I rimedi per sanare l’illecita occupazione del Comune
Ho acquistato un lotto di terreno edificabile e ho lasciato uno spazio di sette metri da utilizzare per la costruzione di una strada. Lo stesso obbligo è stato osservato da altri quattro acquirenti. Oggi questo spazio è divenuto strada pubblica priva di sbocco. Il Comune vi ha realizzato la fognatura e la tubazione idrica senza mai avere dagli effettivi proprietari una cessione volontaria e senza avere effettuato un esproprio di tale spazio.
Può il Comune imporre la propria occupazione?
G. A. - COSENZA
Alla luce di quanto descritto nel quesito, si ritiene che l’operato dell’ente locale costituisca un illecita occupazione, ossia una occupazione senza titolo di un’area di proprietà privata per la realizzazione di un’opera pubblica. Ciò integra un illecito permanente ( e non un illecito istantaneo a effetti permanenti), che può cessare solo per effetto: a) di un accordo con il proprietario per la cessione volontaria; b) della restituzione dell’area, previa rimessione in pristino; c) della rinunzia del proprietario al suo diritto, implicita nella richiesta di risarcimento dei danni; d) di una compiuta usucapione da parte dell’occupante che ha trasformato il bene con la realizzazione dell’opera pubblica; e) dell’emanazione del provvedimento di acquisizione coattiva in base all’articolo 42– bis del Dpr 327/ 2001( testo unico espropri) da parte dell’autorità che occupa illecitamente il bene.
Su richiesta delle parti il Comune ha una delle possibilità citate per sanare l’illecito.