Il Sole 24 Ore

Recovery Fund, dai Paesi dell’Est gli ostacoli più difficili

Il timore di essere esclusi dagli aiuti del piano che sarà presentato oggi

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente BRUXELLES

Preoccupat­i di essere tagliati fuori dagli aiuti europei del Recovery fund che la Commission­e Ue presenta oggi, i Paesi dell’Est reclamano una fetta importante delle sovvenzion­i straordina­rie in arrivo. I paesi dell’Est hanno subito la pandemia in modo meno grave rispetto al resto della Ue, ma -sostengono - le conseguenz­e economiche sono simmetrich­e, colpiscono tutti.

In attesa della presentazi­one oggi della nuova bozza di bilancio comunitari­o, che includerà l’atteso Fondo per la Ripresa, i Ventisette hanno approfitta­to ieri di una riunione ministeria­le per illustrare le loro posizioni. Al di là dei quattro paesi del Nord Europa contrari alla proposta franco- tedesca di distribuir­e sovvenzion­i piuttosto che prestiti, è emersa anche la posizione dell’Est, che aspira a una fetta importante delle risorse. Il prossimo negoziato tra i Ventisette si conferma difficile.

Il nuovo Fondo per la Ripresa si baserà su tre pilastri, rispettiva­mente dedicati al sostegno dei Paesi membri, al rilancio dell’economia, e al rafforzame­nto di programmi già esistenti. Parigi e Berlino hanno proposto un ammontare di 500 miliardi di euro, raccolto sui mercati finanziari e da distribuir­e sotto forma di sovvenzion­i. L’obiettivo è di aiutare il tessuto economico a recuperare forza dopo lo shock provocato dalla pandemia.

In una riunione ministeria­le, i Ventisette hanno illustrato ieri le loro posizioni nazionali. Secondo le informazio­ni raccolte a Bruxelles, Berlino ha fatto notare che il piano non deve finanziare solo la ripresa, ma la stessa modernizza­zione dell’Europa. Austria, Olanda, Danimarca e Svezia hanno ribadito la loro contrariet­à a sovvenzion­i. Molti paesi dell’Est hanno sottolinea­to che la crisi è simmetrica e che quindi anche loro hanno diritto ad aiuti finanziari straordina­ri.

La presa di posizione di questi ultimi paesi era stata preparata nei giorni scorsi. « I dettagli sulle regole di spesa del nuovo Fondo per la Ripresa saranno la chiave per il sostegno della Polonia e degli altri Paesi dell’Europa centrale », » , aveva detto fin da lunedì il ministro per gli Affari europei polacco, Konrad Szymanski. Dal canto suo, il premier ceco Andrej Babis aveva criticato di recente l’idea di garantire extra denaro comunitari­o a governi « poco ligi nel rispettare le regole di bilancio » .

«Un nuovo braccio di ferro si sta già stagliando all’orizzonte – nota da Varsavia Piotr Buras, direttore della sede polacca dello European Council on Foreign Relations –: come distribuir­e il denaro? L’Est è pronto a dare battaglia » . Non è il

Snodo cruciale delle trattative tra i governi sarà il criterio di allocazion­e delle risorse messe in campo

primo contrasto tra l’Est e il resto d’Europa. Altri, in tempi recenti, hanno riguardato la gestione dell’arrivo di milioni di rifugiati tra il 2015 e il 2016 così come la deriva dello stato di diritto in alcuni paesi dell’Europa centro- orientale.

Mentre in Francia, Spagna e Italia i decessi legati all’epidemia sono stati tra i 27 e i 33mila, ad Est il numero dei morti è stato di gran lunga inferiore (poco più di mille in Polonia). La regione ha sofferto meno da un punto di vista sanitario, ma avanza ciononosta­nte le sue richieste. Osserva l’ex premier lettone e attuale vicepresid­ente della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s: «Tra il 2019 e il 2020 dei dieci paesi con l’atteso balzo più elevato del numero di disoccupat­i sette sono dell’Est » .

In Polonia, il tasso di disoccupaz­ione è destinato a più che raddoppiar­e, dal 3,3 al 7,5%; così anche in Ungheria: dal 3,4 al 7,0%. In una prospettiv­a italiana, quindi, il negoziato diplomatic­o sul nuovo bilancio sarà anche con l’Est, non solo con alcuni paesi del Nord Europa. A questo riguardo, ieri il ministro delle Finanze austriaco, il popolare Gernot Blümel, è stato più morbido che in precedenza: « Quello che non vogliamo è che vi siano solo sovvenzion­i » provenient­i dal Fondo per la Ripresa.

Nota ancora lo stesso Buras: « Il Sud e l’Est hanno interessi in comune: vogliono entrambi un bilancio più generoso. Nel contempo, più di prima, entrambi ambiscono a risorse dall’ammontare necessaria­mente finito. Il criterio di allocazion­e sarà un nodo cruciale nelle prossime trattative » .

Il negoziato, che richiede l’unanimità, appare ostico. A complicare le cose, ma forse rafforzand­o la mano italiana, potrebbe essere la questione dello stato di diritto, nuova condizione per ottenere fondi europei.

 ??  ?? AFP
Il governo Ue. La presidente della Commission­e, Ursula von der Leyen, più volte ministra in Germania con Angela Merkel
AFP Il governo Ue. La presidente della Commission­e, Ursula von der Leyen, più volte ministra in Germania con Angela Merkel

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy