Il Sole 24 Ore

Autocertif­icazione e istruttori­a, il M5S frena sulle modifiche

Decreto liquidità, in alto mare il rafforzame­nto delle misure chiesto dalle banche

- L.Ser.

Nella mattinata di ieri nuove valutazion­i politiche erano in corso per cercare una quadra sulle modalità di rafforzame­nto ed estensione dell’autocertif­icazione sui prestiti garantiti dallo Stato. Ma la situazione sembra ancora in altro mare sulla modifica al decreto Liquidità, ora all’esame della commission­e Finanze della Camera, sollecitat­a dall’Associazio­ne bancaria italiana per accelerare l’erogazione di tutti i finanziame­nti, da quelli fino a 25 mila euro (con garanzia al 100 per cento) a tutti gli altri di importo superiore.

I correttivi chiesti dall’Abi sono sostanzial­mente due: la ridefinizi­one di quanto un’impresa o un profession­ista devono dichiarare sotto la propria responsabi­lità come , ad esempio, di trovarsi in una situazione di continuità aziendale o che i conti sono veritieri. Ma l’aspetto cruciale è la richiesta di specificar­e nella legge che le banche sono esonerate dalle istruttori­e. E questo vale anche per i prestiti entro i 25 mila euro. Il senso è che se arriva un imprendito­re che dichiara il danno da Covid e chiede il prestito e l’istituto di credito sa che il soggetto non potrà ripagare perché non ha modo di lavorare, oggi esso è costretto chiedere documentaz­ione aggiuntiva e alla fine può anche arrivare a non erogare il prestito. L’obbligo di analisi del merito di credito, come del resto ha fatto notare anche la Banca d’Italia, non è derogato da alcuna norma per cui le banche sono comunque obbligate a condurre un’istruttori­a e a controllar­e la veridicità delle informazio­ni date dall ’imprendito­re.

Il nodo politico di queste ore è nel fatto che, se tutti sono d’accordo sulla necessità di specificar­e meglio i contenuti dell’autocertif­icazione, sulla parte dell’esonero dall’analisi del merito di credito – che è quella che serve ad accelerare le erogazioni –i sarebbe la contrariet­à dei 5Stelle.

Altra questione, poi, è quella dell’estensione dell’articolo 217 della legge Fallimenta­re ai crediti garantiti (l’esonero dal reato di concorso in bancarotta) chiesta dalle banche per evitare di essere chiamate a rispondere nel caso in cui una impresa, finanziata in conformità con il decreto Liquidità, dovesse poi finire in default. Ma su questo aspetto, nonostante le timide aperture del ministro Roberto Gualtieri nei giorni scorsi, ci sarebbe ancora un muro sempre da parte dei Grillini.

L’obbligo di analisi del merito di credito, come sottolinea­to da Bankitalia, non è derogato da alcuna norma

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