Intesa-Ubi, il dossier sul tavolo della Consob
È stato avviato ieri l’esame delle numerose istanze avanzate dalle due parti Tra le questioni sollevate l’impatto del coronavirus e la natura amichevole dell’Ops
È iniziato ieri l’esame da parte della Consob del caso UbiIntesa, cioè dell’Ops di quest’ultima e delle richieste di sospensione giunte al riguardo
Il collegio della Consob ha avviato ieri l’esame del dossier relativo all’Opa del valore di 4,9 miliardi annunciata da Intesa Sanpaolo su Ubi banca. La pratica arrivata sul tavolo della commissione presieduta da Paolo Savona fa perno sui pareri legali messi in campo da entrambe le banche per difendere le proprie posizioni. Tra questi c’è la richiesta avanzata alla Consob dagli avvocati di Ubi di sospendere l’offerta di acquisto perché alcune condizioni ostative poste dall’istituto guidato da Carlo Messina si sono verificate. Una richiesta, secondo quanto trapela, che appare singolare: gli avvocati dell’istituto che ha ricevuto la proposta di merger hanno evidenziato che gli effetti del Covid-19 hanno contribuito a far deteriorare il profilo finanziario e creditizio di Ubi, che appariva appunto tra le condizioni ostative dell’Opa. In teoria, una simile problematica dovrebbe essere sollevata da chi ha lanciato l’Opa e non da chi è soggetto passivo. Il ceo di Intesa, invece, nei giorni scorsi aveva ribadito che per la banca il quadro non è cambiato e che egli intende procedere con le condizioni già annunciate per l’offerta di scambio azionario.
La posizione della Commissione al momento sarebbe che nessuna decisione o deliberazione può essere adottata perché il motivo del contendere nei fatti non si è ancora concretizzato: e cioè Intesa ha solo annunciato in un comunicato le sue intenzioni, ma un’Opa ancora non è stata lanciata.
Ciò non toglie, però, che la Consob si stia preparando, esaminando e approfondendo tutti i profili sollevati dai due istituti, per farsi trovare pronta nel caso in cui l’offerta partisse e le due controparti non avessero trovato un accordo. Tra le questioni sollevate, molte per la verità, c’è il quesito se un’Opa vada considerata amichevole solo perché chi la promuove la definisce tale.
Se la banca che la subisce la percepisce come ostile la questione è tutta da valutare. E, di conseguenza, va capito se e come l’istituto che la subisce possa mettere in atto contromisure per difendersi, quali ad esempio emissioni obbligazionarie per finanziarsi. Per la Consob, in ogni caso, un aspetto molto importante, sul quale verranno fatti ulteriori approfondimenti, è l’impatto reale che il lockdown ha avuto e può avere sulle banche: l’eventualità è che la portata possa risultare superiore rispetto a quanto sin qui emerso.
Nel frattempo ieri sono emersi ulteriori particolari sull’istruttoria preliminare che ha avviato l’Antitrust sui possibili effetti di concentrazione derivanti dal merger tra le due banche. Nel bollettino dell’Autorità si specifica che l’operazione è suscettibile di «determinare la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante in alcuni mercati provinciali della raccolta, degli impieghi alle famiglie consumatrici e alle famiglie produttriciPmi, nei mercati degli impieghi alle imprese medio-grandi e degli impieghi agli enti pubblici, nei mercati del settore del risparmio gestito e in alcuni mercati assicurativi, tale da eliminate o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza». In genere i rischi di concentrazioni si superano con la cessione di una serie di attività, come gli sportelli.