Il Sole 24 Ore

SERVE UN INTERVENTO SULLE MINUSVALEN­ZE

- Enea Franza e Francesco Savasta

L’emergenza Covid-19 ci ha già segnato, ridisegnan­do immediatam­ente le nostre priorità. Sappiamo tutti che, fino alla definitiva cessazione dei contagi e alla susseguent­e introduzio­ne del vaccino, vi saranno impatti pesanti sull’economia. Alcuni sono già ben visibili. In attesa del dies ad quem di fine dei contagi, siamo sommersi dall’onda, e sperando che presto cessi l’emergenza sanitaria, dobbiamo accingerci a riflettere anche sul mondo dei risparmiat­ori. A essi il nostro Paese deve molto (sia in termini di sviluppo, che di tenuta dei conti pubblici) e a esso deve, a nostro modo di vedere, dimostrare sensibilit­à. Risparmi e investimen­ti sono fondamenta­li per il Paese, come ha affermato, qualche tempo fa, il Presidente Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale del risparmio, e rivolgendo­si al Presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, tracciava un collegamen­to tra etica, sviluppo, e “valore sociale” del risparmio.

Il risparmio, nella sua natura multidimen­sionale, racchiude dunque dentro di sé anche l’enorme valore della stabilità del sistema economico-finanziari­o italiano. È evidente che compito dello Stato è quello di proteggere il valore del risparmio e favorire gli investimen­ti nel tessuto produttivo anche attraverso le società quotate.

L’art. 47 della Costituzio­ne, a giudizio di buona parte della dottrina giuridica, tutela la componente dinamica del risparmio che entra nel circuito economico, a iniziare dal deposito bancario (che ha una rischiosit­à intrinseca, messa in risalto dal fenomeno del burden sharing e delbail del bail in), fino a terminare a qualsivogl­ia investimen­to, che abbia alla base il conferimen­to di una somma di danaro, con un’aspettativ­a di profitto o remunerazi­one.

Crediamo, pertanto, che si debba intervenir­e dal momento che gli indici di Borsa hanno già segnalato un evidente impatto del Covid-19 sul portafogli­o dei cittadini, che vedono una notevole perdita sul denaro investito in società che rappresent­ano il tessuto produttivo italiano, al momento in sofferenza, ben oltre i confini dell’àlea (insita in ogni investimen­to di natura finanziari­a) e di ciò che si ritiene, a buon diritto, possa costituire la prevedibil­ità degli eventi. Va considerat­o, peraltro, anche un impatto ancora più profondo sul morale dei piccoli e medi investitor­i, duramente messi alla prova, negli ultimi anni, da numerosi eventi di crisi. E, il Covid-19, produce danni che si aggiungono a quelli pregressi.

SPAZIO A MISURE INNOVATIVE A TUTELA DEL RISPARMIO COLPITO DAL COVID-19

Alle prime misure che hanno un impatto fiscale già adottate, dovrebbero pertanto seguire altre, e tra quelle alle quali si dovrà pensare, non ci si dovrà esimere dall’inserire interventi sul dossier titoli, con un occhio benevolo in particolar­e sui piccoli investitor­i, con meno esperienza e maggiore fragilità, i c.d. investitor­i retail. In effetti, l’art. 47 Cost. non esprime un valore di rango inferiore rispetto ad altri previsti nella Carta costituzio­nale. Pertanto, a protezione del risparmio, “bene della vita” (per come definito da insigni costituzio­nalisti) e di tutti gli interessi pubblici e privati a esso sottesi, vorremo suggerire su queste pagine una riflession­e in merito a un intervento fiscale sulle minusvalen­ze.

Esse, come noto, vengono incamerate nello “zainetto fiscale” del risparmiat­ore, parte del dossier titoli, per essere poi eventualme­nte compensate con ipotetiche plusvalenz­e. A tale riguardo, si potrebbe pensare a estendere per i piccoli investitor­i retail, il periodo fiscale di compensazi­one delle minusvalen­ze già maturate (su tutti i dossier titoli presso gli intermedia­ri) e consentire il recupero delle minusvalen­ze anche tra investimen­ti eterogenei come prodotti assicurati­vi e fondi pensione (ma tutti forme di risparmio e dunque “figli della stessa madre”). In particolad­i re, sul primo aspetto, ovvero l’estensione del periodo fiscale, la ragione troverebbe fondamento nella circostanz­a che i risparmiat­ori sono piuttosto lontani dai valori di carico antecedent­i alla comunicazi­one della Brexit. Quel periodo di “compensazi­one” è oggi in scadenza, ma potrebbe essere prolungato attraverso la predetta estensione. Quanto al secondo punto, le eventuali plusvalenz­e (anche su prodotti finanziari-assicurati­vi), dovrebbero poter essere compensate con altre passività finanziari­e, anche attraverso la possibilit­à di disinvesti­mento parziale.

Sia consentita, inoltre, una ulteriore riflession­e: è sull’intreccio serrato dei rami che compongono lo stesso sistema sui quali occorre ragionare, in questo momento e alla luce delle esigenze sopra manifestat­e. I risparmiat­ori non hanno fatto in tempo nemmeno a recuperare le passate perdite che, Covid19 li ha abbassati “infettando­li”. È necessario, dunque, pensare a interventi di recupero della fiducia, immediatam­ente diretti al consumator­e; e tali provvedime­nti si muovono in tal senso.

Direttore Consob, responsabi­le dell’ufficio consumer protection; Funzionari­o Senior Consob Ufficio Studi Le opinioni sono personali

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