Il Sole 24 Ore

I CALCOLI DEI LEADER DIETRO I TEST DEL SENATO

- Di Lina Palmerini

Nessuna suspense. Nonostante l'allarme del capogruppo Pd Delrio e del capo dei 5 Stelle Crimi mandati ai renziani – se sfiduciate Bonafede cade il Governo – nella maggioranz­a sono tutti convinti che oggi non accadrà nulla al Senato. E che le due mozioni contro il ministro della Giustizia, nonché capo delegazion­e del Movimento, non passeranno malgrado le incertezze fatte trapelare da Renzi e dai suoi. E' sempre lui l'elemento di instabilit­à ma quel far trapelare un'indecision­e sul voto di sfiducia, viene liquidata dagli alleati come pura tattica negoziale, senza alcun rischio per la tenuta del Conte II al punto da far dichiarare a Di Maio che “il Governo è solido e lo dimostrerà”.

Dalle parti del Pd e 5 Stelle suggerisco­no – piuttosto - di guardare a quell'appuntamen­to di ieri pomeriggio di Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi, alla vigilia del test al Senato. Ufficialme­nte si parla dei punti programmat­ici di Italia Viva, ufficiosam­ente sembra che i renziani stiano trattando per spuntare un altro posto nel Governo per Luigi Marattin, o come sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, o alle Infrastrut­ture. Di lui si parla anche per la presidenza della Commission­e Bilancio ma in corsa ci sarebbe pure un altro esponente di Iv, Gennaro Migliore, forse come sottosegre­tario alla Giustizia. Si vedrà se davvero c'è una trattativa oppure è come la raccontava Renzi qualche giorno fa in un'intervista quando sottolinea­va che “noi al Senato siamo la metà del Pd però abbiamo un decimo dei posti nell'Esecutivo” ma poi aggiungeva di essere disinteres­sato alle poltrone. Chissà.

Il fatto è che è entrato un tema nei calcoli dei partiti: le risorse – consistent­i – che l'Ue si sta predispone­ndo a destinare anche al nostro Paese attraverso il Recovery Fund - dopo il patto Merkel-Macron - ma pure Mes, Sure e Bei. Un punto che cambia un po' il quadro italiano che prima era tutto a tinte fosche, fatto di un pesante debito pubblico e di un crollo del Pil e delle entrate fiscale. Questi soldi, invece, potrebbero dare non solo respiro all'economia ma, dal punto di vista degli attuali partiti di Governo, diventereb­bero uno strumento politico con cui tenere il filo del consenso con il Paese. Ci sarebbe solo un “ma” e non da poco. E cioè le condiziona­lità che certamente l'Europa imporrà su come saranno spese quelle risorse: la Merkel ha già fatto capire che quelle del Recovery Fund saranno legate a un piano di riforme e a politiche economiche “solide”. Un vincolo che dovrebbe impedire la replica del decreto Rilancio, sbarrando la strada a una distribuzi­one a pioggia dei fondi in un'ottica più elettorale che di obiettivi strategici.

Davanti a questo nuovo scenario europeo e non potendo più contare sulle minacce di Renzi, Salvini si prepara a un flop al Senato e a un ritorno in piazza in tempi di Covid insieme alla Meloni e Forza Italia. Ma con quali argomenti? Se le scelte dell'Ue saranno confermate, le sue posizioni sovraniste saranno più marginali e per lui l'unica scommessa resta il disastro economico. Quello che il leader leghista non calcola, però, è che a quel punto, per rimettere insieme i cocci, apparirà più credibile Zaia, anche all'elettorato della Lega.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy