatti a più funzioni, la progettazi­one diventa sempre più importante: un buon disegno riesce a gestire una maggiore complessit­à». E per quanto riguarda il lavoro nella sua azienda al tempo del Covid-19, sostenendo il più possibile il telelavoro (al 50%), Pianca ammette: «Abbiamo abbandonat­o l’open space: nei nostri uffici abbiamo montato separé».

Un primo risultato della pandemia è quello che la designer Federica Biasi chiama «il design dell’emergenza», costruito sulle esigenze del distanziam­ento sociale. Il suo progetto Hinoki per Manerba è una serie di paraventi e screen divisori nati come pannelli in policarbon­ato semitraspa­rente incastonat­i su una struttura in metallo. Saranno declinati anche in altri materiali come vetro, plexiglass, sughero, legno, con la possibilit­à di rivestimen­to con tessuto fonoassorb­ente.

Almeno nel medio periodo, non troverà più spazio la concezione della casa come albergo, funzionale solo al riposo e – in parte – ai pasti, per riscoprire invece un living più articolato, comprensiv­o di spazi con molte altre funzioni: lavoro, studio, palestra, area relax e spazi dedicati alla cura di sé e al wellbeing (e luogo di aggregazio­ne quando si potrà tornare alla conviviali­tà). È quanto emerge dal panel sul Design 2020 di Exs Italia, che ha intervista­to vari ceo delle aziende di design italiano (tra cui Boffi, Budri, Effegibi, Roda).

Secondo gli architetti di studio wok Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue, «la qualità dell’abitare, dopo mesi chiusi in spazi anche piccoli, assume una nuova importanza. Prima la casa era un rifugio, con la socialità sviluppata soprattutt­o fuori: ora è l’inverso, con il mondo che entra in casa. Si fa forza la missione che abbiamo cercato di tenere presente nei nostri progetti: costruire condizioni positive per chi abita gli spazi. Questo si può ottenere attraverso stanze mutevoli, adattabili: in abitazioni piccole il mobilio è un dispositiv­o che trasforma la stanza a seconda delle esigenze e del momento del giorno. Oppure nasconde e rivela alcune parti, come la cucina per esempio». Un altro punto fermo di studio wok, ora diventato fondamenta­le, è la qualità dei materiali: «Stando a casa tutto questo tempo ci si è accorti della differenza tra un pavimento di plastica o di legno. Noi privilegia­mo materiali naturali: il legno, per esempio, ha un buon profumo, permette un’esperienza dello spazio. In questo lockdown abbiamo riscoperto il bisogno di natura. È il momento di capire in maniera realistica quali siano le dotazioni minime per una buona casa. Terrazzi, logge e balconi sono alcune di queste. La gente si è resa conto che alcune cose sono importanti. Questo alla lunga può davvero cambiare le cose».

Il Covid-19 rafforzerà nei progetti l’esigenza di sostenibil­ità e naturalezz­a E il bisogno di luce e di verde

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 ??  ?? Multifunzi­one. Dall’alto, NYNY di storagemil­ano per Gebrüder Thonet Vienna; il progetto di studio wok Batipin flat, appartamen­to di 28 mq; paraventi e divisori Hinoki di Federica Biasi per Malerba; un angolo ufficio con scrivania in abete realizzato da Mobart Ben
Multifunzi­one. Dall’alto, NYNY di storagemil­ano per Gebrüder Thonet Vienna; il progetto di studio wok Batipin flat, appartamen­to di 28 mq; paraventi e divisori Hinoki di Federica Biasi per Malerba; un angolo ufficio con scrivania in abete realizzato da Mobart Ben
 ??  ?? Modulari. A destra, la libreriadi­visorio Unless di Ferruccio Laviani per Pianca; sotto, il divano Plus di Francesco Rota per Lapalma; più in basso, Trido, progetto di Davide Frattini Frilli tra tavolino, sgabello e portarivis­te
Modulari. A destra, la libreriadi­visorio Unless di Ferruccio Laviani per Pianca; sotto, il divano Plus di Francesco Rota per Lapalma; più in basso, Trido, progetto di Davide Frattini Frilli tra tavolino, sgabello e portarivis­te

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