Modifiche al decreto Rilancio: ecobonus a tutte le seconde case
. Pronte le correzioni della maggioranza: fondi garantiti ai Comuni delle zone rosse, Cig più lunga e effetti più leggeri. Ma la copertura degli interventi è limitata a 800 milioni
Copertura della cassa integrazione estesa fino a dicembre, aiuti per le zone rosse rafforzati, credito d’imposta sugli affitti di beni strumentali all’attività di impresa o professionale esteso, taglio sulle bollette elettriche delle Pmi migliorato, eco e sismabonus al 100% per tutte le seconde case. Queste le principali modifiche al decreto Rilancio che potrebbero arrivare in Parlamento, compatibilmente con una dote complessiva per il restyling limitata a 800 milioni.
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Un restyling non trascurabile, seppure condizionato da dote limitata a circa 800 milioni per i ritocchi. Il punto d’approdo parlamentare del decretone Rilancio è già abbastanza chiaro. Ma sono ancora da individuare molte delle coordinate indispensabili per tracciare la rotta delle modifiche. Anche perché la navigazione prima alla Camera, e poi al Senato, si annuncia abbastanza agitata con vere e proprie ondate di emendamenti. Anche se per evitare veri e propri assalti alla diligenza si sta pensando a gestire il cammino parlamentare fin dal suo primo passaggio alla Camera sulla falsariga del modello-manovra di fine anno e con ben tre relatori. Già martedì si dovrebbe entrare nel vivo con il ciclo di audizioni, “inaugurato” da quella del ministro dell’Economia Gualtieri.
I gruppi parlamentari sono già in pressing per correggere i 266 articoli della maxi-manovra anti-crisi e lo stesso Governo ha già in cantiere alcune modifiche. Prima fra tutte quella sugli aiuti per le zone rosse che saranno rafforzati senza prevedere più alcuna esclusione. Ma si lavora anche al rafforzamento, o all’estensione, del credito d’imposta 60% sugli affitti di beni strumentali all’attività di impresa o professionale, e al miglioramento della misura sul taglio da 600 milioni sulle bollette elettriche delle Pmi. In entrambi i casi non vengono esclusi interventi sui criteri. Ma nella maggioranza (soprattutto nel Pd), e nello stesso governo, si guarda anche alla Cassa integrazione.
L’obiettivo non ancora dichiarato, ma destinato ad essere al centro di vari emendamenti, è di garantire la “copertura” ai lavoratori fino a tutto dicembre, 2 mesi in più di quella al momento prevista con il meccanismo delle 5 settimane
Alla Camera martedì il via alle audizioni con il ministro Gualtieri. Metodo manovra per esaminare il testo
entro agosto più quattro per arrivare ad ottobre. Al ministero del Lavoro sarebbe già stata avviata un’istruttoria tecnica preliminare, ma per avere il via libera del Mef occorrerà superare lo scoglio-risorse. Per i sostegni tradizionali il Dl ha stanziato 18,6 miliardi (12,5 assicurati dai nuovi spazi di deficit) che per circa 16,4 miliardi vengono assorbiti dal solo rifinanziamento degli ammortizzatori, con il quale occorrerà anche puntellare le coperture del decreto Marzo (per almeno 3-4 miliardi). Scorporando le risorse destinate al Fondo di integrazione salariale, resterebbero 10-11 miliardi che rischierebbero di rivelarsi insufficienti per prolungare la Cig a fine anno. E il boom di richieste arrivato all’Inps ad aprile non è certo incoraggiante.
Un boom che, secondo alcuni tecnici, non dovrebbe ripetersi nelle prossime settimane con la ripartenza di molte attività per la “fase 2”. Non solo. Un aiuto potrebbe venire dallo “Sure”: uno degli strumenti europei sono forma di prestiti agevolati potenzialmente utilizzabile fino a una ventina di miliardi. Nella maxi-manovra è stato già creato un apposito fondo. Ma i tempi tecnici per il ricorso a questi aiuti potrebbero non essere allineati a quelli del cammino parlamentare per la conversione il legge del Dl. Ma potrebbe spuntare un’altra opzione con una diversa “spalmatura” mensile della Cig insieme all’eventuale eliminazione del vincolo di settembre per i licenziamenti (v. altro articolo in pagina). Un altro correttivo in arrivo è quello che rendere utilizzabile Eco e Sismabonus al 100% per tutte le seconde case (“unifamiliari” comprese). Con Iv che spinge anche per un’ulteriore estensione, mentre M5S sembra puntare su enti locali, famiglia e stagionali del turismo.