Il Sole 24 Ore

La ripresa della Cina solleverà i conti del semestre

- — G.Cr.

L’impatto della pandemia sulle società quotate di ogni settore lo aveva certificat­o dieci giorni fa l’Area Studi Mediobanca, con una ricerca sui dati del primo trimestre 2020 di oltre 150 grandi multinazio­nali con fatturato annuale superiore a 3 miliardi di euro. Dati reali, non stime (si veda anche Il Sole 24 Ore del 13 maggio), che fotografan­o undici settori industrial­i, tra i quali la moda, confermand­o la previsione che sia uno di quelli più colpiti.

Hermès non fa eccezione, ma ha sofferto molto meno di altre società quotate: i dati pubblicati il 23 aprile sul periodo gennaio-marzo indicano un fatturato di 1,5 miliardi, sceso “solo”del 6,5% rispetto al primo trimestre 2019. Il calo medio del campione analizzato da Mediobanca è del 14,1% per il fatturato e dell’80% per l’utile operativo: su questo per Hermès e molte altre società europee occorre aspettare i dati semestrali (non c’è obbligo di dare anche quelli trimestral­i di redditivit­à), ma sul periodo gennaio-giugno peserà il lockdown europeo, che aveva avuto un effetto limitato sui primi tre mesi (in Italia ad esempio i negozi hanno chiuso il 12 marzo).

Hanno ripreso a comprare i cinesi – che già oggi assorbono il 35% delle vendite di lusso globali – e sono ripartiti mercati come Giappone e Corea, dove i negozi hanno riaperto quasi ovunque. In questa compensazi­one sperano in molti, come emerge dai commenti alle trimestral­i, tra gli altri, di Moncler, Tod’s, Ferragamo e dei colossi francesi Lvmh e Kering. «Il 2020 era iniziato bene, con una crescita dei ricavi in tutte le regioni e categorie di prodotto, a conferma che il lavoro fatto cominciava a produrre risultati – ha spiegato Diego Della Valle, presidente e ceo del gruppo Tod’s, che ha visto un calo dei ricavi del 29,4% –. Lo scoppio dell’epidemia in Cina e la veloce diffusione in tutto il mondo ci ha costretti a rivedere tutto».

I dati Tod’s sono in linea con quelli di Ferragamo (ricavi consolidat­i di 222 milioni, in calo del 30,1%) e di Aeffe (-25,4%), mentre è andata leggerment­e meglio a Moncler (-18,1% il fatturato del primo trimestre) e Remo Ruffini ha rassicurat­o sulla capacità di ripresa, anche grazie all’ingente cassa sulla quale può contare la società. La liquidità e la disponibil­ità di fondi da investire per sostenere la ripresa è un problema per tutti, dalle Pmi alle quotate: basti pensare che il 5 aprile il gruppo Kering ha annunciato l’emissione di un bond in doppia tranche (a tre e otto anni) da 1,2 miliardi di euro e il 18 maggio Richemont ne ha lanciato uno da 2 miliardi in tre tranche con scadenza 2028, 2032 e 2040. La società svizzera ha in portafogli­o maison come di alta gioielleri­a e orologeria come Cartier, Iwc e Panerai, oltre che Ynap, ma nel quarto trimestre fiscale 19-20 (gennaio-marzo) ha visto un calo dell’utile del 67% a 931 milioni di euro, a fronte però di un leggero aumento (+2%) dei ricavi.

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A Milano. Vetrina della boutique Tod’s di via Monte Napoleone

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