Minenna: nessuna frode sulle mascherine
Le procedure di controllo all’importazione scongiurano raggiri
«Trovo grave creare suggestioni giornalistiche per screditare l’operato di Adm che sta garantendo la legalità sul territorio e tutelando la salute pubblica con la sua attività. È evidente che la nostra rigorosa determinazione nei controlli su un giro di affari di centinaia di miliardi di euro che va dalle dogane ai prodotti energetici, dai giochi ai tabacchi sta creando difficoltà ai tentativi di raggiro al sistema pubblico. Tutto questo grazie all’impegno di tante donne e uomini che con grande professionalità agiscono per far rispettare la legge». È il commento che il direttore generale Marcello Minenna affida a un comunicato in riferimento a una presunta truffa subita dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm), nell’importazione di un carico di 100mila mascherine.
«Il pagamento delle mascherine - sottolinea la nota dell’Agenzia - non è avvenuto in paradisi fiscali, ma nel loro luogo di produzione e nel luogo dove risiede la società venditrice, tramite un conto corrente della Banca d’Italia, con operazioni a normali condizioni di mercato » .
Sempre secondo quanto afferma Adm «le rigorose procedure di controllo nell’importazione del materiale sanitario Covid-19 hanno scongiurato e scongiurano tentativi di frodi e raggiri ». » .
L’Agenzia spiega che « le mascherine – rivelatesi prive di certificazione e che, a seguito di analisi svolte dai propri laboratori, risultano utilizzabili come generiche o di comunità – sono costate 36 centesimi l’una e quindi in linea, se non addirittura meno degli attuali valori di mercato».
L’agenzia delle Dogane rende noto che «già nel corso della transazione di vendita» aveva inoltrato un’ « informativa all’autorità giudiziaria di Roma, ravvisando anomalie nel comportamento delle controparti e attualmente pende un procedimento per tentata truffa». Il comunicato conclude che «i fatti esposti dimostrano come sia possibile, attuando specifiche condotte antifrode, tutelare economicamente gli interessi pubblici nei confronti di tentativi di raggiro, perseguendo allo stesso tempo gli autori di tali condotte».