Parcelle legali in bilancio con il criterio di competenza
Nella mia azienda sono state portate a immobilizzazioni immateriali, considerate oneri pluriennali, alcune spese legali. Tali spese, che dal punto di vista finanziario non sono ancora state sostenute, poiché non fatturate, ma semplicemente comunicate con documenti pro forma di fattura, si riferiscono a contenziosi con il Tar ( Tribunale amministrativo regionale) non ancora conclusi. La ratio della capitalizzazione consisterebbe nella pluriennalità dei contenziosi, i cui effetti si verificheranno in futuro, e comunque oltre l’anno. È corretto considerare queste spese come una immobilizzazione?
M. F. - SALERNO
Ipreavvisi di parcella dell’avvocato per una causa legale non rappresentano documenti validi per poter imputare e dedurre un costo, né tantomeno per poterlo capitalizzare. Innanzitutto, occorre chiarire che le immobilizzazioni immateriali in generale, e gli oneri pluriennali in particolare, rappresentano beni immateriali e costi che manifestano la propria utilità in più di un esercizio; per utilità deve intendersi l’apporto che tali beni danno al processo produttivo o alla creazione di valore. Una causa legale, di per sé, è un evento straordinario e, per definizione stessa, non può rappresentare un onere destinato ad apportare utilità per la creazione di valore. Escludendo, pertanto, la possibilità di capitalizzare tali beni, gli stessi andranno rilevati per competenza, cioè unicamente nell’esercizio di ultimazione della causa. La rilevazione nei bilanci potrà invece avvenire in riferimento agli acconti erogati al legale. Tali versamenti non confluiranno, tuttavia, nel conto economico, non ritenendosi la prestazione ultimata.
Nel caso di pagamento di preavvisi di parcella dell’avvocato ( annuali o a cadenza differente), la società, presumibilmente, riceverà fattura, che registrerà rilevando il relativo costo. Al termine dell’esercizio, in applicazione del criterio del tempo economico ( indicato nel principio Oic 18 dell’Organismo italiano di contabilità), occorrerà rinviare al futuro la competenza del costo. Ciò avverrà fino alla data di ultimazione della prestazione ( la causa legale).
Ove, al contrario, l’avvocato emetta preavviso di parcella ( documento non fiscale) e la società non effettui alcun pagamento, quest’ultima non è tenuta a rilevare il costo in bilancio.
Nel primo caso, ai fini della deduzione è utile un riferimento alla sentenza della Corte di cassazione, sezione V, n. 24003 del 26 settembre 2019, con la quale viene ribadito il concetto secondo cui i costi relativi a prestazioni di servizio sono, a norma dell’articolo 109 del Dpr 600/ 1973, di competenza dell’esercizio in cui le prestazioni medesime sono ultimate, senza che rilevi il momento in cui viene emessa la relativa fattura o effettuato il pagamento. In tali casi, pertanto, la deducibilità della prestazione avverrebbe al termine della prestazione stessa, ovvero alla cessazione o all’esaurimento dell’incarico.