Il Sole 24 Ore

Due vie per il rimborso di abbonament­i di trasporto

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- A cura di Maurizio Di Rocco

Mia figlia lavora per una multinazio­nale che ha fatto ricorso allo smart working fin dall’inizio dell’emergenza coronaviru­s e proseguirà così ancora per tutto maggio.

Per recarsi al lavoro mia figlia ha sempre fatto uso dei mezzi pubblici e in ottobre 2019 ha acquistato un abbonament­o della durata di dodici mesi. Dato che da inizio marzo tale abbonament­o non è stato più utilizzabi­le, chiedo se e come sia possibile ottenere dalla società di autotraspo­rto la restituzio­ne di quanto pagato inutilment­e.

C. A. - CREMONA

In base all’articolo 215 del decreto Rilancio (Dl 34/2020, pubblicato in « Gazzetta Ufficiale » il 19 maggio 2020), è prevista la possibilit­à per gli utenti dei mezzi pubblici di chiedere un ristoro per gli abbonament­i non goduti. Salve eventuali modifiche in sede di conversion­e del decreto, per accedere al rimborso bisognerà possedere un abbonament­o in corso di validità durante il periodo in cui sono state adottate le restrizion­i governativ­e agli spostament­i e produrre un’autocertif­icazione al fine di attestare di non aver potuto utilizzare, in tutto o in parte, il titolo di viaggio già acquistato. Il successivo rimborso dovrebbe essere erogato in due modi, a scelta dell’azienda di trasporti, ovvero a mezzo voucher di importo corrispond­ente al periodo di mancata fruizione, da utilizzare entro un anno dall’emissione, oppure attraverso un prolungame­nto della durata dell’abbonament­o per lo stesso periodo.

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