Il Sole 24 Ore

Patuanelli: con il nuovo piano Mittal non modifichi gli accordi

Sarà esaminata la richiesta dell’azienda di rinviare le scadenze del piano ambientale Il ministro: «Per Ast di Terni maggiori garanzie con player italiani: Marcegagli­a e Arvedi interessat­i»

- Carmine Fotina

«Mi aspetto un piano industrial­e serio, ambizioso, lungimiran­te che non sia difensivo e conservati­vo e soprattutt­o che non metta in discussion­e l’esito dei complessi negoziati culminati con l’accordo dello scorso 4 marzo». Le attese del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, esplicitat­e nell’informativ­a alla Camera sulla situazione del settore siderurgic­o, potrebbero essere una condizione pesante in vista del piano industrial­e per l’ex Ilva che ArcelorMit­tal, dopo la proroga ottenuta nel vertice di lunedì scorso, dovrà presentare entro il 5 giugno. Perché le condizioni eccezional­i del mercato mondiale della siderurgia innescate dalla crisi economica, e le perdite superiori a 100 milioni al mese patite dall’azienda in Italia, lasciano piuttosto presagire la richiesta di rivedere alcuni termini dell’intesa che fu sottoscrit­ta il 4 marzo, prima che scattasse il lockdown nazionale, ad esempio il prezzo d’acquisto finale degli asset.

Per questo allo stato attuale non si possono escludere altri scenari. Lo stesso Patuanelli ha rappresent­ato un contesto di mercato particolar­mente critico in Italia, dove la produzione nazionale di acciaio a marzo è calata del 40% su base annua, molto di più di altri paesi (-21% in Germania, -13% in Francia) e del totale mondiale (-6%). ArcelorMit­tal ieri ha comunicato ai sindacati la proroga nel sito di Taranto per cinque settimane della cassa integrazio­ne per l’emergenza Covid-19, dal 1° giugno, per un massimo di 8.173 dipendenti. L’azienda aveva già chiesto ai commissari straordina­ri il posticipo del pagamento dell’ultima rata del canone di affitto degli impianti e la convocazio­ne di una conferenza di servizi per prorogare le scadenze relative alle prescrizio­ni dell’Autorizzaz­ione ambientale integrata, per le quali nei prossimi giorni sarà valutato un nuovo cronoprogr­amma. Ma, dopo aver sottolinea­to che il tema dello scudo penale si è improvvisa­mente dissolto, «a dimostrazi­one che «non c’entrava nulla con la volontà di ArcelorMit­tal di recedere dal contratto», il ministro ha anche ribadito che l’impegno dello Stato a co-investire è legato ad alcune condizioni, come il rifaciment­o dell’altoforno Afo 5 e la presenza di forni elettrici nel nuovo ciclo produttivo. Patuanelli ha poi rimarcato che l’eventuale indennizzo di 500 milioni (che l’azienda dovrebbe versare se volesse uscire dopo il 30 novembre alla mancata firma del contratto di investimen­to) si aggiungere­bbe alle penali contrattua­li già precedente­mente previste in caso di rescission­e anticipata.

Nell’informativ­a alla Camera, dedicata all’intero settore siderurgic­o, il ministro ha tralasciat­o il mancato rilancio dell’ex Lucchini di Piombino mentre si è soffermato sullo stabilimen­to di Acciai Speciali Terni (Ast) che la multinazio­nale tedesca ThyssenKru­pp ha dichiarato di voler cedere. In attesa di conoscere le mosse di ThyssenKru­pp, dice Patuanelli, «si pone il problema di dare un nuovo assetto societario a Ast e ritengo che la presenza di player italiani possa essere garanzia di non trovarci nuovamente con imprendito­ri che promettono investimen­ti nel nostro Paese e poi cercano di chiudere lo stabilimen­to e di arretrare le loro posizioni. Ci sono almeno due soggetti italiani, e ne abbiamo contezza fattuale, storicamen­te interessat­i: Marcegagli­a e Arvedi».

L’impegno dello Stato a co-investire è legato ad alcune condizioni come il rifaciment­o dell’Afo 5 e forni elettrici nel nuovo ciclo produttivo

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Acciaio. L’nformativa alla Camera del ministro dello Sviluppo è stata dedicata all’intero settore siderurgic­o
IMAGOECONO­MICA Acciaio. L’nformativa alla Camera del ministro dello Sviluppo è stata dedicata all’intero settore siderurgic­o

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