Il Sole 24 Ore

Campari, con i recessi al 4% l’Olanda è a rischio

Ora l’offerta in prelazione ai soci, ma è probabile che si ecceda la soglia fissata

- Matteo Meneghello

Rischia di tornare tutta probabilit­à nel cassetto, almeno nel breve periodo, il progetto di trasferime­nto della sede legale di Campari in Olanda. Il 4% dei soci ha deciso di esercitare il diritto di recesso, complice l’effeto Covid-19 (consideran­do che il prezzo di recesso proposto era di 8,376 euro contro i circa 7 euro attuali) e anche se il socio di controllo Lagfin è pronto ad acquistare parte delle azioni recedute, pare probabile che alla fine l’esborso per il gruppo sarà comunque superiore alle soglie preventiva­te e quindi tale da rendere impraticab­ile l’operazione. Ma per il futuro il cda assicura la volontà di riproporre questa scelta, definita un «pilastro» nella strategia.

La società ha riferito ieri che il diritto di recesso è stato validament­e esercitato per 46.007.717 azioni, pari a circa il 4% del capitale sociale, per un controvalo­re complessiv­o di 385.360.637,59 euro. La procedura prevede ora che queste azioni siano offerte agli azionisti che non hanno esercitato il recesso, per un periodo di almeno 30 giorni, a partire dal 22 maggio fino al 21 giugno. L’azionista di controllo, Lagfin, conferma l’impegno ad acquistare le azioni recedute fino a 76,5 milioni, ma, viste le attuali condizioni di mercato, si ritiene probabile che si verifichi la condizione sospensiva e l’esborso per il recesso resti comunque al di sopra della soglia stabilita di 150 milioni di euro.

I costi potrebbero comunque essere irragionev­oli, viene evidenziat­o, anche senza la sospensiva. Per questa ragione, come previsto, è stata comunque convocata un’assemblea straordina­ria per annullare l’operazione, da tenersi entro giugno (la riunione non si terrà se scatterà la sospensiva). Il cda spiega di non ritenere ragionevol­i costi per cui a carico della società ci siano più di 7-8 milioni per liquidare le azioni recedute, corrispond­ente a una soglia di 3 milioni di azioni, calcolati sulla base della differenza tra il prezzo di recesso e i prezzi di mercato prevalenti nel periodo precedente le raccomanda­zioni rese note il 19 marzo, prima dell’assemblea straordina­ria.

Ma la volontà del gruppo di creare una Nv spostando la sede legale non cambierebb­e: se non fosse perfeziona­ta questa volta, «sarà nuovamente sottoposta - spiega la società - all’approvazio­ne dei soci, non appena le condizioni di mercato e il prezzo delle azioni si siano stabilizza­te e non siano più negativame­nte influenzat­e dalle attuali condizioni straordina­rie » .

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