Quotate Usa valgono 1.700 miliardi in meno
Due anni di guerra commerciale con la Cina sono costati 1.700 miliardi in capitalizzazione di Borsa alle società quotate statunitensi: lo certifica un report dalla Federal Reserve di New York. Non solo. Gli stessi gruppi vedranno il loro tasso di crescita degli investimenti ridursi di quasi 2 punti percentuali entro la fine del 2020: lo 0,3% nel 2019 più un altro 1,6% quest’anno, secondo lo studio firmato dagli economisti Mary Amiti, vice presidente della Fed di New York, e Sang Hoon Kong e David Weinstein, della Columbia University . I dazi sui prodotti made in China hanno pesato quasi interamente sulle imprese americane importatrici. Ma anche le società che vendono in Cina hanno visto i loro margini scendere a causa delle contro tariffe imposte da Pechino. A dispetto di quanto ripete il presidente Usa Donald Trump, e cioè che sia la Cina a pagare, i dazi si comportano come tasse a carico dell’acquirente ( l’importatore Usa) e non del venditore ( l’esportatore cinese). Secondo gli autori del report, le tariffe di Trump, contribuendo alla frenata dell’economia cinese, hanno anche ridotto il ritorno sugli investimenti che le società americane hanno realizzato nel gigante asiatico. Utilizzando un confronto tra i prezzi delle azioni, il report prevede che la minore redditività attesa riduca la crescita degli investimenti. « Il dibattito sulla guerra commerciale spesso si concentra solo sulle esportazioni e sulle importazioni, perdendo di vista la molto più ampia esposizione delle aziende statunitensi, derivante dalle loro filiali in Cina » , afferma lo studio. Secondo i ricercatori, circa il 46% delle aziende statunitensi sono legate alla Cina attraverso attività di importazione, esportazione o vendita tramite filiali.