Alla cultura 780 milioni di rilancio, ma sono già disponibili solo in parte
Subito disponibili solo 130 milioni, mentre per il resto delle risorse stanziate con i Dl Cura Italia e Rilancio ci vogliono i decreti. Entro maggio da distribuire 225 milioni
Può rappresentare un simbolo: la grande mostra per celebrare i 500 anni dalla morte di Raffaello che il 2 giugno, Festa della Repubblica, riaprirà al pubblico dopo la chiusura, a pochi giorni dal debutto, imposta dal virus. I dipinti, che in questo periodo sono stati coperti da teli neri per proteggerli dalla luce, tornano a mostrarsi. E proprio perchè sono rimasti finora al buio - per conservarli occorre alternare i periodi oscurità con quelli di luce - potranno essere esposti fino a fine agosto.
È il segnale che la cultura, seppure nel rispetto delle cautele imposte dalla pandemia, si rimette in moto. I musei hanno iniziato ad aprire e dal 15 giugno sarà la volta di teatri e cinema. Una ripresa che può contare su 780 milioni di euro, messi a disposizione dai decreti legge Cura Italia e Rilancio per sostenere i settori culturali ma anche per aiutare la ripartenza. Risorse che, però, non sono tutte immediatamente spendibili: almeno 630 milioni sono, infatti, legati a criteri di ripartizione che dovranno essere stabiliti da decreti del ministero dei Beni culturali o ad altri provvedimenti.
Pluralità di Fondi
I settori su cui intervenire sono diversi: i luoghi d’arte (statali e non), il cinema, la danza, il teatro, i circhi. Si è creato, praticamente, un fondo di emergenza per tutto. Con il decreto Cura Italia si è partiti con una dote di 130 milioni (80 per la parte corrente e 50 in conto capitale) per cinema, spettacolo e audiovisivo. Lo stesso provvedimento ha, inoltre, previsto di destinare il 10% della copia privata - il compenso sui supporti vergini e gli strumenti di registrazione incassato dalla Siae - al sostegno di autori, artisti e mandatari che riscuotono i diritti d’autore.
Entrambe le misure hanno bisogno di decreti attuativi da mettere a punto entro il 30 maggio. A oggi di quei 143 milioni circa (il 10% della copia privata oscilla tra 10 e 13 milioni)sono stati assegnati 38 milioni. I Beni culturali hanno, infatti, messo a punto ad aprile tre decreti. Con due sono stati ripartiti 25 milioni del fondo di 130: cinque milioni allo spettacolo viaggiante e 20 agli organismi di danza, teatro, musica e circo non coperti dal Fondo unico per lo spettacolo (Fus). E con l’alro 13,5 milioni della copia privata.
Il ministro Dario Franceschini - fanno sapere dai Beni culturali - è voluto partire dai settori più deboli, quelli che non hanno accesso al Fus e non possono beneficiare degli ammortizzatori sociali. A breve il ministero conta di uscire con gli altri decreti. Che nel frattempo. con il decreto Rilancio sono, però, aumentati: il Fondo di 130 milioni è, infatti, diventato di 245 (145 di parte corrente e 100 in conto capitale) e anche i provvedimenti per assegnarli è presumibile crescano. La scadenza resta, però, quella del 30 maggio. C’è, invece, più tempo per ripartire il Fondo di 210 milioni destinato ad aiutare la filiera dell’editoria: i criteri dovranno arrivare entro 30 giorni dalla data di conversione del Dl Rilancio. Così come sono subordinati alle procedure di liquidazione dell’Imaie (l’Istituto mutualistico di artisti, interpreti ed esecutori) i 50 milioni a sostegno della categoria. E sempre a due decreti, ma senza scadenze, sono legati i 100 milioni per gli interventi sul patrimonio culturale e i contributi al cinema, che saranno svincolati dalle percentuali previste per il tax credit.
Insomma, per la cultura che riparte ci sono - immediatamente disponibili o che, almeno, non devono aspettare provvedimenti attuativi - 150milioni, compresi i 38 già ripartiti con i decreti d’aprile. Per gli altri 680 bisogna attendere.
Già destinati 5 milioni allo spettacolo viaggiante, 20 a teatro e danza e 13,5 ad artisti ed esecutori
Le altre misure
Il sostegno alla cultura non passa, tuttavia, solo per i finanziamenti. Il Dl Rilancio ha previsto anche altri interventi: il riparto straordinario del Fus a favore della lirica e l’anticipazione dell’80% del Fondo per spettacolo dal vivo e teatro; il credito d’imposta del 60% sugli affitti per cinema, teatri e associazioni culturali; l’estensione dell’art bonus ai complessi strumentali, le società concertistiche e corali, gli spettacoli viaggianti e i circhi; l’indennità di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo; i voucher per gli spettacoli cancellati.