Il Sole 24 Ore

Autostrade, Cancelleri: no ai ricatti—

Il viceminist­ro: via la concession­e, nessuno conosce il dossier De Micheli Replica il Mit: è stato inviato a Conte. «Sorpresa» del Pd. Atlantia: nessun ultimatum, ora risposte

- Manuela Perrone

Ufficialme­nte il Governo è compatto contro Aspi: «No alla logica dell’ultimatum e del ricatto». Ma sotto la superficie la maggioranz­a è spaccata e le acque agitatissi­me. All’indomani della minaccia di Atlantia di sospendere 14,5 miliardi di investimen­ti sulla rete autostrada­le finché non si scioglie il nodo della garanzia Sace sul prestito da 1,25 miliardi chiesto dalla società, il M5S tiene alta la bandiera delle origini: la revoca della concession­e ad Autostrade. Il Pd si muove a più velocità, ma la ministra delle Infrastrut­ture Paola De Micheli ricorda che l’istruttori­a del Mit su Autostrade è stata inviata a Palazzo Chigi. Da dove il premier Giuseppe Conte, terminale di tutte le tensioni, preferisce ancora evitare ogni commento.

Ad aprire il fuoco sin dal mattino sono i Cinque Stelle, che ne hanno per tutti. Il viceminist­ro Giancarlo Cancelleri torna all’attacco dei Benetton, invita Pd e Iv a chiudere la vicenda con la revoca e sottolinea che il M5S «ha un piano serio»: commissari­are Aspi,sostituire Spea con Anas, allontanar­e la penale per la revoca inserendol­a «come onere di subentro» e far partire il bando di gara per la nuova concession­e. Aggiunge, contro la “sua” ministra, «che nessuno,neanche Conte, ha visto il dossier di De Micheli, che ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa». Ma sembra sollecitar­e proprio il premier, contestato per il suo temporeggi­are da mezzo M5S: «Quando riusciremo a discuterne? Il tempo è scaduto. A chi consegnere­mo il ponte di Genova?».

«Il Governo italiano non si piega ai ricatti», tuona di nuovo il viceminist­ro pentastell­ato allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, che già aveva criticato la richiesta di garanzia statale sul prestito. Anche fonti Mit definiscon­o «inaccettab­ili» gli ultimatum e le minacce alle istituzion­i. Ma al tempo stesso rimarcano sia l’invio del dossier alla presidenza del Consiglio «per avviare il confronto necessario prima della decisione che avverrà in Consiglio dei ministri» sia la differente posizione dialogante portata avanti da De Micheli, invocando rispetto per chi ha lavorato «senza mai fermarsi alla procedura di caducazion­e». Come a dire: la nota durissima di venerdì del Cda di Atlantia non giova e indebolisc­e l’ala dem più trattativi­sta. «Sarebbe meglio cambiare toni», è il monito ad Aspi che arriva dal vicesegret­ario Pd Andrea Orlando. Mentre il sottosegre­tario Salvatore Margiotta riporta l’attenzione sul fattore tempo: «Una decisione va assunta, perché se non si decide poi non si può chiedere ad Atlantia di assumersi responsabi­lità rispetto a un programma di investimen­ti da fare».

Si torna dunque al punto di partenza: Palazzo Chigi. Conte è chiuso in un fortino assediato da ogni parte: sulla scuola, sul Mes, sul Codice appalti. Fonti parlamenta­ri della maggioranz­a sono convinte che si farà portatore di una mediazione per risolvere il nodo Aspi che preveda una revoca solo parziale della concession­e, limitatame­nte al tratto di Genova, per non sconfessar­e i Cinque Stelle. In cambio, come non disdegna parte del Pd, di un maxi-piano tra taglio tariffe e investimen­ti sulla scia di quello da 2,9 miliardi già proposto al Governo da Atlantia. Che ieri ha reagito ricordando che i 13 miliardi circa che la controllat­a Aspi dovrà raccoglier­e in sei anni per spese di investimen­to, manutenzio­ne e rimborso debiti «rappresent­ano dieci volte il valore del prestito richiesto». E che il ricorso ai mercati per finanziars­i «non può essere reso inaccessib­ile da comportame­nti o interventi legislativ­i che hanno reso di fatto incerto il futuro stesso della società». Nel mirino l’articolo 35 del Milleproro­ghe.

Cresce l'insofferen­za di Cinque Stelle e Dem per i rinvii di Conte su un nodo che spacca la maggioranz­a

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«No alla logica dell’ultimatum e del ricatto» ricatto » è la risposta del Governo sulla vicenda Autostrade. Ma sotto la superficie la maggioranz­a è spaccata
IMAGOECONO­MICA Autostrade. «No alla logica dell’ultimatum e del ricatto» ricatto » è la risposta del Governo sulla vicenda Autostrade. Ma sotto la superficie la maggioranz­a è spaccata
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Andrea Orlando. Il vicesegret­ario dem: «Meglio evitare ultimatum e ricatti. Il rispetto degli impegni sulle tariffe e il contenzios­o con lo Stato precondizi­oni da risolvere per il finanziame­nto»

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