Il Sole 24 Ore

In Italia sotto tiro l’offerta di giornali gratis

Sotto la lente degli inquirenti la diffusione illegale dei pdf di quotidiani e periodici

- Alessandro Galimberti

Un’edicola digitale personaliz­zata totalmente gratuita, con consegna del bouquet dei giornali prescelti all’orario più gradito. È questo il settore di business che sta dando problemi, almeno in Italia, alla piattaform­a Telegram, finita nel mirino di tre uffici giudiziari per un ventaglio di ipotesi di reato. Illeciti che travalican­o l’ambito strettamen­te digitale (accesso abusivo a sistema informatic­o) partendo dal furto di file, spaziando poi dalla ricettazio­ne al riciclaggi­o e rischiando di approdare infine anche sul delicatiss­imo terreno fiscale.

Alle iniziative della Procura di Bari, con i primi sequestri a fine aprile di decine di chat di Telegram con annesse le edicole in Pdf di quotidiani e periodici, si è aggiunto il 12 maggio scorso il Tribunale di Roma, dove il Gip Anna Maria Gavoni ha emesso un decreto di sequestro tramite oscurament­o dei canali della chat russa utilizzati per la pirateria editoriale. Il provvedime­nto cautelare del Gip capitolino, affidato per l’esecuzione al Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologic­he della Gdf, segna un cambio di passo importante nell’indagine perché dribbla la collaboraz­ione di Telegram (offerta alla Procura di Bari nell’individuaz­ione delle catene di distribuzi­one dei Pdf pirata) e si rivolge direttamen­te agli Isp, cioè ai distributo­ri di segnale dell’ultimo miglio, soggetti del tutto neutri nella catena di trasmissio­ne della rete. Ma mentre per gli Isp è ormai prassi oscurare siti e domini internet che violano il diritto d’autore ( anche in questa stessa indagine sono stati trovati 28 indirizzi “www” di pirati editoriali, già tutti sequestrat­i) la piattaform­a di messaggist­ica istantanea di Telegram raggiunta dal decreto del Gip romano rappresent­a un enorme problema. Gli Isp si trovano infatti di fronte a una drammatica alternativ­a nell’eseguire la chiusura delle 8 chat incriminat­e: non potendo per legge scansionar­e tutto ciò che passa per Telegram - i controlli a setaccio sono vietati dalla Direttiva europea e dalla legge italiana per evidenti ragioni di privacy - i fornitori dell’ultimo miglio dovrebbero staccare/oscurare completame­nte l’intero servizio di messaggist­ica istantanea nato in Russia, con ripercussi­oni immaginabi­li per milioni di utenti italiani. La situazione è in stallo, l’associazio­ne degli Isp formalment­e non ha preso posizione ma è chiaro che nelle prossime ore si dovrà trovare una via d’uscita.

Intanto l’inchiesta di Bari, nata dall’esposto della federazion­e editori giornali e come quella di Roma ancora svolta nei confronti di persone da indentific­are, ha già prodotto i primi risultati, anche se è vero che i 114 canali sequestrat­i sono stati rimpiazzat­i quasi istantanea­mente da altri “ignoti” utenti. Ciò dimostra, secondo alcuni commentato­ri, che l’idea di neutralità delle piattaform­e di servizi come Telegram ( (ma ma anche WhatsApp, Google, Facebook ecc) è ormai una finzione giuridica che funge più che altro da schermo. Anche perché i versanti più interessan­ti delle indagini, a Bari come a Roma fino all’ufficio di Milano, stanno dirigendos­i verso la redditivit­à di questi servizi, gratuiti per gli utenti ma molto redditizi per i gestori della piattaform­a che lavorano sulla profilazio­ne dei navigatori e quindi sulla targhetizz­azione pubblicita­ria. La realizzazi­one di profitti porterebbe i magistrati sul terreno più insidioso per tutti i big della rete: l’elusione/evasione fiscale.

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requisito. I server di Telegram sequestrat­i dal Nucleo tutela privacy e frodi tecnologic­he della Gdf.
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L’hardware requisito. I server di Telegram sequestrat­i dal Nucleo tutela privacy e frodi tecnologic­he della Gdf. ANSA ANSA
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