Telepass, riparte la gara: quattro fondi in corsa
Atlantia riprende il processo su Telepass, volto a cercare un partner di minoranza per la controllata attiva nei pedaggi autostradali. Secondo indiscrezioni, la holding infrastrutturale della famiglia Benetton, con gli advisor Goldman Sachs, Mediobanca e Banca Imi, avrebbe ripreso i colloqui selettivi con 4 interlocutori. L’obiettivo sarebbe quello di cedere una corposa minoranza (una quota superiore al 40% e fino al 49%) a un soggetto finanziario capace non soltanto di aiutare Telepass a crescere, ma anche di portare know how e capacità tecnologiche per lo sviluppo. L’identikit è quindi quello di un socio attivo nei pagamenti digitali, a partire dai servizi di mobilità e da quelli nel settore assicurativo. Si tratta di un passaggio fondamentale per consentire a Telepass di sviluppare ulteriormente la piattaforma.
I potenziali soci individuati, tra i quali avviare il processo, sarebbero il fondo internazionale Partners Group, il gruppo statunitense Apax, una cordata composta da Warburg Pincus e Neuberger Berman e un altro consorzio con i private equity Bain Capital e Advent. Nelle prossime settimane sarebbero attese le prime offerte non vincolanti.
Il processo su Telepass riprende dopo che una trattativa era già iniziata nei mesi precedenti, poi stoppata anche a causa della necessità di trovare un nuovo capoazienda dopo l’addio di Giovanni Castellucci. I soggetti in gara hanno competenze del settore. In Partners Group lavora ad esempio Livio Fenati, attualmente managing director del settore private infrastructure Europe. Ma nel suo curriculum Fenati ha avuto un lungo passaggio proprio in Atlantia, dove è stato capo globale dello sviluppo «corporate». Bain Capital ed Advent hanno invece una profonda conoscenza nel settore dei pagamenti elettronici, visto che sono azionisti di Nexi. Telepass è un gioiellino con una progressione dei ricavi, passati dai 143 milioni del 2015 ai 221 milioni nel 2019. Il Cagr (tasso annuo di crescita composto) in questi anni è stato del 10 per cento. Stessa accelerazione anche dell’Ebitda: 89 milioni nel 2015 fino ai 125 milioni nel 2019, con una redditività sempre vicina a quasi il 60 per cento. La suddivisione del giro d’affari di Telepass (con le divisioni consumer division, merchant and supply division, business division e payments division) è tra commissioni da Telepass (62%), servizi Premium (15%), commissioni da Viacard (11%) e altri servizi (12%). Telepass è presente soprattutto in Italia, dove i circa 5.989 chilometri delle autostrade ne utilizzano i sistemi di pedaggio. Ma il gruppo ha accordi anche con le autostrade in Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Polonia, Austria, Germania, Svezia, Danimarca e Norvegia. Ma quanto potrebbe valere Telepass? Il valore possibile potrebbe essere in un range attorno a 1,5-2 miliardi di euro. In particolare, la divisione di servizi «mobility e insurance» cresce a doppia cifra e per questo motivo Atlantia punta a un partner con track record sul fronte dello sviluppo digitale. Tra i fattori da considerare c’è però anche la crisi sanitaria: quest’ultima ha fortemente ridotto il traffico autostradale, con impatto sui pedaggi in questi mesi.