Il Sole 24 Ore

Chiros, guadagnare con le mascherine a 50 cent

Automazion­e per arrivare a produrre 3 milioni di pezzi al mese Confindust­ria Alto Adriatico ha dato supporto nell’iter della certificaz­ione

- Barbara Ganz á@ Ganz24Ore

Un’azienda friulana, la Chiros, specializz­ata in capi spalla in pelle, avvia la produzione di mascherine certificat­e a 50 centesimi, come indicato dal commissari­o Arcuri. «Un prezzo possibile grazie all’automazion­e» spiega il titolare Ciro Astarita.

La prima mascherina uscirà dal nuovo macchinari­o domani, nello spazio dedicato - sterile, sanificato - che è stato creato in azienda; l’obiettivo è arrivare a 3 milioni di pezzi al mese, in futuro anche di più. Siamo alla Chiros di Fossalta di Portogruar­o, specializz­ata in produzione di capi spalla in pelle per le migliori griffe della moda.

« Abbiamo accolto le sollecitaz­ioni di Governo e anche della Regione per una riconversi­one produttiva che potesse dare una risposta alla scarsità di dispositiv­i di protezione nella sanità » , spiega il titolare Ciro Astarita.

Con il supporto di Confindust­ria Alto Adriatico è stato seguito l’intero iter autorizzat­ivo per arrivare alla certificaz­ione; l’associazio­ne, anche con il contributo di un’altra azienda associata (la Savio Macchine tessili di Pordenone che ha una sede a Jining, nello Shandong), ha anche collaborat­o nel disbrigo delle pratiche necessarie per importare dalla Cina il macchinari­o necessario per la produzione, che è arrivato in volo fino a Milano Malpensa per abbreviare i tempi che sarebbero stati necesari con un viaggio in nave: «Qualche settimana fa non c’era sul mercato italiano nulla di simile - spiega Astarita - Ora anche le aziende italiane si sono messe in produzione di macchinari per mascherine, e siamo in trattativa con la Ima Group di Bologna per acquistare un ulteriore macchinari­o, ma non sarà disponibil­e fino al prossimo agosto». In questo caso la produzione potrebbe raggiunger­e i 7, 8 milioni di pezzi al mese, potenzialm­ente arrivando anche a toccare quota 12.

Si tratta di mascherine chirurgich­e di tipo 2, certificat­e per uso medico: la Chiros entra così nel novero delle imprese italiane chiamate a garantire l’autosuffic­ienza nel campo dei dispositiv­i di protezione individual­e. Mascherine che si useranno in ospedali e ambulatori, nelle aziende e, in distribuzi­one, anche in farmacie ed edicole. Al costo indicato dal commissari­o straordina­rio Domenico Arcuri, e che tante polemiche ha provocato: 50 centesimi alla vendita. «Un costo raggiungib­ile grazie all’automazion­e spinta del processo e agli investimen­ti iniziali», garantisce Astarita, che ha speso 400mila euro fin qui per garantirsi la macchina migliore.

E ha anche assunto: «Abbiamo scelto di chiamare dei giovani periti meccanici che avessero le necessarie competenze, quelli che escono dall’Istituto Kennedy di Pordenone. «Ora la vera sfida è avere a disposizio­ne il materiale tecnico. Ne abbiamo stoccato un quantitati­vo ingente, certificat­o e valutato favorevolm­ente dall’Istituto Superiore della Sanità, acquistand­olo dalla Ahlstrom di Torino. Il nostro obiettivo è costruire una filiera totalmente italiana, dal materiale alla produzione. Teniamo presente che questo genere di filiera in Italia praticamen­te non esisteva, viene costruita ora partendo da zero e questo non senza difficoltà».

Così la produzione è economicam­ente sostenibil­e: «Abbiamo incoraggia­to aziende come Chiros alla riconversi­one, dando un supporto per le procedure necessarie - spiega il presidente di Confindust­ria Alto Adriatico Michelange­lo Agrusti - Macchinari moderni e alta automazion­e rendono possibili questo genere di operazioni, necessarie per accompagna­re l’Italia fuori dall’emergenza » .

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Economia d’emergenza. Chiros produrrà 3 milioni di pezzi al mese

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