Azzerato il mercato delle crociere In fuga 10 milioni di passeggeri
Lo stop alle attività colpisce le economie dei territori
Il mercato delle crociere è stato azzerato, in tutto il mondo, dalla pandemia di Covid. Le cruise ship sono ferme. Per l’Italia i dati sulle perdite previste, in termini economici e di passeggeri, sono preoccupanti. Secondo la società Risposte turismo, il 2020 avrebbe dovuto chiudersi con 5mila approdi e superare, per la prima volta, la soglia dei 13 milioni di passeggeri movimentati sulle banchine nazionali (+6,7% sul 2018). Ma sulla base delle cancellazioni ufficiali pervenute al 30 aprile, secondo Cemar agency network, i porti italiani hanno già perso 1.486 scali e circa 4,1 milioni di passeggeri. Valori destinati a salire, rispettivamente, a 3.785 approdi e 9,8 milioni di crocieristi in meno, se le compagnie dovessero rientrare in servizio entro metà luglio.
Secondo Clia, Cruise lines international association, per ogni 1% di flessione del traffico delle navi da crociera in Italia si rischia di perdere fino a 1.170 posti di lavoro. In pratica, ogni giorno di sospensione delle attività comporta la perdita di 100 occupati diretti, ovvero 250 posti di lavoro se si considera l’insieme degli effetti diretti, indiretti e indotti della crocieristica. Se la sospensione dovesse protrarsi per 60 giorni, si prevede una perdita economica diretta per il Paese pari a 848 milioni di euro, per 5.830 posti di lavoro in meno. Se invece la sospensione dovesse protrarsi per 90 giorni, si prevede una perdita economica diretta, in Italia, pari a 1,4 miliardi di euro e 9.361 posti di lavoro in meno.
«Le nostre crociere – afferma Carlo Schiavon, country manager Italia di Costa Crociere - sono sospese dal 13 marzo, quindi l’impatto è importante, non solo per noi ma anche per tutto l’indotto che dipende da noi. Basti pensare che il gruppo Costa genera ogni anno in Italia un impatto economico di 3,5 miliardi di euro e 17mila posti di lavoro, collaborando con oltre 4.700 fornitori. Abbiamo annunciato la pausa delle nostre crociere fino al 30 giugno, ma la data di ripresa dipenderà dalle decisioni prese dal Governo italiano e da quelli degli altri Paesi in cui operiamo. Ci immaginiamo una ripresa per fasi successive che potrebbero iniziare da una dimensione nazionale per poi estendersi anche all’estero. Il prodotto a bordo dovrà ovviamente adeguarsi alle nuove regole di prevenzione sanitaria che saranno introdotte anche a terra. Stiamo già lavorando a nuove linee guida».
Preoccupato anche Leonardo Massa, country manager Italia di Msc Crociere. «I riverberi di questa pandemia, in particolare in Italia – spiega - sono molto rilevanti non solo per tutto il settore ma anche per l’economia dei territori, per l’intero comparto turistico e per l’industria cantieristica del nostro Paese. Prima della situazione corrente, le sole navi Msc hanno portato un numero sempre crescente di flussi turistici nelle città italiane, fino a superare i 3 milioni di turisti in un anno. Per quanto riguarda la ripresa, tra le ipotesi allo studio ci sono un coefficiente minore di occupazione delle navi, screening sanitari e di igienizzazione degli ambienti ulteriormente approfonditi e un maggior distanziamento sociale per tutte le attività di bordo, che le navi di grande dimensione sono in grado di garantire. Il settore quindi può e deve ripartire in sicurezza, e su questo attendiamo di essere invitati dal Governo per condividere il protocollo, offrendo un contributo al riavvio di tutta la filiera turistica, e non solo, del Paese».