Rcs, gli arbitri: vendita valida, ma possibili risarcimenti
La Camera di Milano si dichiara competente sulla lite con gli americani Disposta una doppia perizia sui conti 2013 del gruppo e sul valore dell’immobile
Arriva il primo, inatteso, round nella battaglia su Via Solferino tra Urbano Cairo, il patron del Corriere della Sera, e il colosso americano Blackstone. L'imprenditore italiano, a capo di un impero mediaticosportivo che spazia dalla Tv La7, ha ingaggiato da due anni una battaglia legale contro il mega fondo americano per la vendita della sede del prestigioso giornale di Milano.
Ieri sera, a sorpresa, la Camera arbitrale di Milano ha emesso una sentenza preliminare che ha deciso tre temi: la permanenza in Italia della causa; la validità del contratto di vendita di Blackstone. E, infine, apre a un possibile risarcimento a favore di Rcs. Il Lodo, parziale, una sorta di pre-sentenza, apre la porta a ulteriori dibattimenti per la controversa questione. Da una parte, gli arbitri hanno confermato che la vendita della sede è del tutto legittima. Ma, dall'altra, i medesimi arbitri hanno anche stabilito che Rcs potrà ottenere un risarcimento. Sono state, inoltre, disposte due perizie. Si apre, infine, un ulteriore capitolo legato anche al versante americano della lite. Insediatosi sul ponte di comando della casa editrice milanese, che pubblica anche la Gazzetta dello Sport ed è proprietaria del Giro d'Italia, Cairo aveva contestato la vendita. Correva l'anno 2013 e l'allora RCS aveva venduto, la sua storica sede, per far fronte a una zavorra insostenibile di debiti. Sul prestigioso edificio in pieno centro a Milano si era fiondata Blackstone mettendo sul tavolo 120 milioni. Cinque anni dopo, la vendita è stata impugnata dal nuovo proprietario Cairo, che all'epoca era solo un azionista di minoranza. La contestazione è caduta proprio mentre Blackstone era in trattativa con Allianz per rivendere una porzione di fabbricato. La battaglia giudiziaria si è spostata a Milano (dopo che gli americani avevano portato il caso alla Corte di New York). Il Lodo di ieri, scritto dai tre arbitri (Enzo Roppo, Renato Rodorf, Vincenzo Mariconda), ha però assegnato la causa a Milano, la sede naturale. Gli americani, dal canto loro, hanno sempre detto di voler attendere l'esito del procedimento di Milano per poi rivalersi anche a New York.
Esulta Cairo: per Rcs, assistita dall'avvocato Stefano Simontacchi, chiamato anche a far parte della Task Force del Governo Conte per gestire l'emergenza Covid- 19, è la prova che la causa, ideata da Sergio Erede, sta in piedi e ha senso. Le perizie dovranno “accertare le condizioni in cui si trovava Rcs nel 2013, nonché il valore di mercato dell'Immobile”. La decisione del Tribunale Arbitrale conferma che l'arbitrato in Italia è la sede competente a decidere la controversia tra le parti, diversamente da quanto sostenuto dall'acquirente e dai fondi Blackstone”.
Gli arbitri, a detta della casa editrice, hanno dimostrato che la richiesta “lungi dall'essere addirittura un “atto estorsivo” ( come, incautamente, più volte qualificata da Blackstone), è meritevole di ulteriore approfondimento, e potrebbe condurre a un risarcimento del danno”. Per Cairo è la prima vittoria dopo due anni di battaglia. Dal quartier generale di Blackstone, a Londra, il fondo, assistito dallo studio Gatti Pavesi Bianchi, non commenta ma fonti vicine ribaltano la lettura: il Lodo, in 50 pagine di decisione, stabilisce che l'acquisto della sede del Corriere è stato pienamente legittimo; in più la presentenza avrebbe smontato tutti i principali punti mossi da Cairo. Il Lodo, proseguono le fonti, è fatto da due parti: la decisione e il provvedimento istruttorio. E la decisione verte su un solo tema: la legittimità del contratto di acquisto. La guerra sulla sede del Corriere è destinata a durare ancora a lungo.