Due vie per il rimborso di abbonamenti di trasporto
[ 1042]
Mia figlia lavora per una multinazionale che ha fatto ricorso allo smart working fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus e proseguirà così ancora per tutto maggio.
Per recarsi al lavoro mia figlia ha sempre fatto uso dei mezzi pubblici e in ottobre 2019 ha acquistato un abbonamento della durata di dodici mesi. Dato che da inizio marzo tale abbonamento non è stato più utilizzabile, chiedo se e come sia possibile ottenere dalla società di autotrasporto la restituzione di quanto pagato inutilmente.
C. A. - CREMONA
In base all’articolo 215 del decreto Rilancio (Dl 34/2020, pubblicato in « Gazzetta Ufficiale » il 19 maggio 2020), è prevista la possibilità per gli utenti dei mezzi pubblici di chiedere un ristoro per gli abbonamenti non goduti. Salve eventuali modifiche in sede di conversione del decreto, per accedere al rimborso bisognerà possedere un abbonamento in corso di validità durante il periodo in cui sono state adottate le restrizioni governative agli spostamenti e produrre un’autocertificazione al fine di attestare di non aver potuto utilizzare, in tutto o in parte, il titolo di viaggio già acquistato. Il successivo rimborso dovrebbe essere erogato in due modi, a scelta dell’azienda di trasporti, ovvero a mezzo voucher di importo corrispondente al periodo di mancata fruizione, da utilizzare entro un anno dall’emissione, oppure attraverso un prolungamento della durata dell’abbonamento per lo stesso periodo.