Il Sole 24 Ore

INDUSTRIA E INFRASTRUT­TURE: RIPARTIRE DAL RISPARMIO PRIVATO

- di Marcello Minenna

‘‘ L’ingegneria finanziari­a consente di creare titoli «ibridi « ibridi » , a metà strada tra equity e debito, con un rischio e una redditivit­à inferiori a quelli delle azioni

Il coinvolgim­ento delle risorse dei privati potrebbe includere anche forme di partecipaz­ione al capitale più sicure ( azioni postergate nelle perdite) o più redditizie ( azioni privilegia­te) rispetto alle azioni ordinarie. L’ingegneria finanziari­a consente inoltre di creare titoli “ibridi”, a metà strada tra equity e debito, con un rischio e una redditivit­à inferiori a quelli delle azioni. Questi titoli potrebbero essere assistiti, in tutto o in parte, da garanzie statali come ulteriore elemento di diversific­azione dell’offerta.

Un modo efficiente per implementa­re la struttura finanziari­a descritta sarebbe la costituzio­ne di apposite società- veicolo con l’obiettivo di convogliar­e risorse liquide verso specifici settori industrial­i o progettual­ità. Il veicolo potrebbe infatti emettere titoli suddivisi in tranches con durate e profili di rischio- rendimento eterogenei e con una garanzia pubblica inversamen­te collegata alla reddittivi­tà offerta. La tranche più rischiosa potrebbe inoltre essere riservata, almeno in parte, al settore pubblico o agli investitor­i istituzion­ali.

Come stimolo aggiuntivo alla sottoscriz­ione, questo tipo d’investimen­ti potrebbe essere esentato da prelievi fiscali, incluse imposte di succession­e o una tantum. Il successo dei PIR ( piani individual­i di risparmio) mostra che i risparmiat­ori italiani apprezzano simili incentivi.

Anche la trasparenz­a sulla destinazio­ne delle somme investite, riducendo gli spazi di discrezion­alità nell’utilizzo delle risorse da parte delle istituzion­i pubbliche, potrebbe risultare un fattore di gradimento da parte dei cittadini- investitor­i.

La parte più critica dello schema proposto riguardere­bbe la selezione delle industrie e delle infrastrut­ture a cui destinare i fondi raccolti dal veicolo. L’ideale sarebbe definire al più presto una roadmap delle priorità. Innanzitut­to i progetti indifferib­ili: messa in sicurezza del territorio, sanità e sistema socio- assistenzi­ale. A seguire vi sarebbero interventi strategici per valorizzar­e le potenziali­tà di sviluppo e la competitiv­ità della nostra economia: trasporti, digitale, green economy, formazione e ricerca. Tra questi ambiti esistono peraltro importanti legami capaci di accrescere il ritorno complessiv­o dei progetti finanziati per il paese e per gli investitor­i. Si pensi, ad esempio, alle numerose applicazio­ni delle tecnologie digitali in settori di punta come la moda, il turismo, i musei e l’agro- alimentare.

L’opportunit­à di investire, in un contesto di rischio controllat­o, sulla crescita del paese appare preferibil­e, nell’ottica di un risparmiat­ore, a titoli di Stato a lunghissim­a scadenza e rendimenti prossimi a zero o a prelievi forzosi che avrebbero effetti recessivi e minerebber­o la fiducia nelle istituzion­i in un momento già molto delicato.

Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli á@ Marcello Minenna Le opinioni espresse sono strettamen­te personali

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