Operatori soddisfatti «Ora va monitorata la fase di attuazione»
Gay (Digital Magics): «Dalle detrazioni segnale di fiducia per il futuro»
Risorse per gestire l’emergenza, ma soprattutto misure per incentivare, anche in un orizzonte non emergenziale, gli investimenti. Le start up e le Pmi innovative ottengono finalmente attenzione e riconoscimento e i protagonisti del mercato accolgono con soddisfazione le misure del Governo (favorite da un lavoro comune di condivisione e preparazione) ma avvertono: serve massima attenzione nella fase attuativa per non creare incertezze e non vanificare gli sforzi fatti.
«Oltre ai rifinanziamenti dei fondi e le altre risorse - sottolinea Marco Gay, ad di Digital magics -, quello che ho più apprezzato è stato l’incremento dal 30% al 50% delle detrazioni per gli investimenti nelle start up. È un segnale di grande attenzione, che credo darà fiducia al mercato. In queste settimane non abbiamo arretrato di un millimetro, e questa scelta riconosce il ruolo che ci spetta. D’altra parte siamo 10.800 aziende con 61mila addetti, è come se un gigantesco centro ricerca avesse 10mila uffici e localizzazioni sparse per l’Italia». Questo non significa, spiega Gay, che sia stato colmato il gap di politica industriale accumulato negli anni. «Abbiamo fatto un passo in avanti - conclude - ora l’importante è procedere velocemente».
Anche per Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, gli strumenti vanno nella direzione giusta. «Il decreto - spiega - appare necessario in questa fase drammatica e siamo soddisfatti che abbia recepito moltissime proposte fatte da Aifi. In particolare le misure per incentivare il mercato del venture capital, tra cui il rafforzamento del fondo per il sostegno al venture capital e degli incentivi fiscali per chi investe in fondi e start up». Oppure «gli incentivi ai Fia alternativi e Eltif, che ora rientrano nelle agevolazioni fiscali Pir, per consentire l’avvio di nuovi fondi». Allargando lo sguardo, però, Cipolletta non nasconde «perplessità per taluni strumenti di intervento pubblico, come il Fondo Patrimonio Pmi e Patrimonio Rilancio, che rischiano di generare distorsioni nel mercato». L’auspicio è che ora, nel percorso di attuazione dell’impianto legislativo, si riesca introdurre ulteriori correttivi:«è fondamentale - conclude - che siano strutturati in modo da evitare effetti di spiazzamento per il private capital e in generale per le imprese, perché questo significherebbe ridurre le risorse per il paese».
Un aspetto condiviso anche da Vc Hub, l’associazione che riunisce i gestori dei fondi di venture capital italiani e oltre 60 start up innovative, che si dichiara «fiduciosa che venga fatta ulteriore chiarezza sulle misure attraverso i decreti attuativi. In particolare -spiega il dg Francesco Cerruti - auspichiamo che venga dettagliato il principio della destinazione del fondo di sostegno per il Venture capital, che vorremmo basato sulle modalità di co-investimento con un moltiplicatore degli investimenti privati, attraverso la formula del prestito convertendo. Confidiamo inoltre in una rimodulazione della suddivisione, privilegiando meccanismi che prevedano l’assegnazione di una parte più significativa a operazioni che tengano conto dell’effettivo potenziale delle imprese».