Nasce il fondo Ue per ricapitalizzare le imprese europee
La Commissione europea ha presentato ieri un nuovo strumento finanziario che dovrebbe facilitare la ricapitalizzazione d’emergenza delle società europee. Il tentativo è doppio: da un lato compensare la segmentazione del mercato unico provocato dagli straordinari aiuti di Stato permessi da Bruxelles a causa dello shock economico provocato dalla pandemia influenzale; e dall’altro difendere aziende nazionali dalle mire di paesi terzi.
Lo strumento, che deve essere approvato da Consiglio e Parlamento, sarà dotato di garanzie comunitarie che saranno affidate al Fondo europeo per gli investimenti strategici ( Efsi) e quindi alla Banca europea degli investimenti ( Bei). Quest’ultima avrà il compito di incentivare l’ingresso in aziende sane di investitori privati con sede nell’Unione europea. Le garanzie avranno un valore di 31 miliardi di euro e dovrebbero mobilitare, secondo Bruxelles, fino a 300 miliardi di euro.
In una conferenza stampa a Bruxelles, la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato che lo strumento, «di durata temporanea», dovrebbe essere disponibile fin da quest’anno e sarà utilizzato in tutti i paesi d’Europa ma senza chiave di allocazione, evitando tuttavia concentrazioni geografiche. A un organismo indipendente, legato all’Efsi e alla Bei, spetterà il compito di selezionare le aziende, a seconda dei bisogni di capitale ma anche dell’opportunità economica.
Come detto, l’obiettivo è doppio. Gli aiuti di Stato in questi mesi hanno introdotto grosse differenze tra i Ventisette: la Germania con maggiori margini di bilancio ha potuto essere inevitabilmente più generosa di altri Stati membri. Il nuovo strumento deve permettere di risanare la parità di accesso al mercato ( il level- playing field in inglese). Al tempo stesso, c’è il desiderio di mantenere in Europa aziende europee che potrebbero finire in mani di aggressivi Paesi terzi.
Parlando qui a Bruxelles, la signora Vestager ha ammesso che le necessità di capitale delle imprese europee è attualmente stimato a 720 miliardi di euro solo nel 2020, e che quindi il nuovo strumento rischia di non essere sufficiente da solo. Anche per questo motivo, sempre ieri la Commissione europea ha presentato un’altra misura, votata questa volta al più specifico rilancio degli investimenti – l’ammanco è stimato a 1.000-1.500 miliardi, rafforzando tra le altre cose il programma già esistente InvestEU.
In questo caso, l’ammontare delle garanzie comunitarie di InvestEU raddoppia, a 75 miliardi di euro. Spetterà principalmente alla Bei incentivare investimenti pubblici e privati. Un ruolo è anche affidato alle banche nazionali di promozione pubblica. I commissari agli affari economici Paolo Gentiloni e all’industria Thierry Breton vogliono investire nelle catene di valore colpite dallo shock economico provocato dalla pandemia influenzale così come nelle infrastrutture sostenibili, la ricerca e il digitale, le piccole e medie imprese, la formazione.
In questo contesto, e più specificatamente, la Commissione europea intende anche creare un fondo dedicato agli investimenti strategici del valore di 15 miliardi di euro che possa mobilitare denaro per 150 miliardi di euro. Anche in questo caso, come in quello precedente, la selezione degli investimenti sarà affidato a un comitato indipendente. Pur respingendo l’idea che il nuovo strumento sia un fondo sovrano, lo stesso Breton ha parlato di una Europa che deve diventare “da soft power a hard power”. Nelle scorse settimane era emerso che gli Stati Uniti volessero acquistare un laboratorio tedesco in prima linea nella ricerca di un vaccino contro il virus Covid- 19.
Garanzie Efsi (Bei) ( Bei) per 31 miliardi che potranno mobilitare risorse fino a 300 miliardi