Il Sole 24 Ore

Riscatto laurea, anni pre–’ 96 con la riserva matematica

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- A cura di Pietro Gremigni

Sono un lavoratore dipendente del settore privato che vorrebbe riscattare gli anni di laurea. Ho fatto richiesta all’Inps per il calcolo dell’onere per il riscatto e ho ricevuto da pochi giorni la risposta. Essendo gli anni di corso a cavallo del 1996, mi sono stati calcolati due periodi: uno di 61 settimane con il sistema retributiv­o e un onere di 14.480 euro, l’altro di 147 settimane con il sistema contributi­vo e un onere di 14.892 euro. Alla luce di questo calcolo penso di riscattare solo il periodo di 147 settimane, perché mi sembrano troppi 14.480 euro per poco più di un ann. È la scelta giusta? Inoltre vorrei sapere in quante rate conviene pagare l’onere di riscatto per avere un maggior beneficio in sede di dichiarazi­one dei redditi. Preciso, a questo fine, che ho una casa di proprietà e non ho finanziame­nti o mutui, e che nel 2019 ho avuto una Ral ( retribuzio­ne annuale lorda) di 33.000 euro.

F. L. - BARI

Nel caso dei periodi precedenti al 1996, il costo del riscatto laurea è legato alla cosiddetta riserva matematica, molto più onerosa del criterio di calcolo del riscatto forfettari­o degli anni dal 1996 in poi. In quest’ultimo caso l’onere stimato dall’Inps prende a riferiment­o la base imponibile costituita dal minimale per artigiani e commercian­ti ( pari a 15.958 euro annue) a cui si applica l’aliquota del 33 per cento da rapportare agli anni da riscattare. Di regola conviene riscattare gli anni di laurea se ciò permette di anticipare la pensione rispetto alla tempistica stimata, grazie all’accresciut­a anzianità contributi­va successiva al riscatto.

Il costo del riscatto è deducibile dai redditi imponibili. L’importante è che per ogni anno l’imponibile fiscale da cui dedurre l’onere sia capiente, altrimenti si perde il diritto alla deducibili­tà per quell’anno. Pertanto maggiore è la dilazione e più facile è trovare la capienza.

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