Generali paga i mercati negativi Cade l’utile, bene la redditività
Nei tre mesi profitti a 113 milioni (-84%) e + 7,6% del risultato operativo A novembre il punto sui target. Il Leone resta «confidente» sulla cedola
Il Covid-19 fa sentire il suo peso sui risultati di Generali del primo trimestre 2020. Non tanto sul piano operativo, dove invece la compagnia ha rispettato i trend di crescita, piuttosto sull’ultima riga di bilancio con l’utile netto fortemente impattato dalla volatilità dei mercati che hanno imposto svalutazioni rilevanti sugli investimenti finanziari.
Al punto che nei primi tre mesi dell’anno i profitti sono scesi dell’84% a 113 milioni. Il mercato in parte già scontava una simile riduzione dell’utile, che tuttavia si è rivelata più marcata del previsto e questo in parte spiega la discesa del titolo che ha perso il 2,98% a 11,895 euro. Gli effetti, però, potrebbero essere per così dire “transitori”, nella misura in cui una ripresa dei mercati già cambierebbe volto ai numeri. Tanto più perché, come detto, la trimestrale ha visto «confermata la buona redditività del business con il risultato operativo in crescita a 1,44 miliardi (+7,6%) e una solida posizione di capitale». Il Solvency era al 196% a fine marzo ed ora è attorno al 190%, ossia all’interno del range indicato dal cfo Cristiano Borean (180-240%) che fa dormire sonni tranquilli alla compagnia.
In questo quadro resta difficile stimare quello che sarà l’impatto finale dell’emergenza sul risultato operativo. L’azienda in ogni caso metterà in campo alcune azioni per mitigare il calo dei ricavi andando a incidere sui costi. È quanto ha sottolineato il general manager di gruppo, Frederic de Courtois, in conference call con gli analisti. Gli effetti sul risultato operativo - ha precisato - si avranno principalmente su tre fronti: minori fees (per circa 100 milioni), minori proventi da affitti e dividendi (per 150 milioni) e riduzione dei volumi e misure per supportare la rete agenziale. Certo ad oggi il Leone ha potuto contare su un forte calo della sinistralità, tanto che il combined ratio nei tre mesi si è attestato all’89,5% con una contrazione di due punti percentuali ma l’andamento dei prossimi mesi è incerto. In virtù di questo per capire la reale portata della pandemia si punta a riaggiornare ogni stima al prossimo autunno. A novembre, in particolare, Generali terrà un Investor Day in cui fornirà un “full update”, cioè un aggiornamento completo sul piano al 2021 e sul rispetto dei target, al mercato, ha spiegato de Courtois. «Per il 2021 - ha sottolineato - abbiamo alcuni elementi importanti da considerare: siamo confidenti nella nostra strategia e la performance molto buona del primo trimestre lo dimostra, tutti stanno lavorando molto intensamente sugli obiettivi». Ma allo stato non è possibile fare previsioni certe. Anche per questo la valutazione ultima sulla seconda tranche della cedola da 0,46 euro a titolo verrà a fatta tra qualche mese, una volta in mano i risultati al 30 settembre. «Siamo consapevoli di quanto sia importante per la stabilità e la credibilità di Generali rispettare i target sul dividendo, per noi è una priorità», ha commentato il general manager che ha quindi aggiunto: «Il cda farà le sue valutazioni alla luce di una serie di elementi, dovremo sicuramente valutare il contesto ma vorrei precisare che abbiamo una flessibilità di cassa molto buona, siamo solidi, ben capitalizzati e confidenti di avere una strategia valida».
Tornando ai dati del trimestre, i profitti hanno risentito di tre fattori: «Di 655 milioni di svalutazioni nette sugli investimenti legate all’impatto del Covid-19 sui mercati finanziari, del contributo di 100 milioni stanziati dal gruppo per il Fondo Straordinario Internazionale per l’emergenza da pandemia e del contributo nullo delle dismissioni, che l’anno scorso avevano generato plusvalenze per 128 milioni». Tra gli altri numeri della trimestrale i premi lordi complessivi sono saliti dello 0,3% a 19,2 miliardi con un positivo andamento del segmento danni (+4,0%). Nel vita la raccolta netta è calata del 25,2% a 3,1 miliardi.