Casinò di Campione, 19 gli indagati per il Comune ko
Rinuncia agli incassi per 61 milioni di franchi Coinvolti due ex sindaci
Tra il 2013 e il 2015 l’Amministrazione di Campione d’Italia aveva rinunciato a incassare oltre 61 milioni di franchi svizzeri dal Casinò municipale. Un presunto « sistema » di abusi d’ufficio, falsi, corruzioni e falsi in bilancio che hanno causato il dissesto del Comune italiano in terra Svizzera.
L’accusa è dei pm di Como che hanno notificato gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari a 19 indagati, per i quali la Procura della Repubblica ora valuta la richiesta di rinvio a giudizio. Sotto inchiesta i due ex sindaci Roberto Salmoiraghi, tornato in carica tra il 2017 e il 2018 dopo i mandati negli anni ’ 80 e ’ 90 e Marita Piccaluga, primo cittadino tra il 2007 e il 2018. Con loro gli ex vice sindaco Florio Bernasconi, con l’incarico di presidente dell’organo di vigilanza del Casinò, e Alfio Balsamo.
Il fascicolo, nei confronti anche degli altri indagati, è iscritto per i reati di abuso d’ufficio, falso, corruzione, false comunicazioni sociali e responsabilità amministrativa da reato per la società che gestisce la casa da gioco.
Tutto ruota attorno al Casinò di Campione e alle cosiddette «decadali», vale a dire ai soldi che la casa da gioco doveva annualmente al Comune, unico azionista della società di gestione. Un mare di soldi a cui l’Amministrazione decide di rinunciare, procurando «un ingiusto vantaggio patrimoniale - si legge negli atti - consistito nel mancato versamento delle somme di denaro oggetto di rinuncia, costituenti entrata tributaria per gli anni 2013, 2014, 2015, per un importo non inferiore a 61.187.840 franchi svizzeri » .
Non solo: secondo gli investigatori del Nucleo di polizia economicofinanziaria della Guardia di finanza di Como parallelamente alla rinuncia degli introiti ( amministrazione Piccaluga) ci sarebbe stata la modifica della convenzione con la casa da gioco e un indebito anticipo di tesoreria favore del Casinò da 21 milioni di euro ( amministrazione Salmoiraghi).
Per gli amministratori del Casinò, invece, la contestazione è di falso in bilancio per aver « gonfiato » indebitamente il patrimonio netto nascondendo il reale stato in cui versavano le casse della casa da gioco.
Ad alcuni ex amministratori comunali e ai revisori è anche contestata la falsificazione dei conti dell’Amministrazione pubblica così da poter alterare il risultato dei rendiconti di gestione dal 2012 e il 2017 e nascondendo la reale situazione delle casse comunali, in enorme sofferenza già otto anni fa. La società Casinò di Campione spa risponde penalmente «per « per non aver adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati commessi da soggetti che rivestivano funzioni di rappresentanza, amministrazione e direzione della società in quanto componenti del Consiglio di amministrazione » .
Gli indagati hanno un termine entro cui depositare memorie o chiedere di essere interrogati. Al termine la Procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per tutti.