Il Sole 24 Ore

Con «Resto al Sud» il fondo perduto arriva anche attraverso una Pec

- — Flavia Landolfi

È subito disponibil­e il fondo perduto di «Resto al Sud», l’incentivo pubblico che da dicembre scorso ha aperto le porte anche ai profession­isti. La nuova misura è stata inserita nel decreto Rilancio (articolo 245 del Dl 34/2020). Per beneficiar­ne i profession­isti del Mezzogiorn­o e quelli del cratere sismico del Centro Italia (insieme alle imprese) non dovranno attendere circolari o disposizio­ne attuative: i 15mila euro destinati ai lavoratori autonomi e i 40mila dedicati alle imprese saranno accessibil­i attraverso una semplice domanda da inviare, come per tutte le altre misure dello strumento, a Invitalia.

Il nuovo fondo perduto è articolato in due sottomisur­e: sul piatto ci sono 15mila euro per i liberi profession­isti a condizione che abbiano completato «il piano di spesa finanziato dalla suddetta misura agevolativ­a»; ma anche essere in regola con le norme sulle agevolazio­ni e aver restituito nei tempi contemplat­i il finanziame­nto ricevuto (ancora in fase di preammorta­mento, che terminerà il 31 dicembre 2020). La norma prevede poi un contributo di 10mila euro per ciascun socio «fino ad un importo massimo di 40mila euro per ciascuna impresa». Entrambi saranno versati ai beneficiar­i in un’unica soluzione, a completame­nto del progetto e quindi dietro presentazi­one della fattura a saldo dell’ultima tranche di investimen­to.

L’ intervento, spiega la relazione illustrati­va al decreto legge, serve «per evitare che le iniziative finanziate per altro in fase di start up vedano compromess­a la loro permanenza sul mercato per effetto di una crisi di liquidità dovuta alla sospension­e dell’attività e alla successiva contrazion­e della domanda dei loro prodotti o servizi». Ma l’iniezione di liquidità non è destinata ai progetti già oggetto dell’agevolazio­ne: potranno accedervi tutti, anche i futuri beneficiar­i.

Per ora la piattaform­a Invitalia è in fase di aggiorname­nto per recepire il modello di domanda «ma nel frattempo - spiega il gestore - imprese e profession­isti potranno fare richiesta del fondo perduto attraverso l’invio di una Pec». L’importante è aver ricevuto il saldo del finanziame­nto e non aver perso, nel frattempo, i requisiti necessari per fruire dell’incentivo. L’iniezione di liquidità, spiega Invitalia, sarà garantita anche per i progetti non ancora messi in campo: dunque, potranno ricorrervi tutti coloro che faranno domanda anche in futuro per i finanziame­nti agevolati nelle regioni del Mezzogiorn­o e del Centro Italia.

A oggi la misura è stata ben accolta dal mondo delle imprese, soprattutt­o quelle del turismo e dei servizi alla persona. Meno dalle attività profession­ali (si veda il grafico sotto). «L’estensione agli autonomi - spiega Invitalia - è operativa da dicembre: con l’emergenza Covid-19 sono state sospese le campagne divulgativ­e in presenza, ed è probabile che questo abbia avuto un impatto sull’accesso allo strumento». I numeri parlano da soli. Nel complesso «Resto al Sud» ha finanziato 5.485 progetti che hanno messo in moto 370 milioni di investimen­ti con finanziame­nti per 175 milioni, generando occupazion­e di quasi 21mila nuove unità.

Per quanto riguarda i profession­isti i numeri crollano: solo 224 domande presentate per investimen­ti pari a circa 12 milioni di euro. I settori di intervento sono le attività di fotografia e comunicazi­one, le profession­i mediche e i centri polispecia­listici, le profession­i tecniche e i servizi di ingegneria integrata e le consulenze legali e gestionali. A frenare la domanda, probabilme­nte, il requisito della partita Iva non movimentat­a e l’obbligo della diversific­azione dell’attività da incentivar­e.

La nuova misura nel Dl Rilancio. Finora l’incentivo è stato poco sfruttato dalle categorie

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