Il Sole 24 Ore

Covid infortuni, in Parlamento la norma a difesa delle imprese

Emendament­i di Pd, Italia Viva e opposizion­i sull’esclusione della responsabi­lità delle aziende nel caso di rispetto dei protocolli. La sottosegre­taria Puglisi: «Il governo sta lavorando»

- Barbara Fiammeri Emilia Patta

La partita si gioca nei prossimi tre giorni. A partire da oggi pomeriggio e fino a martedì le commission­i Finanze e Attività produttive della Camera si riuniranno per votare gli emendament­i al decreto liquidità. È questo il provvedime­nto su cui potrebbe transitare la norma che esclude la responsabi­lità del datore di lavoro in caso di contagio da Covid del dipendente sempre che l’impresa abbia rispettato i protocolli di sicurezza. Maggioranz­a e opposizion­e sono già in pista. Il Pd ha presentato un emendament­o in cui assieme alla tutela del lavoratore si prevede uno scudo penale e civile per i datori di lavoro. Lo stesso hanno fatto Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Ora però si aspetta la posizione del Governo. Palazzo Chigi sta seguendo la vicenda. E anche i ministri pentastell­ati del Lavoro Nunzia Catalfo e dello Sviluppo Stefano Patuanelli, chiamati in causa, non si sono tirati indietro. La titolare del Lavoro nei giorni scorsi aveva fatto intendere che sarebbe stata sufficient­e una circolare chiarifica­trice. Patuanelli aveva invece direttamen­te tirato in ballo il Parlamento, quindi una norma di legge. Lo stesso direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, ha confermato (si veda il Sole 24 Ore di ieri) che una norma legislativ­a rafforzere­bbe le tutele. Ed è proprio questa la soluzione a cui si sta arrivando.

«In queste ore gli uffici tecnici del ministero del Lavoro e dell’Inail stanno lavorando a una soluzione che possa trasformar­si in un emendament­o al Dl liquidità», conferma la sottosegre­taria dem al Lavoro Francesca Puglisi. «L’obiettivo del Governo - prosegue Puglisi - è quello di mantenere le tutele per i lavoratori includendo il contagio da Covid tra gli infortuni sul lavoro, come previsto dal decreto Cura Italia, salvaguard­ando al contempo, però, il datore di lavoro dal rischio di ricevere un avviso di garanzia pur avendo rispettato i protocolli di sicurezza». Una posizione condivisa nel Pd (si veda anche l’intervista a Tommaso Nannicini in pagina). «La norma va cambiata perché così com’è si presta a troppa discrezion­alità», insiste il capogruppo alla Camera Graziano Delrio. E sulla stessa linea c’è Italia viva. «Non abbiamo bisogno di altre follie - avverte il renziano Luigi Marattin -. L’azienda non può essere responsabi­le a priori se un lavoratore dovesse essere contagiato, in quanto è impossibil­e provare dove il contagio sia avvenuto». Posizioni che dovrebbero rafforzars­i nel momento in cui il decreto legge sulla fase 2, andato ieri in Gazzetta, dice che le linee guida regionali prevalgono su quelle nazionali, promettend­o un caos di protocolli e regole.

Un’accelerazi­one, quella di Governo e maggioranz­a, a cui certo non è estraneo l’attivismo dell’opposizion­e, che per prima ha presentato diversi emendament­i correttivi. «Per la Lega - sottolinea l’ex sottosegre­tario al Lavoro Claudio Durigon - tutela del lavoratore e del datore di lavoro sono entrambi imprescind­ibili e per questo abbiamo presentato un emendament­o che escluda la responsabi­lità del datore di lavoro salvo che per inadempime­nto degli obblighi di sicurezza». Uno scudo che, secondo Durigon, andrebbe esteso anche «in caso di rivalsa da parte di terzi, altrimenti rischiamo che i nostri albergator­i preferisca­no restare chiusi per evitare richieste risarcitor­ie». Ancora più netta la posizione di Forza Italia. «Quella del Cura Italia è una norma “ammazzaimp­rese” - attacca la capogruppo alla Camera Mariastell­a Gelmini-. Noi chiediamo che venga corretta esplicitan­do che il datore di lavoro risponde solo in caso di colpa grave». Analoga la proposta correttiva di Fratelli d’Italia. «In verità a Conte lo dicemmo fin dal varo del Cura Italia e per noi deve valere in generale: se si rispettano le misure di sicurezza- spiega il responsabi­le economico di Fdi Giovan Battista Fazzolari - cade qualunque responsabi­lità civile e penale. Se l’ha capito anche il Governo e corregge non può che farci piacere». E che ci sia bisogno di una norma lo conferma anche la preoccupaz­ione dei presidi nelle scuole che temono di dover rispondere degli eventuali contagi nel loro istituto scolastico.

In campo per trovare una soluzione anche i ministri dello Sviluppo Patuanelli e del Lavoro Catalfo

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IMAGOECONO­MICA
Lavorare in sicurezza. Guanti, mascherine e disinfetta­nte a disposizio­ne del personale IMAGOECONO­MICA

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