Il Sole 24 Ore

Con la Cig già persi 2 miliardi di reddito e di potere d’acquisto

In aprile riesploso il ricorso alla cassa: a guidare le richieste Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna

- Giorgio Pogliotti

Ad aprile con 772milioni di ore è esploso il ricorso alla cassa integrazio­ne, tornato sui picchi massimi di otto anni fa, come conseguenz­a della sospension­e di tutte le attività economiche dovute al Covid-19. La Regione con il maggiore ricorso è la Lombardia con 192.133.601 ore di Cig cumulate nei primi quattro mesi del 2020 (+1.520% sul 2019), segue il Veneto con 114.543.041 ore (+2.2251%), l’Emilia-Romagna con 85.228.954 ore (+ 1.386%) e il Piemonte con 66.107.803 ore (+608%).

Sono elaborazio­ni del centro studi Lavoro & Welfare sui dati Inps che evidenzia come da gennaio fino ad aprile (rispetto allo stesso periodo del 2019), le ore di Cig aumentano complessiv­amente dell’ 816% con 834.873.160 ore, con un andamento articolato in tutto il territorio, ovvero nel Nord Ovest (+1.015%), nel Nord Est (+1.699%), nel Centro (+515%), nel Sud (+432%), e nelle Isole (+668%).

Se consideria­mo le ore totali di Cig equivalent­i a posti di lavoro con lavoratori a zero ore, dall’inizio del 2020 fino ad aprile si registra un’assenza completa di attività produttiva per oltre 1 milione e 100mila mila lavoratori, di cui oltre 60mila in cassa integrazio­ne straordina­ria (Cigs), 67.300 mila in cassa in deroga ( Cigd), e 1.071.000 mila in cassa ordinaria (Cigo).

In base alle ore di Cig totali si sono perse 104.359.145 giornate lavorative. Con un impatto notevole sulle tasche dei lavoratori parzialmen­te tutelati dalla Cig che, dall’inizio del 2020 fino ad aprile, hanno visto diminuito complessiv­amente il loro reddito di oltre 2 miliardi di euro (al netto delle tasse).

L’incidenza delle ore di Cig per lavoratore occupato del solo settore manifattur­iero industrial­e, dall’inizio del 2020 fino ad aprile, è di 143 ore per addetto, mentre nelle Costruzion­i è di 86 ore per addetto. I settori con più ore richieste sono il Meccanico (+872%), l’Edilizia (+873%), il Commercio (+1.070%), il Chimico (+927%), i Trasporti e Comunicazi­oni (+450,25%).

Il report di Lavoro & Welfare sottolinea come prima ancora del Covid 19 il ciclo positivo si è fermato nel 2018 - il migliorame­nto della situazione aveva consentito una riduzione della Cig totale dal 2012 al 2018 dell’81% (passando da 1.113.892.595 ore a 216.009.467 ore)-, poi il 2019 è stato un anno sostanzial­mente statico sia nell’occupazion­e che nella produzione industrial­e, mentre il 2020 è iniziato con un peggiorame­nto, in relazione alla situazione internazio­nale, aggravata dai problemi della debolezza struttural­e nazionale, alla quale da aprile si aggiunge l’effetto deflagrant­e del Covid-19 e le ore di CIG tornano ai livelli di 8 anni fa. «Questa nuova situazione - sostiene il presidente dell’associazio­ne, già ministro del Lavoro, Cesare Damiano - nasconde la crisi produttiva preesisten­te e la moltiplica dentro l’emergenza, e appare già chiaro che molte attività, già precedente­mente deboli, una volta superata l’emergenza, difficilme­nte riprendera­nno l’attività produttiva o ricreativa precedente. Il cambiament­o sarà profondo, occorre già pensare al futuro, a quando saremo fuori da questa emergenza virale, su cosa e come fare nuova economia».

Per quanto riguarda la cigo dall’inizio del 2020 fino ad aprile, torna ad aumentare sul 2019 (+2036%), con 745.807.221 ore. Reintrodot­ta dal cosiddetto Dl Cura Italia, anche per le imprese sotto i 5 dipendenti, la cassa in deroga fino ad aprile cresce del

Se consideria­mo le ore totali di cig equivalent­i a posti di lavoro, l’assenza completa di attività riguarda 1,1 milioni di lavoratori

14.304% sul 2019 con 46.882.781 ore.

La cassa integrazio­ne straordina­ria cala (-25%) rispetto al corrispond­ente periodo del 2019, con 42.183.158 ore. Ma «la riduzione è in relazione alla sospension­e dei decreti sui Contratti di solidariet­à e al conseguent­e ricarico dei lavoratori in Cigo», si legge nel report. Il numero delle aziende in crisi che fanno ricorso a nuovi decreti di Cigs, aumentano sul 2019. Dall’inizio del 2020 fino ad aprile sono 704 (+49%) con 2.211 siti aziendali coinvolti sul territorio nazionale (+160%). Uno dei problemi riguarda la copertura delle ore di Cigs utilizzate dalle aziende, dove la quota maggiore è nei contratti di solidariet­à, sono 518 (il 58% di tutti i decreti) e aumentano (+ 61% sul 2019), mentre stanno aumentando le aziende che escono dalla cassa integrazio­ne straordina­ria e chiudono definitiva­mente l’attività produttiva: se ne contano 102 fino ad aprile. I decreti per “crisi aziendale” aumentano fino ad aprile, sono 165, (+68%).

Quanto alle ipotesi sul futuro. Con l’attuale trend, dimezzato confidando nel calo di un ricorso alla Cig nei prossimi mesi per l’avvio della Fase 2, a fine anno si arriverebb­e a circa 3,5 miliardi di ore di Cig: 3 volte il picco del 2012. «Sarebbe una ecatombe, anche con un tiraggio del 60% si avrebbe un consumo reale di 2,1 miliardi. Applicando un valore orario medio lordo di 10 euro, sarebbero 21 miliardi, ma consideran­do che la Cig applica un tetto dell’80% della retribuzio­ne, l’esborso sarebbe di 16,8 miliardi», sottolinea Damiano che invita ad aprire una riflession­e: «I soldi messi a disposizio­ne basteranno? Un ammortizza­tore universale, che è necessario, da chi verrà pagato? Oggi la Cigs è a carico di aziende e lavoratori, ma è addirittur­a in calo, perché il consumo si sposta su Cigo e Cigd pagate dalla fiscalità generale».

 ??  ?? Fonte: Centro studi lavoro& welfare
Fonte: Centro studi lavoro& welfare
 ??  ?? CESARE DAMIANO. Ministro del Lavoro dal 2006 al 2008, è
il presidente dell’associazio­ne Lavoro & welfare
CESARE DAMIANO. Ministro del Lavoro dal 2006 al 2008, è il presidente dell’associazio­ne Lavoro & welfare

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy