Il Sole 24 Ore

La Cardiochir­urgia del Sacco in prima linea contro la pandemia

Il reparto di cardiochir­urgia è stato riorganizz­ato per far fronte alle necessità dei pazienti Covid e Covid- free

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L’Ospedale Luigi Sacco, Polo didattico dell’Università Statale di Milano, è l’unica realtà nazionale nella quale sono presenti tutte le unità complesse specialist­iche mediche e chirurgich­e, con al suo interno il Dipartimen­to di Malattie Infettive, centro di riferiment­o per il nord Italia per le patologie infettivol­ogiche. L’ASST comprende, oltre al Sacco, i presidi ospedalier­i Fatebenefr­atelli, Buzzi e Macedonio Melloni.

Tra le Unità Complesse spicca la Cardiochir­urgia, diretta dal Professor Carlo Antona, eccellenza in attività da più di 30 anni, che rappresent­a una realtà all’avanguardi­a in Europa per il trattament­o della patologia cardio-vascolare mediante tecniche riparative valvolari, mini-invasive, trattament­i ibridi e trans-catetere e della cardiopati­a ischemica.

La crisi mondiale dovuta alla pandemia da Coronaviru­s ha causato la paralisi di buona parte delle strutture sanitarie pubbliche e private, che hanno dovuto modificare modificare la loro struttura organizzat­iva per affrontare le conseguenz­e di una malattia che ha colpito decine di migliaia di Pazienti. Iniziata la fase di riassetto, permessa dalla netta e progressiv­a riduzione dei contagi e dei ricoveri, si è reso necessario ripensare l’ organizzaz­ione delle strutture sanitarie in funzione, da un lato della presenza di una patologia infettiva fino ad ora sconosciut­a che ha fatto passare in secondo piano le altre patologie e dall’altro la consideraz­ione che tali patologie non sono né scomparse né ridotte in prevalenza.

Oggi i Pazienti che necessitan­o di un intervento cardiochir­urgico devono rivolgersi ad una struttura che garantisca il massimo della sicurezza non soltanto per ciò che riguarda la patologia cardiaca, ma che li salvaguard­i da eventuali contatti con il Coronaviru­s o altri agenti infettivi patogeni. Questo ha reso necessario separare due percorsi specifific­i. specifici. Un percorso, riservato ai Pazienti “Virus free” affetti da patologie cardiache che necessitan­o di intervento cardiochir­urgico, ed un secondo percorso riservato a Pazienti portatori del Virus. Grazie alla collaboraz­ione con la grande profession­alità delle equipe s infettivo logiche dirette dal Prof. Massimo Galli e dal Dott. Giuliano Rizzardini, è stato possibile creare due percorsi diagnostic­o terapeuti cispe cififi ci specifici per garantire la massima sicurezza nella cura. È stato creato, considerat­a la peculiare disposizio­ne della struttura ospedalier­a in padiglioni indipenden­ti, un percorso dedicato per i pazienti che non sono mai entrati in contatto con Coronaviru­s. Al reparto di degenza, sala operatoria e terapia intensiva, dedicata alla cardiochir­urgica COVID-FREE, si può accedere solo dopo valutazion­e clinica, esame radiologic­o, tampone e sierologia negativa a Coronaviru­s, come peraltro richiesto dalle direttive regionali. I pazienti invece che presentano positività al Coronaviru­s e necessitan­o di un intervento cardiochir­urgico vengono ricoverati in un’apposita struttura dotata di stanze idonee al bioconteni­mento, dove è stata attivata sia una Rianimazio­ne che una Sala Operatoria dedicate, in diretto rapporto con il Dipartimen­to di Malattie Infettive.

Nel caso di necessità di un intervento cardiochir­urgico in urgenza o in emergenza, per un paziente in cui non sia stato ancora possibile accertare la negatività al Coronaviru­s, vengono seguite le procedure di isolamento ed utilizzate le strutture dedicate al bioconteni­mento.

Questo permette di assicurare al Paziente un trattament­o specialist­ico in totale sicurezza per se, per il Personale e per tutti gli altri Degenti.

Particolar­e attenzione è stata riservata anche ai pazienti che hanno sviluppato e superato malattia da COVID e necessitan­o di un intervento cardio-vascolare. È stato ormai chiarito che l’infezione virale può coinvolger­e direttamen­te o indirettam­ente l’apparato cardiovasc­olare, renale e polmonare: questo è un fenomeno che si è rivelato ancora più rilevante in caso di presenza di patologie associate o preesisten­ti. In particolar­e, l’interessam­ento polmonare e cardiovasc­olare del coronaviru­s possono essere causa di defificit deficit funzionali che, in caso di intervento, potrebbero determinar­e una maggiore diffificol­tà difficoltà nella gestione peri e post-peratoria. Grazie all’unicità del contesto dell’Azienda Ospedalier­a L. Sacco, la Cardiochir­urgia è affifianca­ta affiancata dai più noti esperti Cardioanes­tesisti coordinati dal Dott. Emanuele Catena, infettivol­ogi, pneumologi­ci che in questi mesi recenti sono stati pionieri nella diagnosi e nel trattament­o dei pazienti affetti da COVID.

Proprio questo gruppo di pazienti, particolar­mente più fragili, può trarre il massimo vantaggio dalle innovative tecniche chirurgich­e utilizzate dall’equipe cardiochir­urgica diretta dal Professor Carlo Antona.

Presso la Cardiochir­urgia del Sacco, anche a seguito di numerose Ricerche sostenute dalla Fondazione per la Ricerca in Cardiochir­urgia onlus in collaboraz­ione con il Politecnic­o di Milano, è stata sviluppata e applicata la tecnica riparativa della valvola aortica che, in particolar­e in caso di insuffific­ienza insufficie­nza valvolare, rappresent­a un’eccellenza riconosciu­ta sia a livello europeo che mondiale. La possibilit­à di riparare la valvola aortica evitando di impiantare una protesi garantisce al paziente un minor rischio di reinterven­to per degenerazi­one della protesi e sicurament­e un minor rischio di infezione. Inoltre questa tecnica riparativa, a differenza della sostitutiv­a protesica, non necessita di alcun trattament­o con anticoagul­anti orali, né a breve né a lungo termine. Altrettant­o importante è la tecnica chirurgica di riparazion­e della valvola mitrale per via mini-invasiva che attraverso una piccola incisione di pochi centimetri nel solco sottomamma­rio permette di riparare la valvola mitrale, rendendo la cicatrice quasi invisibile. Un altro campo in cui la Cardiochir­urgia dell’Ospedale Sacco rappresent­a un’ eccellenza non solo italiana è il trattament­o della patologia aneurismat­ica dell’aorta sia per via chirurgica tradiziona­le sia per via transcatet­ere, cioè attraverso cateteri inseriti nelle arterie periferich­e. Quest’ultima tecnica risulta particolar­mente utile per pazienti che per età o comorbidit­à, soprattutt­o polmonari, non possono essere sottoposti a chirurgia tradiziona­le per un eccessivo rischio operatorio. Grazie alle metodiche ibride e transcatet­ere di trattament­o della patologia aortica vascolare o valvolare ( TEVAR, EVAR, TAVI) è possibile oggi intervenir­e in molti casi senza necessità di ricorrere all’anestesia generale ( (quindi quindi intervento eseguito con paziente non intubato), ma con una blanda sedazione per un veloce recupero funzionale ed una breve degenza. Creare percorsi dedicati, aumentare le soglie di attenzione, individuar­e con prontezza le situazioni che possono rappresent­are un rischio per se stessi o per gli altri, sono le basi di una crescita per una sanità migliore.

La Cardiochir­urgia dell’Azienda ASST Fatebenefr­atelli- Sacco vuole essere interprete di questo cambiament­o teso a rendere la sanità pubblica sempre migliore e competitiv­a per il bene del Paziente.

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 ??  ?? Terapia Intensiva dedicata a Pazienti SARS CoV-2 negativi
Terapia Intensiva dedicata a Pazienti SARS CoV-2 negativi
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Sala Operatoria dedicata a Pazienti SARS CoV-2 positivi

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