Sì al 50% dei prestiti da 25mila euro, il 25% sopra
I dati della Commissione Banche. Fabi: 25mila euro a 2,5 milioni di persone
Da un lato, c’è la previsione della domanda da parte della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani): le richieste di finanziamento delle Pmi coperte dalla garanzia pubblica potrebbero arrivare a 2,5 milioni a fine 2020. Dall’altro, c’è l’istantanea della strozzatura del sistema scattata dalla commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario: secondo i primi risultati dei questionari inviati a 150 istituti, le richieste di finanziamento accolte sinora viaggiano intorno al 50% per i prestiti sotto i 25mila euro e appena al 25% per quelli sopra.
Proprio sul nodo liquidità la commissione presieduta da Carla Ruocco (M5S) è pronta ad audire il ministro dem dell’Economia, Roberto Gualtieri, chiamato a riferire anche sul prestito garantito da 6,3 miliardi chiesto da Fca e sulle condizioni studiate dal Governo per erogare i fondi. L’ufficio di presidenza della commissione, venerdì scorso, ha inoltre deliberato all’unanimità di sentire i vertici Consob. «Vogliamo capire le ragioni del ritardo del divieto di vendite allo scoperto deciso a marzo che ha aggravato la crisi della Borsa - spiega il senatore Fdi Andrea de Bertoldi, che ha sollecitato l’indagine - e anche quelle della scelta di sospendere il divieto di shortselling il 18 maggio, che ha causato altri contraccolpi sui mercati azionari». Sfileranno a Palazzo San Macuto anche i commissari di PopBari, dopo il piano di ristrutturazione da 900 esuberi presentato ad aprile.
Fin qui, le questioni ancora da sciogliere nell’erogazione dei prestiti garantiti. Quanto alle richieste, la Fabi ha stimato il novero delle aziende target, partendo dai 5 milioni di pmi e partite Iva che potrebbero ricorrere al nuovo strumento: alla fine del 2020 il contatore oscillerà tra 2 e 2,5 milioni di domande poiché dalla platea potenziale è necessario sottrarre un 10% di inattivi (5-600mila unità) che non presenteranno mai alcuna richiesta. A questi, poi, si aggiungono altre 500mila partite Iva in condizioni di difficoltà o dissesto già prima dell’emergenza e quindi esclusi da questi strumenti. E altre 500mila pmi restano fuori dal quadro avendo fatturati bassi che renderebbero svantaggiosa la richiesta di prestito. Ci sarebbe, infine, un milione di imprese che potrebbero non avere le carte in regola o disporre di liquidità sufficiente.
La Fabi ha poi messo in fila le domande di finanziamento: al 21 maggio, ammontano a 329.393 per complessivi 14,9 miliardi, di cui 295.780 per i prestiti fino a 25mila e 33.613 per quelli fino a 800mila. Ma la federazione ha lanciato anche un avvertimento sulla scarsa penetrazione al Sud del nuovo strumento. Finora, infatti, oltre il 20% delle domande di prestiti, sia fino a 25mila sia fino a 800mila euro, è arrivato dalla Lombardia, mentre in Calabria l’asticella è ferma al 2,6% del totale. Il rischio? Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, è chiarissimo: «In specifiche aree del paese, soprattutto al Sud, si sta allargando il rischio usura per le imprese perché chi non ottiene finanziamenti in banca finisce molto probabilmente in mano alla criminalità organizzata».
Quasi 330mila le richieste di finanziamento delle Pmi per complessivi 14,9 miliardi di euro