Campari, con i recessi al 4% l’Olanda è a rischio
Ora l’offerta in prelazione ai soci, ma è probabile che si ecceda la soglia fissata
Rischia di tornare tutta probabilità nel cassetto, almeno nel breve periodo, il progetto di trasferimento della sede legale di Campari in Olanda. Il 4% dei soci ha deciso di esercitare il diritto di recesso, complice l’effeto Covid-19 (considerando che il prezzo di recesso proposto era di 8,376 euro contro i circa 7 euro attuali) e anche se il socio di controllo Lagfin è pronto ad acquistare parte delle azioni recedute, pare probabile che alla fine l’esborso per il gruppo sarà comunque superiore alle soglie preventivate e quindi tale da rendere impraticabile l’operazione. Ma per il futuro il cda assicura la volontà di riproporre questa scelta, definita un «pilastro» nella strategia.
La società ha riferito ieri che il diritto di recesso è stato validamente esercitato per 46.007.717 azioni, pari a circa il 4% del capitale sociale, per un controvalore complessivo di 385.360.637,59 euro. La procedura prevede ora che queste azioni siano offerte agli azionisti che non hanno esercitato il recesso, per un periodo di almeno 30 giorni, a partire dal 22 maggio fino al 21 giugno. L’azionista di controllo, Lagfin, conferma l’impegno ad acquistare le azioni recedute fino a 76,5 milioni, ma, viste le attuali condizioni di mercato, si ritiene probabile che si verifichi la condizione sospensiva e l’esborso per il recesso resti comunque al di sopra della soglia stabilita di 150 milioni di euro.
I costi potrebbero comunque essere irragionevoli, viene evidenziato, anche senza la sospensiva. Per questa ragione, come previsto, è stata comunque convocata un’assemblea straordinaria per annullare l’operazione, da tenersi entro giugno (la riunione non si terrà se scatterà la sospensiva). Il cda spiega di non ritenere ragionevoli costi per cui a carico della società ci siano più di 7-8 milioni per liquidare le azioni recedute, corrispondente a una soglia di 3 milioni di azioni, calcolati sulla base della differenza tra il prezzo di recesso e i prezzi di mercato prevalenti nel periodo precedente le raccomandazioni rese note il 19 marzo, prima dell’assemblea straordinaria.
Ma la volontà del gruppo di creare una Nv spostando la sede legale non cambierebbe: se non fosse perfezionata questa volta, «sarà nuovamente sottoposta - spiega la società - all’approvazione dei soci, non appena le condizioni di mercato e il prezzo delle azioni si siano stabilizzate e non siano più negativamente influenzate dalle attuali condizioni straordinarie » .