INDUSTRIA E INFRASTRUTTURE: RIPARTIRE DAL RISPARMIO PRIVATO
‘‘ L’ingegneria finanziaria consente di creare titoli «ibridi « ibridi » , a metà strada tra equity e debito, con un rischio e una redditività inferiori a quelli delle azioni
Il coinvolgimento delle risorse dei privati potrebbe includere anche forme di partecipazione al capitale più sicure ( azioni postergate nelle perdite) o più redditizie ( azioni privilegiate) rispetto alle azioni ordinarie. L’ingegneria finanziaria consente inoltre di creare titoli “ibridi”, a metà strada tra equity e debito, con un rischio e una redditività inferiori a quelli delle azioni. Questi titoli potrebbero essere assistiti, in tutto o in parte, da garanzie statali come ulteriore elemento di diversificazione dell’offerta.
Un modo efficiente per implementare la struttura finanziaria descritta sarebbe la costituzione di apposite società- veicolo con l’obiettivo di convogliare risorse liquide verso specifici settori industriali o progettualità. Il veicolo potrebbe infatti emettere titoli suddivisi in tranches con durate e profili di rischio- rendimento eterogenei e con una garanzia pubblica inversamente collegata alla reddittività offerta. La tranche più rischiosa potrebbe inoltre essere riservata, almeno in parte, al settore pubblico o agli investitori istituzionali.
Come stimolo aggiuntivo alla sottoscrizione, questo tipo d’investimenti potrebbe essere esentato da prelievi fiscali, incluse imposte di successione o una tantum. Il successo dei PIR ( piani individuali di risparmio) mostra che i risparmiatori italiani apprezzano simili incentivi.
Anche la trasparenza sulla destinazione delle somme investite, riducendo gli spazi di discrezionalità nell’utilizzo delle risorse da parte delle istituzioni pubbliche, potrebbe risultare un fattore di gradimento da parte dei cittadini- investitori.
La parte più critica dello schema proposto riguarderebbe la selezione delle industrie e delle infrastrutture a cui destinare i fondi raccolti dal veicolo. L’ideale sarebbe definire al più presto una roadmap delle priorità. Innanzitutto i progetti indifferibili: messa in sicurezza del territorio, sanità e sistema socio- assistenziale. A seguire vi sarebbero interventi strategici per valorizzare le potenzialità di sviluppo e la competitività della nostra economia: trasporti, digitale, green economy, formazione e ricerca. Tra questi ambiti esistono peraltro importanti legami capaci di accrescere il ritorno complessivo dei progetti finanziati per il paese e per gli investitori. Si pensi, ad esempio, alle numerose applicazioni delle tecnologie digitali in settori di punta come la moda, il turismo, i musei e l’agro- alimentare.
L’opportunità di investire, in un contesto di rischio controllato, sulla crescita del paese appare preferibile, nell’ottica di un risparmiatore, a titoli di Stato a lunghissima scadenza e rendimenti prossimi a zero o a prelievi forzosi che avrebbero effetti recessivi e minerebbero la fiducia nelle istituzioni in un momento già molto delicato.
Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli á@ Marcello Minenna Le opinioni espresse sono strettamente personali