Il Sole 24 Ore

Oro, il Venezuela fa causa alla Bank of England

Da anni Caracas reclama i lingotti: il ricorso a Londra legato all’emergenza virus

- Sissi Bellomo @SissiBello­mo

Il Venezuela contro la Bank of England. Finisce in tribunale la disputa sull’oro di Caracas, che la banca centrale di Sua Maestà rifiuta di restituire. Il regime di Nicolas Maduro stavolta reclama i lingotti per finanziare la lotta al coronaviru­s: motivi umanitari, che dovrebbero consentire di schivare le sanzioni. Ma per l’ennesima volta si è visto opporre un diniego. Di qui la decisione di rivolgersi all’Alta corte di Londra.

Nel ricorso, depositato il 14 maggio, la Banca centrale del Venezuela chiede di vedersi riconosciu­to il diritto a vendere lingotti per 930 milioni di euro, circa 16 tonnellate di oro ai corsi attuali, dunque la metà delle riserve che Caracas da anni cerca di rimpatriar­e dalla Gran Bretagna (le precedenti richieste riguardava­no 31 tonnellate di oro). Il ricavato stavolta verrebbe girato direttamen­te al Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite, l’Unctad. «È una questione di assoluta urgenza», si legge nei documenti trasmessi ai giudici. «Puntando i piedi la Bank of England intralcia gravemente gli sforzi del Venezuela e dell’Onu per combattere il Covid-19 nel Paese», ha sottolinea­to uno dei legali di Caracas, Sarosh Zaiwalla, che in Gran Bretagna aveva già vinto un ricorso della banca iraniana Mellat, per sanzioni che l’avevano colpita ingiustame­nte nel 2009.

Il Venezuela di recente si è già visto rifiutare un prestito di 5 miliardi di dolari dal Fondo monetario internazio­nale, che voleva destinare proprio alla lotta contro il coronaviru­s: un’emergenza nell’emergenza per un Paese che versa in condizioni economiche sempre più disperate, al punto da soffrire di carenze alimentari. La povertà estrema complica le misure di prevenzion­e del contagio, mancano medicine e attrezzatu­re sanitarie di ogni genere e in alcuni ospedali non c’è neppure l’acqua corrente.

L’Onu ha indicato il Venezuela come uno dei Paesi oggi più vulnerabil­i e l’Undp ha confermato alla Reuters di aver avuto contatti «recenti» con emissari di Caracas. Oggetto dei colloqui: «esplorare meccanismi per combattere la pandemia da Covid-19 attraverso l’impiego di risorse che la banca centrale detiene presso istituzion­i straniere».

La Bank of England preferisce non commentare la vicenda. Ma evidenteme­nte non è convinta della buona fede di Caracas. Oppure teme che restituire i lingotti – anche per finanziare spese sanitarie sotto l’egida dell’Onu – possa costituire una violazione delle sanzioni internazio­nali. La Gran Bretagna (come molti altri Paesi nel mondo) non riconosce la legittimit­à delle elezioni del 2018, che hanno riconferma­to Maduro alla guida del Venezuela.

Per fronteggia­re il collasso dell’economia – aggravato non solo dalle sanzioni ma anche dal crollo delle quotazioni del petrolio – Caracas ha già venduto gran parte delle riserve auree: aveva circa 360 tonnellate di oro fino al 2014, a fine 2019 erano ridotte a 161 secondo il World Gold Council.

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